Una recente circolare del Capo Dipartimento ha reso immediatamente efficace per il personale dell’Amministrazione Giudiziaria la norma del famigerato collegato lavoro che rende agevole la revoca dei part time già autorizzati.
Con un’interpretazione fortemente negativa per i lavoratori interessati, si trasforma la facoltà di revisionare i contratti di part time in obbligo.
La nota ministeriale del 24 novembre u.s. getta infatti nel panico, fino a spingerli alla richiesta di un necessario licenziamento, i nostri colleghi più deboli: lavoratrici madri, lavoratori che assistono familiari disabili o bisognosi di cure, lavoratrici e lavoratori che hanno il posto di lavoro distante dalla propria famiglia e che, stante la vergognosa assenza di interpelli, sono stati costretti a trasformare in orario ridotto la propria prestazione lavorativa, riducendo il già magro salario.
Nonostante le gravissime carenze di organico che già rendono difficile garantire il minimo funzionamento degli uffici, l’Amministrazione –già responsabile di un vergognoso contratto integrativo grazie al quale i lavoratori dovranno lavorare di più e con nuove mansioni per guadagnare di meno, con la cancellazione del sostanzioso premio di produttività collettiva- rilancia l’attacco ai propri dipendenti con un meschino colpo assestato a danno dei più deboli.
La RdB P.I.-USB, da sempre vicina a tutti i lavoratori, ha scritto in data odierna all’Amministrazione invitandola a revocare questa disposizione che suona come un autentico oltraggio alla decenza.
Invitiamo tutti i colleghi, anche a coloro che non fossero interessati dal part time, a manifestare il loro sdegno per questo ulteriore attacco ai diritti.
Difenditi dai soprusi, aderisci e sostieni la
RdB P.I./USB.