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Editoriale

La manovra Meloni è scritta contro i poveri, a favore delle grandi imprese e dei redditi più alti. Convocano le parti sociali ma ascoltano solo i padroni

Nazionale,

Il testo che hanno portato in Parlamento è animato da un sentimento di odio e di avversione contro la parte povera del Paese mentre è in perfetta armonia con le richieste delle grandi imprese. Cancella il reddito di cittadinanza, reintroduce i voucher, colpisce e riduce la Naspi, utilizza la gran parte delle risorse per contenere i rincari energetici per le sole imprese, riservando alle famiglie una parte minima e residuale dei fondi stanziati, introduce nuovi attacchi alla progressività delle imposte con la flat tax per gli autonomi fino a 85mila euro, riserva una ridicola mancia alle pensioni minime, non prevede fondi per i rinnovi dei contratti pubblici e stanzia nuovi finanziamenti per la guerra. Sui salari l’intervento è anch’esso a favore delle imprese giacché i tagli al cuneo fiscale, benché minori di quelli reclamati da Bonomi, serviranno a contenere le piattaforme salariali di cgil, cisl e uil in occasione dei rinnovi dei contratti. Un insieme di misure che favoriscono la redistribuzione verso l’alto e di conseguenza sono destinate ad aumentare le disuguaglianze.

A far da corollario a queste scelte ci sono poi le accelerazioni sull’autonomia differenziata, le privatizzazioni dei servizi pubblici contenute nel ddl concorrenza, le assunzioni precarie nella pubblica amministrazione e ulteriori tagli alla sanità, dove si conferma il sostegno al modello privatistico della Lombardia.

È una manovra che prosegue nelle scelte dei precedenti governi, in particolare di quello Draghi, introducendo il livore contro le persone in difficoltà lì dove i precedenti ministri avevano mantenuto un certo aplomb che mirava a nascondere una identica logica.

In queste settimane il governo Meloni ha dato vita ad una giravolta di tavoli e incontri con le parti sociali, promettendo un continuo confronto e specifici approfondimenti su ogni tema e capitolo di politica economica e sociale. Parlano con tutti ma fanno solo quello che vogliono i padroni.

Unione Sindacale di Base