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dal Coordinamento Nazionale

LA FINE CHE STIAMO FACENDO …

Nazionale,

alla DPL di Roma e non solo!

In attesa di un probabile ordine di servizio prossimo futuro relativo allo spostamento di personale dal Sevizio Politiche del Lavoro di via De Lollis n.12 verso gli Uffici di via Brighenti n.23, non possiamo non constatare come un’altra funzione del Ministero del lavoro rischi di sparire, come già è accaduto 14 anni fa per le  “politiche attive del lavoro” e come accadrà a breve al servizio ispettivo, quando, per esempio, l’istituto della conciliazione monocratica prevarrà  nel concreto sull’attività di vigilanza. Come infatti è noto a chi opera nel Servizio Ispettivo, per lo meno nelle grandi DPL, la maggior parte delle richieste d’intervento e delle segnalazioni che arrivano presso gli Uffici viene messa a conciliazione monocratica, spesso anche oltre gli elementi individuati dalla norma per una soluzione conciliativa della controversia. E anche questo “andamento” messo in atto dai burocrati della P.A. è tipico dei processi di affievolimento della cosa pubblica a favore del mercato.

 

La logica del “pochi maledetti e subito” va, come è ovvio, solo a favore degli imprenditori, è un incentivo come un altro alle aziende.

 

Non serve farci domande sul nostro  destino, come fa ogni lunedì la  Cgil rivolgendo il quesito: “ che fine faremo?” all’Amministrazione Centrale, le lavoratrici ed i lavoratori  degli Uffici territoriali stanno vivendo, ora ed in prima persona, gli effetti devastanti dello smantellamento selvaggio del servizio pubblico.

 

Proprio  mentre il servizio Politiche del lavoro della DPL di Roma ricominciava a dare segnali forti e concreti di “esistenza in vita” in controtendenza con un primo contraccolpo dovuto all’entrata in vigore  del c.d. collegato lavoro, è iniziata una pesante controffensiva.

 

E allora, via  i Presidenti di Commissione, via gli addetti di segreteria, stop alla trattazione delle conciliazioni monocratiche presso il SPL.

 

Come  è accaduto tutte le volte che un pezzo di “pubblico” è stato fatto fuori a beneficio del “privato”, anche ora lo smantellamento progressivo delle funzioni  del Servizio Politiche del Lavoro è preceduto ed accompagnato da insistenti voci  di  diminuzione sensibile dell’attività lavorativa, cosa che giustificherebbe  la riduzione di organico.

 

Ma le voci  che corrono  sono contraddette dai dati reali.

 

Già nel mese di Agosto veniva rilevato dall’URP dell’Ufficio l’aumento delle adesioni alle istanze di tentativo facoltativo di conciliazione da parte dei datori di lavoro.

Dal  1° Gennaio del 2011 ad oggi risultano circa 9.000 le istanze di convocazione presso la Commissione di conciliazione  e di queste circa 4.000 quelle conciliate.

A questo dato si aggiunge quello relativo alla trattazione delle conciliazioni monocratiche, in carico dal 4 Maggio 2011 ed assegnate per la relativa trattazione  sempre ai Presidenti di Commissione, circa 200.

Le controversie collettive trattate ammontano a circa 300 e ci piace riportare il risultato ultimo ottenuto con la mediazione del Servizio Politiche del Lavoro, l’accordo per la  stabilizzazione di 120 lavoratori impiegati nei servizi di pulizia per l’Alitalia - Aeroporto di Fiumicino.

Per non contare poi le sottoscrizioni di contratti a termine tramite procedura assistita dinnanzi ai nostri uffici, non meno di 100.  

 Dulcis in fundo, il deposito dei verbali di conciliazione in sede sindacale, 1.500 accordi effettivamente depositati, su cui viene esercitato un costante controllo sia sull’ autenticità delle sottoscrizioni che sulla rateizzazione del dovuto.

 

Potremmo fare tombola citando, ancora, i dati dei provvedimenti amministrativi, dai provvedimenti autorizza tori per l’interdizione anticipata alle convalide, ma capiamo che la posta in gioco riguarda soprattutto le funzioni di mediazione delle controversie di lavoro, boccone ambitissimo dagli enti bilaterali e associazioni  private varie.

 

Ci limitiamo ad osservare che in cinque giorni di avvio del protocollo unico anche nel SPL, gli atti in entrata doppiano quelli risultanti per il resto della DPL dall’inizio dell’anno.

In barba all’evidenza dei dati, si potrebbe anche sostenere che il servizio ispettivo marcia su ben altri numeri, ma allora non si spiegherebbe davvero l’esodo autorizzato di circa un centinaio di Ispettori dalla DPL di Roma negli ultimi cinque anni, fra riqualificati con  diritto  di opzione, riqualificati e basta e vincitori ex novo di concorso, sempre con diritto d’opzione, altrove collocati dopo brevissima permanenza nell’ufficio periferico romano.

 

In una lettera dello scorso mese di agosto, che l’USB ha reso nota facendola circolare in tutti gli Uffici del Ministero, proprio i dipendenti del Servizio Politiche del Lavoro di Roma ravvisavano nella mediazione delle controversie di lavoro una ragione irrinunciabile dell’esistenza stessa degli organi  periferici del lavoro, comunque siano riorganizzati.

Ed aggiungevano “… solo riaffermando la funzione istituzionale della mediazione delle controversie di lavoro, individuali, plurime o collettive che siano, potremmo riprenderci il nostro lavoro, altrimenti destinato a tramontare insieme agli uffici nei quali continuiamo a svolgerlo … una buona conciliazione dinnanzi alle Commissioni ex art.410 C.P.C., vale più di qualsiasi transazione a pagamento e … comporta un esame ben più attento delle questioni …”

Certo, un “servizio pubblico reso tanto ai lavoratori che alle imprese a costo zero e con notevole professionalità, volto anche ad alleggerire i Giudici del lavoro” resta scomodo a tanti, sicuramente a  tutti coloro che coltivano il mercato parallelo delle conciliazioni, senza nessuna reale tutela del lavoratore e senza alcuna garanzia di vera professionalità.

 

 Il comico  Benigni insegna quant’è bello amare il proprio lavoro, mentre il costituzionalista Zagrebelski ci spiega che oggi esistono solo consulenti e non più intellettuali, solo menti asservite al breve scopo e non più pensiero operativo e costruttivo.

Così, le lavoratrici ed i lavoratori della D.P.L. di Roma ancora una volta si troveranno a dover dire signorsì Direttore, non riuscendo però a dimenticare che la dignità, anche se non è commestibile, viene prima di tutto.

Roma 10 ottobre 2011             Coordinamento nazionale USB – Min. Lavoro e P.S.