All’incontro dell’11 settembre l’amministrazione s’è presentata al gran completo: presidente, direttore generale, capo del personale, capo della segreteria unica, capo delle relazioni sindacali. Si è voluto in tal modo dare un segnale di compattezza, come avevamo facilmente preventivato nel nostro volantino diffuso prima della riunione.
Confermata anche la nostra anticipazione in merito all’intenzione di erogare con lo stipendio di settembre un ulteriore acconto dell’incentivo 2016, solo che la cifra sarà più contenuta e si aggirerà sui 300 euro medi lordi, valore che invece sarà maggiorato per le sedi a cui nel frattempo è stato riconosciuto un incremento della percentuale di raggiungimento degli obiettivi rispetto alla precedente erogazione degli acconti.
Insomma, l’amministrazione quasi un anno fa ha incassato i risultati della produzione dei lavoratori, ma l’incentivo viene erogato col contagocce e per giunta si resta in balìa di uno scontro tra gli Organi per la nomina dell’OIV e la conseguente approvazione del Piano della Performance, che risulterebbero passaggi obbligati per erogare finalmente il saldo definitivo. Si può accettare questo senza reagire? Si può continuare a far finta che tutto vada bene, come pretenderebbe il direttore generale, quando i problemi sono sotto gli occhi di tutti e non se li inventa certo la USB?
Nell’incontro non si è parlato solo di incentivo, ma abbiamo incalzato l’amministrazione anche sulle assunzioni, sulla sicurezza e sulla riorganizzazione dei territori. Abbiamo più o meno ascoltato le solite cose, con l’aggiunta della promessa di far presidiare le sedi più grandi dalle forze dell’ordine. A costo di essere impopolari ribadiamo che non c’è bisogno di barricarsi dietro a vetri che comunque l’amministrazione ha dichiarato di non poter comprare per mancanza di fondi, come non c’è bisogno di militarizzare le sedi dell’Istituto, magari per avere poliziotti e carabinieri pronti a reprimere eventuali proteste interne piuttosto che contenere cittadini esasperati. Siamo convinti che prima di tutto c’è bisogno che l’INPS funzioni e bene, che torni ad essere un ente inclusivo, attento ai bisogni degli utenti, che fornisca risposte certe e servizi in tempi ragionevoli. Prima di affidare l’ordine interno a polizia e carabinieri l’amministrazione implementi il servizio di vigilanza, prevedendone la presenza in tutte le Agenzie, e si eviti di far aprire e chiudere gli stabili ai dipendenti, come avviene ancora oggi in alcune realtà. Si cominci dalle cose più semplici, che quasi sempre sono anche le più efficaci.