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Sicilia

Diritto alla casa, tra “tempo perduto” e annosa strafottenza: aumentano a Catania sfratti, sgomberi, pignoramenti per morosità non colpevole

Catania,

Aumentano le persone che dormono per strada, stranieri e locali, anche nuclei familiari senza fissa dimora, senza un reddito minimo, quindi senza alcuna prospettiva abitativa.

Tutto ciò interessa circa 10 mila persone, mentre non esiste alcun Piano comunale di edilizia residenziale e le graduatorie di quelle che impropriamente vengono ancora definite “case popolari” sono un inferno per chi subisce l’umiliazione di essere da anni, da decenni, in attesa di una soluzione abitativa che non arriva. In questo contesto una buona parte del patrimonio immobiliare del comune non risulta catastato e questa notizia non è uno scoop considerando la dichiarazione rilasciata alla stampa dall’avv. Enrico Trantino, sindaco di Catania: “Il patrimonio immobiliare del Comune non è mai stato censito, molti beni non sono ancora neanche catastati e stiamo valutando un incarico esterno per rimediare al tempo perduto”.

“Tempo perduto” significa beni immobili pubblici abbandonati all’usura del tempo che potevano e potrebbero essere utilizzati come abitazioni, come dormitori pubblici, come spazi sociali.

“Tempo perduto” significa annosa strafottenza nei confronti delle numerosissime famiglie strozzate dagli affitti sempre più cari o dalle rate del mutuo, o che sono state o stanno per essere sfrattate con l’impiego di polizia e carabinieri o che rischiano la casa pignorata da una banca. Annosa strafottenza nei confronti di chi una casa propria non ce l’ha ed è costretto ad arrangiarsi, a dormire per strada, sotto i portici, nei giardini pubblici, nei sottoscala, in auto.

“Tempo perduto”…o TEMPO SCADUTO?