Salvo verifiche e nuovi interventi in sede di approvazione della Legge di Bilancio 2025 in discussione in queste ore in Parlamento, le risorse destinate dal Governo Meloni all’aumento delle pensioni minime rispetto all’aumento del costo della vita comporteranno il riconoscimento di circa tre euro al mese in più sul rateo della pensione.
Il valore attuale della pensione minima è di 598,61 euro per gli under 75 e di 614,77 euro per gli over 75 che, con l’adeguamento al costo della vita, arriveranno così a 616,9 euro, cifre ben lontane dai 1.000,00 euro sbandierati in campagna elettorale e per cui continueremo a batterci.
Oltre 5 milioni di Italiani sono censiti tra chi si colloca al di sotto della soglia di povertà, oltre 4,5 milioni di pensioni non raggiungono i 1.000,00 euro.
Dai provvedimenti varati da questo Governo si fa sempre più forte la sensazione che non si voglia affrontare il problema ed anzi si sprofondi, in tema di pensioni, alla fine dell’800 alle Opere Pie, al mutualismo operaio, alla beneficenza caritatevole della borghesia liberale con cui si provava ad affrontare il problema degli infortuni, dell’invalidità, vecchiaia e superstiti, prima dell’approvazione nel 1898 della Cassa di previdenza libera sussidiata dallo Stato, per la quale l’iscrizione era ancora volontaria.
Piuttosto che allo smantellamento della “Legge Fornero”, a forza di interventi peggiorativi il Governo Meloni sembra tornare indietro anche rispetto al 1898, manca solo la riattivazione delle Poor laws e delle workhouse di Oliver Twist, che forse a pensarci bene sono già attive come quella appena varata in Albania, insieme a tutte le altre presenti nel territorio nazionale, per la gestione del fenomeno dell’immigrazione insieme con lo sfruttamento o per meglio dire schiavismo soprattutto in agricoltura.
Un’assoluta regressione rispetto all’Art.38 del dettato costituzionale, che ha affidato allo Stato il superamento della condizione di bisogno, come fattore necessario per garantire ai cittadini di questo Paese il pieno godimento di tutti i diritti civili e politici.
Come a dire che oggi questi diritti sono di fatto negati a causa della condizione materiale di bisogno di chi si trova sotto la soglia di povertà, che non si modifica con tre euro in più, mentre la ricchezza ed il capitale appaiono sempre più arroganti e, difesi dal Governo, non intendono accettare “sacrifici” sul piano fiscale, rendendosi disponibili tuttalpiù a concedere caritatevolmente solo l’elemosina.
USB Pensionati