Al MINISTERO INTERNO
Dipartimento Politiche del Personale
dell’Amministrazione Civile e per le Risorse
Strumentali e Finanziarie
Ufficio IV – Relazioni Sindacali
Dipartimento Pubblica Sicurezza
Lo andiamo ripetendo da giorni e lo abbiamo chiesto formalmente alla videoconferenza del 28 maggio scorso: fermate i dirigenti che stanno proponendo protocolli locali sulla gestione della “Fase 2/3” dell’emergenza sanitaria senza tenere in considerazione l’esito del confronto a livello nazionale.
Ripeteremo fino allo sfinimento che la salute e la sicurezza sono materie di contrattazione integrativa a tutti i livelli, nazionale, regionale e territoriale, quindi USB non ha firmato il protocollo su tali materie perché sarebbe stato meglio procedere alla firma di accordi, che avrebbero dovuto trovare nel livello nazionale di confronto e di contrattazione il primo ambito di discussione generale nel quale concordare le linee che devono poi valere per tutti i territori, dal nord al sud, isole comprese, perché fino a prova contraria questa Ministero ancora oggi è un amministrazione nazionale e non un insieme di federazioni.
Bisogna continuare ad assicurare una gestione unitaria nel rispetto delle regole contrattuali, evitando che su argomenti così delicati ed importanti ogni prefetto, questore o dirigente, proceda in ordine sparso.
Per la generalità del personale dell’Amministrazione civile del Ministero dell’Interno il lavoro agile resta la modalità ordinaria di effettuazione della prestazione lavorativa fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione.
Fanno eccezione le attività che non è possibile svolgere da remoto e che risultino indifferibili, il cui elenco dovrà essere reso noto.
Nella “Fase 2/3” si dovrà affrontare anche le modalità con cui deve essere garantita la prestazione lavorativa in modalità agile per emergenza sanitaria, poiché i dirigenti in queste settimane hanno avanzato richieste a volte inaccettabili, lavorando molto di fantasia.
Qualora per problemi di tempo non si riuscisse ad approfondire questo importante argomento, si dovrà in ogni caso richiedere un impegno circostanziato per la definizione di una specifica intesa che chiarisca gli aspetti rimasti confusi del lavoro agile in emergenza sanitaria, così da ricondurre al contratto collettivo nazionale di lavoro le questioni che attengono all’orario di lavoro, alla produttività ecc.
Ad oggi lo Smart Working resta la modalità ordinaria di lavoro e in sede si ha una limitata presenza e solo per le attività indifferibili, ma il Decreto Rilancio prevede una graduale ripresa in servizio dal 31 luglio al 31 dicembre 2020.
Considerando che, se non interverranno norme contrarie, anche dopo il 31 luglio ci auspichiamo che il Ministero non voglia mettere limiti numerici restrittivi ai lavoratori in SW, e tutelerà ancora con lo SW le fasce più deboli. Comunque un allargamento del numero dei lavoratori in sede va previsto, sempre però attenendosi rigorosamente alle Linee Guida (non più di un lavoratore per stanza) e quindi anche una nuova articolazione oraria si rende necessaria.
L’USB propone all’Amministrazione di prendere in considerazione la possibilità di introdurre il regime misto Smart Working/presenza in servizio.
La normativa in materia e le circolari di Funzione Pubblica lasciano spazi per introdurre tale forma di elasticità che consentirebbe ai lavoratori di recarsi in sede solo per il tempo necessario ad effettuare lavorazioni non realizzabili da remoto e di completare successivamente la giornata di lavoro in Smart Working.
Il tutto avverrebbe ovviamente nel completo rispetto delle Linee Guida sulla “Fase 2/3” per tutti gli uffici della rete territoriale del Ministero e sarebbe utile a minimizzare ulteriormente la potenziale possibilità di contagio
Sempre in materia di orario di lavoro, la nostra O.S ha richiesto all’Amministrazione l’erogazione dei buoni pasto ai lavoratori anche in regime di lavoro agile semplificato.
La USB P.I. Ministero dell’Interno auspica che la tutela della salute sia l’interesse primario dell’Amministrazione e che si continui ad autorizzare per i cosiddetti lavoratori fragili , ove richiesto dal lavoratore, il lavoro agile in via permanente, valutando correttamente le attività svolte dal personale oggetto di tali specifiche tutele e dando l’ulteriore possibilità ai soggetti in condizione di fragilità di aderire a progetti innovativi e lungimiranti che permettano di lavorare da remoto raggiungendo obiettivi a cui la “buona” Amministrazione dovrebbe tendere.
Tutti i lavoratori e delegati USB P.I. Ministero Interno
USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Ministero Interno