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Comunicati USB INPS Coordinamento Nazionale

IL D.G. INPS PARTECIPA AL CONVEGNO USB. ANTICIPAZIONI SU ASSUNZIONI E CONTRATTO INTEGRATIVO

Nazionale,

Comunicato n. 91/18

Ringraziamo pubblicamente il Direttore generale dell’INPS, Dott.ssa Gabriella Di Michele, per aver accettato il nostro invito a partecipare all’Assemblea Convegno su “Politiche UE e Welfare”.

A margine del suo intervento, abbiamo sollecitato il Capo della Tecnostruttura su alcuni argomenti d’interesse per i lavoratori dell’Istituto.

 

ASSUNZIONI – Il Direttore generale ha annunciato che entro i prossimi due anni saranno fatte 3.700 nuove assunzioni all’INPS, comprensive dei 231 analisti di processo che ieri hanno preso servizio e dei 967 consulenti della protezione sociale, per i quali sono in corso le prove orali. Il Direttore generale ha ammesso che la richiesta di 6.000 nuove assunzioni, avanzata due anni fa dalla USB, è risultata ampiamente pertinente rispetto alle necessità dell’Istituto.

TEP – Il Capo della Tecnostruttura dell’INPS ha annunciato che con il Contratto integrativo 2018 sarà ripristinato per intero il valore del TEP a quanti hanno avuto il riassorbimento a seguito dei passaggi economici 2016-2017. Una richiesta avanzata con forza dalla USB, che trova accoglimento da parte dell’amministrazione e che farà parte dei contenuti del CCNI 2018. La stessa amministrazione non ha voluto invece accogliere la richiesta della USB d’incrementare il TEP mensile dei lavoratori delle Aree A e B rispettivamente di 60 e 65 euro, per indennizzare parzialmente detto personale rispetto al lavoro effettivamente svolto, fino al conseguimento del passaggio in Area C.

MANSIONISMO – La Dott.ssa Di Michele ha riferito che il prossimo anno saranno bandite procedure per 300 passaggi di area, che potrebbero diventare in seguito 500, sottolineando la necessità di privilegiare i lavoratori dell’Area A che risultano più in sofferenza. Su questo non siamo d’accordo con il Direttore generale: entrambe le aree professionali, sia la A che la B, svolgono da anni mansioni di Area C, non è quindi il caso di fare differenze. Non vorremmo che si prepari lo svuotamento dell’Area A a scapito dei lavoratori dell’Area B, ai quali verrebbe allungata la carriera con i livelli B4, B5, B6, proposta tanto cara a CGIL-CISL-UIL. Per quanto riguarda i passaggi economici 2018 interni alle aree, il Direttore generale ha affermato che non ci sono le condizioni per accettare la proposta della USB di far partecipare anche gli A2 e B2 transitati a quei livelli economici con le selezioni 2016. Ci siamo dichiarati insoddisfatti, annunciando che avvieremo il contenzioso.

ISPETTORI DI VIGILANZA – Senza esporsi troppo per ragioni di opportunità, il Direttore generale dell’INPS ha lasciato intendere che i tempi siano maturi per riprendere appieno il controllo della vigilanza ispettiva, considerando le difficoltà organizzative ed operative dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO – Alle rimostranze della USB per la paventata chiusura di molte Agenzie territoriali e di un generale rischio di arretramento dell’INPS rispetto alla vicinanza ai cittadini utenti, la Dott.ssa Di Michele ha ribattuto evidenziando la difficoltà a garantire un’adeguata presenza nei territori, considerata la progressiva diminuzione del personale, richiamando inoltre l’attenzione sull’informatizzazione delle procedure, che dovrebbe permettere una diminuzione dell’affluenza agli sportelli dell’Istituto. Ragionamenti che non ci convincono, perché se è vero che il personale è drammaticamente insufficiente, occorrerebbe alzare la voce con i responsabili del Governo e chiedere un’adeguata contropartita in termini d’incremento degli organici a fronte delle continue richieste avanzate all’INPS di gestire le politiche sociali decise dai diversi esecutivi. Sull’informatizzazione stendiamo un pietoso velo, considerando la caduta verticale dell’informatica all’INPS soprattutto negli ultimi anni.

GOVERNANCE – Anche per il Direttore generale è necessario mettere mano alla Governance dell’Istituto e ripristinare un Consiglio d’Amministrazione, ristretto nel numero, che restituisca normalità alla guida e alla gestione di uno dei maggiori enti previdenziali europei. Speriamo che l’attuale Governo intervenga in tempo per evitare che sia nominato un nuovo “amministratore unico”, altrimenti si continuerebbe a lasciare nelle mani di un unico manager, bravo o meno che sia, un bilancio tra entrate ed uscite di 700 miliardi di euro.