Dopo i precedenti rinvii e le successive rassicurazioni sull’erogazione a settembre del saldo dell’incentivo del 2015, l’Amministrazione ha fatto sapere, per altro non in via ufficiale, che sono sopraggiunte alcune difficoltà e pertanto ci sarà come minimo uno slittamento al mese di ottobre. Il motivo ufficiale è che bisogna aspettare l’approvazione del bilancio consuntivo. In passato, l’unico vincolo determinante per il pagamento del saldo dell’incentivo era l’approvazione del contratto da parte dei ministeri. E’ ovvio che oggi ci sono difficoltà di altra natura.
Il Presidente dell’Istituto ha pensato bene di ingaggiare una lotta con tutti i soggetti che hanno un ruolo decisionale nell’Ente, a cominciare dal Direttore Generale che è stato esautorato delle sue prerogative, per passare agli Organi preposti al controllo. Non c’è quindi da meravigliarsi più di tanto se poi tale situazione produce anche effetti sul trattamento economico dei lavoratori.
Chi accredita ragioni di altro genere fa operazione di disinformazione, tentando ancora una volta di sviare l’attenzione da una situazione gestionale dell’INPS che ormai ha raggiunto vette dove l’ossigeno è talmente rarefatto da comportare il blocco delle funzioni vitali.
Per rispondere a tale situazione, la USB ha avviato l’iniziativa “LIBERIAMO L’INPS”, con la quale si chiede il ripristino di un governo collegiale dell’Ente, a partire dalla nomina di un consiglio di amministrazione e di vertici che non abbiano anche solo ipotetici conflitti di interesse.
Certo, un assetto istituzionale più aderente alle norme non è la garanzia assoluta di buon governo, di buona gestione e tempestività delle decisioni, ma è altrettanto indubbio che dal “pantano” Istituzionale in cui si trova oggi l’Istituto non ci si può aspettare alcun beneficio, sia per i lavoratori che per i cittadini che ancora considerano l’INPS come l’unico punto di riferimento della previdenza pubblica del Paese.
CGIL, CISL, UIL, CISAL proclamano sfracelli e rivendicano di aver firmato tutti i contratti integrativi che oggi vengono disattesi, ma non dicono che proprio in quei contratti, siglati in meno di due ore come quello del 2016, si affermano quei principi usati dall’Amministrazione a giustificazione dei ritardi e dei mancati pagamenti, a partire dall’approvazione della performance senza la quale il trattamento economico accessorio non può essere erogato neanche per 1 euro, anche se è stata già incamerata da tempo la produzione macinata dai lavoratori dell’Istituto a botte da 124 ed oltre.
Domandarsi perché a settembre del 2016 non è stato ancora erogato l’’incentivo del 2015 senza riflettere sulle cause fondamentali è a dir poco miope.
Invece di tentare di imbonire i lavoratori, si faccia TUTTI una dura battaglia sul ruolo e sul futuro dell’Ente. Su questo, se si cerca l’unità, la USB, come in passato, c’è e ci sarà.