Nei primi sei mesi dell’anno i fondi pensione chiusi, aziendali o di categoria hanno perso e molto rispetto al rendimento offerto dal TFR, che si rivaluta ad un tasso dell’1,5% più il 75% dell’inflazione.
2007 | Primi 6 mesi 2008 | |
TFR presso Azienda/INPS | +3,49% | +2,20% |
Fondi Pensione Chiusi (media) | +2,10% | -4,10% |
I Fondi pensione perdono la sfida con il TFR sia in questi primi mesi del 2008 che nel lungo periodo.
Fra il primo gennaio del 2000 e il 30 giugno del 2008 nessuno dei fondi maggiori ha battuto i rendimenti del TFR che ha fruttato il +27,7%.
Nello specifico vediamo, con gli ultimi dati pubblici, come e’ andata finora per il
Fondo PREVIAMBIENTE (fondo dei lavoratori dell’igiene ambientale)
□ Il Previambiente “Bilanciato”, tra il 31.05.2007 al 31.05.2008 ha un rendimento di - 2,99%
□ Il Previambiente “Garantito”, registra da 31.06. 2007 (avvio del fondo) al 31.05. 2008 un + 2,46%
Cosa dicono CGIL CISL UIL che tanto si sono spesi per favorire l’adesione ai Fondi?
I sostenitori della previdenza complementare (con in prima fila cgil-cisl-uil che cogestiscono i fondi) invitano a non disperare a patto naturalmente che il lavoratore abbia un arco di tempo sufficientemente lungo: per quanti anni dovrà ancora lavorare per vedere fruttare quello che incautamente ha versato nei fondi privati? Gli esperti non lo dicono.
L’andamento delle borse parla chiaro: la crisi finanziaria indotta dai mutui subprime americani è lungi dall’essere risolta, anzi gli analisti dicono che il peggio non è ancora arrivato; sempre più banche, a livello internazionale stanno fallendo e l’unico rimedio per impedire che il sistema salti del tutto è l’intervento pubblico: ovvero il salvataggio delle banche e delle finanziarie tramite l’intervento dello stato.
Si salvano gli speculatori con i soldi dei contribuenti, sottraendoli così alle spese sociali!
Questa, del resto è la logica del mercato: privatizzare i profitti e socializzare le perdite!
E’ bastato un anno per far capire che c’è un forte rischio per il salario dei lavoratori e guadagnano, a prescindere dalla resa dell’investimento, solo i gestori, le banche e gli speculatori che hanno la possibilità di “giocare” con i soldi dei lavoratori.
Eravamo stati facili profeti nel dire che l’ennesima trappola, ideata da governo, padronato e CGIL CISLUIL per rinsanguare un mercato finanziario asfittico come quello italiano, che serviva solo alle imprese per finanziarsi, si sarebbe rivelata una trappola per i lavoratori.
Per questo lo scorso anno ci siamo battuti a fondo per chiarire ai lavoratori la portata dell’imbroglio e con successo visto che la gran parte di loro non ci è cascata e l’adesione alla pensione complementare è stata molto al di sotto di quanto si aspettavano ma non finisce qui, la RdB-CUB rafforza l’impegno tra i lavoratori per:
rivendicare, per i lavoratori iscritti ai fondi, il diritto (oggi negato) al recesso e ad interrompere i versamenti e richiedere quanto versato;
informare i nuovi assunti sui rischi dei fondi pensione e sul fatto che devono esprimere la propria eventuale contrarietà entro 6 mesi dall’assunzione, pena l’iscrizione automatica;
rilanciare la previdenza pubblica, strumento unico, universale ed insostituibile per assicurare il mantenimento del reddito percepito prima del pensionamento.