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Toscana Livorno

Italia paese di racconta storie e truffatori: RSU ALP sulle “votazioni” per il contratto nazionale dei porti

Livorno,

La RSU di Alp art.17 DEL Porto di Livorno, democraticamente eletta con tre rappresentanti USB ormai al quarto mandato, unica RSU presente all'interno del porto di Livorno che rappresenta 73 lavoratori. Una RSU democraticamente eletta ottenuta dopo due gradi di giudizio in tribunale contro l’Azienda e i suoi sindacati complici che non volevano a nessun costo, nonostante i lavoratori chiedessero maggiore democrazia, perdere il loro monopolio.
Sindacati confederali che cercano in tutti i modi con i loro “mezzucci” di impedire che i lavoratori si esprimano liberamente. Come successo recentemente nel terminal PSA di Genova. Salvo poi dare la colpa ai lavoratori se non partecipano o non scioperano.
Purtroppo, i lavoratori, negli ultimi trent'anni, sono stati abituati anche da questi sindacati a perdere salario e diritti. Difatti l'Italia è l'unico Paese in Europa in cui negli ultimi 30 anni i salari non sono cresciuti.  Stesse organizzazioni che parlano di sicurezza ma poi non appoggiano la proposta di introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Unico deterrente per evitare che, come successo con Luana D’orazio i padroni che hanno manomesso i macchinari se la siano cavata con un patteggiamento e neanche un giorno di galera.
Dopo queste doverose premesse veniamo al dunque.
Nonostante non siamo stati interpellati per la votazione sul rinnovo del contratto nazionale, CGIL CISL E UIL hanno avuto il coraggio e la faccia tosta di inventarsi un verbale dove si attesta una votazione falsa mai avvenuta.
La vera votazione è stata fatta in AUTONOMIA e su 73 lavoratori 56 hanno votato.  Tutti hanno votato contro la proposta di rinnovo.
Abbiamo amici iscritti e delegati in molti porti di Italia che ci riferiscono dinamiche simili in tutti i porti. Assemblee mai svolte e verbali evidentemente falsi.
Ai Confederali vorremmo ricordare che non sono stati unti dal Signore e che il loro accordo interconfederale stipulato con i loro amici padroni per noi resta anticostituzionale.  I lavoratori devono essere rappresentati da chi vogliono.
Inutile ora denunciare politiche autoritarie del governo quando ormai gli si è spianata la strada in questi anni distruggendo la democrazia nei posti di lavoro.
In Inghilterra in Germania ed in ultimo negli USA sono stati fatti scioperi veri e seri, quasi sempre ad oltranza e i risultati sono arrivati, addirittura con 600/700 euro di aumento l'anno per i prossimi 6 anni.  Non come qui in Italia che per capire le cifre di aumento dobbiamo dividere l'atomo. Stessa storia per quanto riguarda il riconoscimento del lavoro usurante.
Una farsa che va avanti da anni ed è bene sottolineare che già da 3 anni ci vengono sottratti soldi ogni mese dalle buste paga per un fondo che non esiste. Dove vengono accantonate queste risorse?
Vogliamo precisare che il LAVORO USURANTE LO DEVE RICONOSCERE E PAGARE LO STATO a tutti i lavoratori portuali.
Il rinnovo del CCNL di settore sarebbe stata anche l’occasione per  parlare di autoproduzione illegale dilagante in ogni banchina nazionale; si sarebbe potuto parlare appalti illegali che hanno invaso i porti e sarebbe stata l’occasione di mettere in evidenza le ore di straordinario senza controllo e senza rispettare quindi le 11 ore di riposo tra un turno e l’altro. Straordinari che vengono effettuati in molti casi da alcuni dipendenti delle imprese che sono costretti a rimanere a lavoro per raggiungere un salario dignitoso visto che sia il CCNL  che gli accordi di secondo livello spesso sono molto miseri.
E sarebbe stata anche l’occasione di ragionare sul ruolo degli armatori che si sono già comprati le banchine e che adesso si apprestano a comprare le Autorità Portuali. In questo modo non ci sarà più nemmeno la necessità di fingere di rispettare qualche Legge.
Avremmo potuto valutare e opporci all’utilizzo bellico delle nostre banchine pubbliche che vengono utilizzate per mandare armi di distruzione e morte nei teatri di guerra.
Nonostante la nostra organizzazione abbia iscritti nei maggiori porti e abbia il 5% della rappresentanza (così come indicato proprio nel famigerato accordo interconfederale) e abbia inviato richiesta formale Cgil,Cisl e Uil insieme alle organizzazioni padronali hanno negato la nostra partecipazione alle trattative del contratto nazionale.
Vogliamo concludere dicendo che un altro mondo è possibile, che nessuno può arrogarsi il diritto di rappresentare i lavoratori fornendo e pubblicando verbali palesemente falsi, come quello che ci riguarda.
Chiediamo le immediate dimissioni di chi ha convalidato e firmato questa farsa di verbale; in quanto l’unica votazione per l’ipotesi di accordo nazionale tra i lavoratori in forza ad Alp sono state organizzate da questa RSU in propria e costante autonomia.
E nessuno, né sindacati firmatari dell’ipotesi  di accordo e né tantomeno organi di stampa ci hanno chiesto i dati.

RSU ALP
Massimo Mazza
Giuliano Giuliani
Giacomo Pupi