COMUNICATO RdB PI Presidenza del Consiglio dei Ministri
Giovedì 9 aprile p.v. alle ore 10.00 sono state convocate nuovamente le Organizzazioni Sindacali per la prosecuzione delle trattative per il rinnovo del CCNL del comparto PCM.
Una trattativa avviata nel mese di dicembre dove la vera novità sembra essere l’aumento dell’orario di lavoro e la svendita dei diritti dei lavoratori (in cambio di cosa?) e laddove l’Amministrazione ha esercitato un’azione pressante, senza margine di trattativa, con l’obiettivo di ottenere un contratto esemplare spendibile politicamente.
Inoltre con questo contratto si vuole introdurre un istituto quale la misurazione e valutazione della produttività al fine di agganciare le retribuzioni alla qualità del servizio svolto.
I tentativi fatti in passato hanno dimostrato non solo la difficoltà della misurazione (non produciamo bulloni!) ma il fallimento di qualsiasi criterio legato alla valutazione del dirigente.
Questa volta, sotto la martellante campagna mediatica sui fannulloni si vuole riproporre questo istituto non solo per la remunerazione del salario accessorio (che è bene ricordare essere parte degli aumenti contrattuali sottratti e usati come ricatto e divisione) ma come elemento fondamentale nella selezione per i passaggi di livello.
Come si evince chiaramente dal contenuto della bozza e come avevamo ampiamente denunciato durante la trattativa presso l’ARAN attraverso i vari comunicati ai lavoratori, tutto l’impianto rappresenta un arretramento per tutti i lavoratori del comparto PCM sia per quanto concerne i diritti sia per quanto riguarda l’aumento salariale che non recupera assolutamente la perdita del potere di acquisto con un contratto scaduto da 3 anni e mezzo.
Oltre a ciò, gli irrisori aumenti dello stipendio relativo alle due ore settimanali in più e l’aumento della indennità saranno considerati ai fini pensionistici come accessorio così come avviene attualmente. Dunque ai fini della pensione l’aver aumentato di due ore l’orario settimanale e l’aver incrementato l’ indennità di Presidenza, non porterà alcun beneficio, per effetto del principio del prorata.
Peraltro l’applicazione di tale contratto non sarà estesa a tutto il personale creando così forti disparità sia sul piano giuridico che economico dando origine a un precedente pericolosissimo.
Pertanto diventa necessaria una condanna ferma e decisa da parte di tutti i lavoratori verso quei sindacati presenti al tavolo che attraverso la sottoscrizione della preintesa contribuiranno a far passare (in barba al volere dei lavoratori espresso in Assemblea) un CCNL finalizzato a ridurre i diritti e le condizioni dei lavoratori.
Quegli stessi sindacati che si dichiaravano pronti a dare battaglia mettendo in atto un finto conflitto e proclamando pure uno sciopero al riguardo.
Rafforzare le RdB/CUB rappresenta un passo decisivo per creare rapporti di forza favorevoli idonei a contrastare i processi di destrutturazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le scelte negative che da anni vari sindacati (autonomi e non) impongono a tutti i lavoratori.
queste le ragioni che indurranno la RdB giovedì p.v. ad avanzare l’unica proposta possibile:
lo stralcio economico (aumenti salariali previsti) rinviando al prossimo contratto la parte giuridica.
7 aprile 2009