Salerno, 31.3.2012
Al Direttore Generale della ASL di Salerno
dott. Attilio Bianchi
Sede
Oggetto : vicenda del dott. Giuseppe Pistolese .
La scrivente ha appreso che con delibera numero 254 del 28 marzo 2012 si sarebbe dato corso alla reintegra in servizio del primario in oggetto, ancorché questi abbia certamente raggiunto ogni requisito per la messa in quiescenza.
Alcune incertezze difensive dell'azienda avrebbero determinato un provvedimento da parte del Tribunale Amministrativo della Campania che ha costretto l'amministrazione a patire l'effetto dei suoi errori.
La scrivente precisa che non intende fare alcuna valutazione di merito sulla persona del primario oggetto della vicenda, ma una mera riflessione sull'ennesimo ingiusto costo già caduto sull'amministrazione per il pagamento di retribuzioni arretrate come evidenziato da atti deliberativi dell'azienda.
A tanto si aggiunge un ulteriore costo di reinserimento di un lavoratore, ampiamente in possesso dei requisiti pensionistici, mentre decine di giovani medici meridionali non trovano collocazione e sono costretti ad emigrare, anche all'estero, privando di un prezioso giacimento culturale il nostro territorio.
Non è compito della scrivente dare suggerimenti di tipo processuale ma, forse, un atto di autotutela nei confronti del professionista con riserva di recupero dei danni patiti da parte dall'azienda, in uno ad un ricorso d'urgenza al giudice del lavoro che ne convalidi l'efficacia sarebbe una possibile ed opportuna soluzione.
In ogni caso la scrivente chiede che si esca da questa incredibile vicenda con scelte orgogliose ed in linea con i sacrifici che tutto il personale sta subendo per la ristrutturazione della sanità
La scrivente vuole ricordare che, sempre nel rispetto delle persone, taluni comportamenti professionali della struttura immunotrasfusionale sono stati oggetto, dalla scrivente Organizzazione Sindacale, di puntuale denuncia all'autorità penale con indagini in corso che dimostrano la opportunità di chiarezza e, in ogni caso, com'è nel suo stile, la scrivente ritiene sia compito unico della magistratura individuare eventuali responsabilità.
Persistendo l'attuale stato di assoluta illegittimità la scrivente valuterà ogni opportuna azione a tutela del patrimonio dell'azienda, di tutti cittadini e dei lavoratori che vi operano con grandi sacrifici anche con rappresentazione alla magistratura contabile perché, se vi sono stati errori, chi li ha commessi è giusto che paghi.
Si chiede un urgente incontro sulla problematica, formulando ogni opportuna riserva di tutela degli interessi evidenziati.
Distinti saluti
Il Coordinatore Regionale USB Sanità
-Vito Storniello -
1 aprile 2012 – ROMA Cronaca
“RAGGIUNTA ETA’ PER LA PENSIONE ED E’ ULTERIORE COSTO PER L’AZIENDA
L’Usb contro il reintegro di Pisolese
Con la delibera 254 del 28 marzo l'ospedale di Salerno, il San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, ha reintegrato al suo posto di primario dell'unità operativa immunotrasfusionale, il dottor Giuseppe Pistolese. La vicende del dottor Pistolese è di lunga data: i raggiunti limiti d'età per il servizio (il primario ha 67 anni) gli avevano interdetto l'accesso alla proroga che lui stesso aveva richiesto all'ufficio del personale del Ruggi che l'aveva rispedita al mittente. Immediato fu il ricorso di PistoIese e lo scorso agosto già avrebbe dovuto riprendere le sue mansioni. A dar ragione definitivamente al medico è stato il Tar della Campania che ha stabilito il suo reintegro all'interno dell'azienda ospedaliera salernitana. Un reintegro su cui è intervenuta l'Usb nella persona del coordinatore regionale del settore sanità, Vito Storniello: il dottore PistoIese, di cui non vengono messe in discussione le qualità personali e professionali, ha raggiunto i limiti dell' età pensionistica e il suo ritorno in ospedale rappresenta un ulteriore costo per le già tormentate casse dell'azienda sanitaria.
«Alcune incertezze difensive dell'azienda - scrive Storniello in una nota indirizzata al direttore generale, Attilio Bianchi - avrebbero determinato un provvedimento da parte del Tribunale amministrativo della Campania che ha costretto l'amministrazione a patire l'effetto dei suoi errori. Non intendiamo fare alcuna valutazione di merito sulla persona del primario, ma una mera riflessione sull'ennesimo ingiusto costo già caduto sull'amministrazione per il pagamento di retribuzioni arretrate come evidenziato da atti deliberativi dell'azienda. A tanto si aggiunge un ulteriore costo di reinserimento di un lavoratore, ampiamente in possesso dei requisiti pensionistici, mentre decine di giovani medici meridionali non trovano collocazione e sono costretti ad emigrare, anche all'estero, privando di un prezioso giacimento culturale il nostro territorio. In ogni caso chiediamo che si esca da questa incredibile vicenda con scelte orgogliose ed in linea con i sacrifici che tutto il personale sta subendo per la ristrutturazione della sanità. Vogliamo ricordare che, sempre nel rispetto delle persone, taluni comportamenti professionali della struttura immunotrasfusionale sono stati oggetto, da parte nostra, di puntuale denuncia all'autorità penale con indagini in corso che dimostrano la opportunità di chiarezza e, in ogni caso, com'è nel suo stile, la scrivente ritiene sia compito unico della magistratura individuare eventuali responsabilità. Persistendo l'attuale stato di assoluta illegittimità valuteremo ogni opportuna azione a tutela del patrimonio dell'azienda, di tutti cittadini e dei lavoratori che vi operano con grandi sacrifici anche con rappresentazione alla magistratura contabile perché, se vi sono stati errori, chi li ha commessi è giusto che paghi».