La firma del nuovo contratto scuola 2019-2021 a inizio 2024 testimonia tutta l’inerzia di sindacati e governo, capaci di esultare per un contratto già scaduto da due anni. Se togliamo i tre giorni di permesso retribuito concessi anche al personale precario, possiamo dire che siamo dinanzi all’ennesimo contratto che non migliora le condizioni di lavoro nel mondo della scuola. Aumenti irrisori, che abbiamo già percepito, incapaci di coprire la perdita di potere d’acquisto degli ultimi due anni e l’aumento dell’inflazione, l’incremento del 10% dei compensi per chi accede al MOF a parità di stanziamenti alle scuole significa più soldi ma distribuiti a meno persone. A poco valgono i piccoli interventi sul congedo di paternità e sul congedo parentale, peraltro già contenuti nelle norme generali, a fronte dell’inserimento dei vincoli sulla mobilità del personale della scuola. Ricordiamo che ad oggi i vincoli sulla mobilità erano contenuti solo nei contratti sulla mobilità (trasferimento ed assegnazioni), ora si va oltre e vengono inseriti nel nuovo contratto scuola, con alcune deroghe che però non cambiano la sostanza politica dell’accettazione da parte di Cgil, Cisl, Snals, Gilda ed Anief del criterio dei vincoli. Indefinita la nuova figura dell’operatore scolastico, una sorta di “super collaboratore” che si occuperà dell’assistenza “non specialistica” agli alunni diversamente abili ma anche del supporto ai servizi amministrativi e tecnici, con l’obiettivo evidente di determinare una riduzione sia del personale qualificato delle cooperative che oggi presta assistenza igienico-sanitaria, sia degli assistenti tecnici ed amministrativi. Crediamo che la valorizzazione del personale ATA non passi dal creare figure intermedie che avranno maggiori carichi di lavoro e che determineranno una guerra tra poveri, ma dall'aumento degli organici e dalla diminuzione dei carichi di lavoro attraverso un mansionario “preciso” che ancora non troviamo in questo contratto e che lascia il personale ATA alla mercé di DSGA e dirigenti scolastici.
Ancora una volta un pessimo contratto, per la prima volta firmato anche dall’Anief che ha chiarito la sua funzione di sindacato stampella del governo, con cui i lavoratori saranno ancora più poveri, con meno diritti e più vincoli, dentro una scuola sempre più gerarchica e in mano al cerchio magico del dirigente fatto di collaboratori, tutor e orientatori, un modello contorto e burocratico non in grado di affrontare alla radice i veri problemi di gestione e funzionamento delle nostre scuole