Guerra e terrorismo, sfruttamento e repressione questa è la violenza dei padroni
La solidarietà vera è nella lotta organizzata e unitaria dei lavoratori
20 Novembre Sciopero di tutti i lavoratori pubblici
Ieri è stata una tremenda giornata di violenza ma non è la prima ne sarà l'ultima.
I morti di Parigi mettono in secondo piano ogni altro fatto: lo sgomento, il dolore e la rabbia sono i sentimenti che suscita la violenza cieca che colpisce innocenti.
La strage di ieri ci ricorda tutte le altre, è un atto della guerra continua che coinvolge il mondo intero e non ci sono morti che valgono di più.
È passato meno di un mese dalla strage di Ankara dove sono stati uccisi oltre 120 manifestanti contro la guerra, migliaia sono gli immigrati che hanno trovato la morte ai confini dell'Europa che li bombarda e li sfrutta, e altri attentati a Beirut e prima in Tunisia, i bombardamenti continui contro i popoli siriano, curdo e palestinese, sono solo le tragedie più vicine.
Fiumi di sangue per garantire profitti altrimenti difficili da fare.
L'economia di guerra, che il sistema capitalistico sta imponendo a tutti, è frutto della sua crisi strutturale, la distruzione è il carattere comune di tutti gli aspetti della politica dei governi e della stessa Unione Europea.
Si bombarda all'estero, con relative spese per gli armamenti; si taglieggiano i lavoratori del proprio paese, si sostiene l'odio razziale e religioso, si alimenta l'ignoranza mentre si distrugge lo Stato Sociale e si cancellano le libertà democratiche in uno stato di guerra perenne.
La Trojka e i Governi suoi servitori, fanno scempio delle libertà collettive, dal diritto di manifestare a quello di sciopero, la democratica Europa reprime chi si ribella come in Grecia dove il sindacato PAME subisce arresti e licenziamenti politici, o nella stessa Francia come nel caso dei lavoratori dell'Air France.
Ieri è stata anche la giornata del primo sciopero della Scuola in Italia e abbiamo visto all'opera la repressione violenta nei confronti degli studenti e dei lavoratori.
La repressione sistematica degli studenti, sempre i più giovani, è la vera faccia “dell'istruzione” e della “formazione” che i governi della nuova epoca danno alle nuove generazioni.
Semina paura. La paura di partecipare alla vita democratica del paese, la paura di dire la propria nelle piazze come a scuola.
Fa sentire la forza della classe al potere che è intenzionata a difendere la sua posizione a tutti i costi.
Ieri, inoltre, l'opera è stata ancor più fine, per la prima volta a Roma non ci sono stati scontri: nella Roma dei Prefetti si è concentrata la forza mediatica che doveva rassicurare mentre a Napoli e a Milano la polizia caricava violentemente.
Esprimiamo la nostra completa solidarietà agli studenti e ai colleghi che
ieri hanno scioperato e manifestato contro la legge 107/2015, denunciamo
la violenza delle forze dell'ordine che li ha colpiti e lo facciamo proseguendo la
lotta, contro la politica di guerra impressa dal Governo Renzi nella prossima legge di
stabilità contro lo Stato Sociale e i lavoratori tutti.
Roma 14.11.2015