Ancora pochi giorni per lo svolgimento della consultazione sui contenuti del Contratto integrativo INPS del 2010. Invitiamo i colleghi ad utilizzare appieno questi spazi di democrazia che stiamo difendendo con grande sacrificio, partecipando alla consultazione ed esprimendo il proprio giudizio sui singoli punti dell’accordo che, lo ricordiamo, non è stato sottoscritto da USB, CGIL e CISAL.
La democrazia non può essere a comando o secondo la convenienza del momento. La democrazia va esercitata sempre, altrimenti potremmo ritrovarci un giorno a non avere più possibilità di confronto e di scambio d’idee.
Noi invitiamo a votare SI al quesito sui passaggi economici e NO a tutti gli altri. A voi la parola.
SCIOPERO GENERALE GENERALIZZATO DELL’11 MARZO
Lo sciopero generale generalizzato dell’11 marzo è stato un passaggio importante, aldilà dei 50.000 in piazza o di quanti hanno materialmente scioperato. L’USB ha connesso le lotte dei lavoratori pubblici e privati con le esperienze dei migranti, dei movimenti per il diritto all’abitare, dando corpo a quel sindacato metropolitano e meticcio che penetra nei territori e mette in luce le contraddizioni di un capitalismo sempre più arroccato sulla rendita e sui privilegi di pochi, relegando le masse a condizioni vicine alla povertà.
C’è una piattaforma sindacale alternativa a un sistema economico e politico liberista fatto di sfruttamento dei lavoratori, di cancellazione della spesa sociale, di razzismo verso i migranti e i diversi. Rivendicare dignità, lavoro stabile e sicuro, scuola e sanità pubbliche efficienti e per tutti, rilancio della previdenza pubblica, sono punti di una proposta sindacale che sta facendo da barriera alla deriva liberista.
Per questo lo sciopero dell’11 marzo assume un significato destinato a durare nel tempo e a confluire nelle mille esperienze di lotta che animano i settori del mondo del lavoro e della società.
Veniamo ai dati di partecipazione dei lavoratori dell’INPS, dati che possiamo dare per definitivi, anche se ci sono stati segnalati degli errori in difetto. Complessivamente, hanno scioperato 1.955 lavoratori, pari al 7.18% della forza e all’8.81% dei presenti. Dall’analisi dei dati emerge ancora una volta che la partecipazione allo sciopero è maggiore al centro nord, con punte del 35% in Lombardia e del 25% in Piemonte, mentre diventa sempre più scarsa man mano che si scende al sud.
Non è solo un problema economico, sappiamo, infatti, che nel meridione sono più numerose le famiglie con un solo reddito. C’è anche una disaffezione allo sciopero e la convinzione, sempre più radicata, che sia uno strumento inutile, destinato soltanto a far perdere soldi ai lavoratori. Non è questa la sede per analisi sociologiche e politiche, né abbiamo noi particolari capacità o strumenti. Resta il fatto che riteniamo necessario interrogarci su questi problemi, avendo come obbiettivo la costruzione di un grande movimento sindacale di massa.