Finalmente un Tribunale, quello di Milano, si occupa di fare quello che la politica, più volte sollecitata, non ha ancora mai fatto: mettere il naso nel mondo dell’intermediazione di manodopera nel comparto della logistica, commissariando la multinazionale CEVA come misura di prevenzione per il reato di caporalato.
Le denunce dei lavoratori, in molti casi assistiti dall’ufficio legale di USB, hanno finalmente trovato una prima importante risposta. Quanto sta accadendo non solo nel mondo CEVA ma in tutta la filiera della logistica, sempre più in mano alle multinazionali europee, è la dimostrazione che nel nostro paese è in corso una competizione senza esclusione di colpi tutta giocata sulla riduzione, in alcuni casi sull’azzeramento, dei diritti contrattuali, salariali e di sicurezza dei lavoratori.
Il sistema di intermediazione di manodopera che le multinazionali del settore affidano a consorzi di cooperative è lo strumento attraverso cui i committenti si liberano di ogni responsabilità lasciando mano libera a soggetti che in alcuni casi si sono rivelati interni alle pratiche tipiche della criminalità organizzata, come nel caso della GLS.
Finora a pagare le conseguenze di questa gestione, di cui tutti sapevano, sono stati i lavoratori che si sono ribellati e stanno subendo una repressione durissima fatta di licenziamenti disciplinari, di provvedimenti di allontanamento dai luoghi in cui lavorano, di provvedimenti disciplinari continui e mirati per fiaccare la resistenza allo sfruttamento e al caporalato.
La USB, ringraziando i giudici del Tribunale di Milano per la coraggiosa iniziativa chiede che il Governo, e in particolare il Ministero del Lavoro assumano finalmente la decisione di entrare in profondità nell’analisi delle dinamiche distorte dell’intero settore della logistica e che si assumano provvedimenti atti a chiudere definitivamente una delle pagine più nere del lavoro e dello sfruttamento degli ultimi anni.
Unione Sindacale di Base