Prosegue la costruzione, in ogni luogo di lavoro e in tutti i territori, dello sciopero convocato unitariamente dal sindacalismo di base e conflittuale per il prossimo 11 ottobre, contro le politiche del Governo Draghi e della UE.
I lavoratori autoferrotranvieri, nel pieno della vertenza di un rinnovo contrattuale puntualmente in ritardo, per il quale i soliti sindacati complici continuano a svendere la categoria, sapranno dare la loro risposta sia alle penalizzanti politiche contrattuali, sia alle sempre più stringenti normative e leggi che mirano ad impedire l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, ribadendo la necessità di rimettere al centro la qualità della mobilità cittadina, la qualità e sicurezza del lavoro.
Obiettivi resi ancor più improcrastinabili a fronte della continua pressione del governo per l'obbligo strumentale del green pass nei luoghi di lavoro che, come altri provvedimenti del governo e gli stessi protocolli Covid sottoscritti dagli altri sindacati, sono misure che non contrastano la pandemia bensì utilizzati come “scudo” per le imprese, per derogare alle necessarie misure di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Al padronato interessa di più garantire ad ogni costo la produzione e i profitti, abbassare i costi delle misure anticovid risparmiando milioni di euro aggirando le norme sulla privacy.
La politica del governo Draghi, ha letteralmente rimosso dal rilancio del piano economico del paese gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Con il sostegno complice di Cgil, Cisl e Uil si sono sbloccati i licenziamenti, dando il via ad una ondata di esuberi, delocalizzazioni e ristrutturazioni pesantissime in tutto il settore privato; nel frattempo a questo si aggiunge l'odioso e pesante aumento delle bollette della luce e del gas che sta falcidiando salari e pensioni.
Una politica che mira ai piani di sfruttamento, precarietà, disoccupazione, devastazione sociale e ambientale; basti pensare agli 8000 esuberi in Alitalia, alla cancellazione del contratto nazionale e alla drammatica riduzione del costo del lavoro e dei salari.
Una politica che rifiuta di mettere mano agli indispensabili interventi sulle strutture sanitarie, sull'edilizia scolastica e tanto meno sulla riorganizzazione del trasporto persone senza comprendere la gravità di una situazione che la pandemia ha portato a galla confermando il completo abbandono, ormai ventennale, di ogni tipo di intervento strutturale ed economico nei servizi pubblici essenziali, gettati nelle fauci del mercato economico e finanziario attraverso quelle che abbiamo sempre definito “selvagge privatizzazioni”.
L'11 OTTOBRE FERMIAMOCI PER FERMARLI!
SCIOPERO GENERALE DI 24 ORE
articolate territorialmente
OCCORRE:
- rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore;
- intervenire e modificare la logica, assurda, per la quale si vogliono affrontare le complesse problematiche del Trasporto Pubblico Locale agendo esclusivamente sui costi e sui possibili risparmi attraverso i tagli al servizio, aumentando i carichi di lavoro senza porsi in modo costruttivo nei confronti delle reali esigenze del territorio né, tanto meno, delle condizioni di lavoro imposte;
- intervenire e modificare l'ossessionante e vizioso criterio che, inneggiando al risparmio, vede però bruciare fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato (quando pagato) garantendosi però profumati profitti.
USB Lavoro Privato
Coordinamento Nazionale settore TPL