Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti e c’è qualcuno che già si è fatto l’idea di poter cavalcare quest’ondata di evidente rabbia fintamente anti establishment per guadagnare consenso, però con finalità qui dubbie, magari per ritagliarsi in questo momento uno spazio politico utili a colmare il vuoto siderale a sinistra del PD. Orami la CGIL sembra uno strumento che esiste soltanto a questo scopo, in questo atroce meccanismo di stampella del partito della Schlein che su guerra, lavoro e diritti è un partito balbuziente al pari dei dem USA di Kamala Harris.
L’elezione del Tycoon americano fa venire la pelle d’oca all’Europa ed in particolare alla Germania che potrebbe essere letteralmente travolta economicamente dai possibili dazi a cui Trump pensa. L’Europa sarà colpita dalla recessione e nel mentre l’austerità sarà utile solo a gonfiare di miliardi l’economia americana grazie all’acquisto esorbitante di armi e mezzi militari. L’Europa e ovviamente l’Italia saranno colpiti inesorabilmente in un accerchiamento economico senza precedenti; ma è proprio questa l’economia di guerra e gli USA sono pronti a farla anche a nostro danno.
“Serve una rivolta sociale” è così che parla il segretario generale della CGIL dopo la firma del contratto separato del pubblico impiego. E noi gli daremmo ragione se non fosse che conosciamo bene Maurizio Landini e sappiamo bene di cosa è capace pur di arrampicarsi negli spazi mediatici e politici.
Era il 2009 e il neo eletto segretario della Fiom-CGIL (si proprio lui, il Landini rivoluzionario) al grido di “Pronto ad occupare le fabbriche per difendere il lavoro” iniziava la prima volata che gli avrebbe permesso di diventare nel giro di pochi anni segretario generale della CGIL.
Peccato che in quel decennio di contrasto prima agli accordi separati nel metalmeccanico, poi al modello Marchionne, la Fiom è stata costretta non ad occupare le fabbriche, ma a rimangiarsi tutto, sottoscrivendo prima il contratto nazionale con deroghe e modello salariale basato sull’Ipca e poi anche il modello di rappresentanza sindacale totalmente antidemocratico, che permette di sottoscrivere a maggioranza ogni genere di accordo sindacale senza il bisogno del voto dei lavoratori.
Ma quale rivolta, Landini? Anche nel 2015 (basta cercare su Google) ritorna di nuovo il grido del segretario rivoluzionario: “Pronti ad occupare le fabbriche”. Peccato che la sua CGIL invece di occupare le fabbriche sul renziano JobAct, ovvero la cancellazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, ci fece una battaglia miseranda e contraddittoria, con gli ex-segretari della CGIL che in parlamento votarono tutti questa riforma.
Ci ricordiamo tutto Landini, ci ricordiamo della tua “via maestra”, ci ricordiamo della coalizione sociale che avrebbe dovuto cambiare il volto di un mondo del lavoro da cui spariva la costituzione. Ci ricordiamo della Fiat e di Marchionne. Ci ricordiamo di quando dovevi occupare le fabbriche… ma poi ti sei svenduto tutto.
Firmi contratti nazionali con minimi salariali a 5 euro al mese e poi scioperi per il salario? Sottoscrivi patti di sangue con le imprese che riformano il modello di rappresentanza, di contrattazione, “patti per la fabbrica” sui diritti su salute e sicurezza e poi ti lamenti degli accordi separati e delle morti sul lavoro? Accompagni per decenni la dismissione industriale di questo paese e poi ti svegli di colpo e ti accorgi che i padroni sono brutti e cattivi.
Cgil e Uil ora organizzano uno sciopero generale posticcio, che mira più che altro ad affermare il proprio diritto di esistenza davanti a governi e padroni che non hanno più bisogno nemmeno del sindacalismo complice per compiere le loro nefandezze. Quello dei confederali (meno uno) sarà uno sciopero generale pieno di contraddizioni, davvero troppe ed è proprio per questo noi non possiamo starci e confermiamo lo sciopero che ben prima avevamo proclamato e che è previsto per il 13 Dicembre 2024.