Oltre 1000 precari appartenenti a tutti i Comparti del Pubblico Impiego e della Ricerca hanno partecipato questa mattina a Roma al presidio davanti al Ministero della Funzione Pubblica, indetto dalla RdB-CUB e dalla Usi-RdB Ricerca per chiedere il ritiro di tutti i provvedimenti “ammazzaprecari” varati dal Governo e la stabilizzazione di tutte le tipologie di contratti precari.
Consistente la partecipazione dei precari della Ricerca, comparto fra i più colpiti dall’emendamento anti-stabilizzazioni, che hanno inscenato una “compravendita dei cervelli”, con tanto di spedizione ai centri di ricerca internazionali dei pacchi contenenti i cervelli dei ricercatori italiani.
Una delegazione sindacale è stata ricevuta a Palazzo Vidoni. Nel corso dell’incontro i rappresentanti RdB-CUB hanno sottolineato la necessità di un’inversione di rotta complessiva sulla questione precarietà nel Pubblico Impiego, ricordando la propria posizione già critica nei confronti dei provvedimenti adottati dal Governo Prodi, limitati per quantità e qualità. La delegazione ha chiesto di incontrare il Ministro in occasione dello sciopero generale del prossimo 17 ottobre, ai fini di avviare un confronto serio volto a eliminare il precariato dalla P.A. attraverso la stabilizzazione di tutti gli oltre 300.000 precari, la revisione a rialzo delle dotazioni organiche necessarie all’erogazione dei servizi pubblici, lo sblocco totale della copertura del turn-over ed un investimento in termini economici sul servizio pubblico.
Nell’incontro è emersa la volontà del Ministero di monitorare la situazione del precariato a partire dalla Ricerca. I rappresentati Usi-RdB, pur accogliendo positivamente l’intenzione di conoscere a fondo la situazione nei vari Enti, hanno ribadito che per dare certezze ai lavoratori servono atti concreti, volti superare gli ostacoli economici e quelli relativi alla dotazione organica.
Al termine dell’incontro tutte le delegazioni presenti al presidio si sono lasciate con l’impegno a continuare la mobilitazione fino al definitivo ritiro dei provvedimenti ammazzaprecari e ad organizzare una presenza di massa dei precari allo sciopero generale nazionale di 24 ore, indetto per il 17 ottobre da CUB Cobas Sdl, con manifestazione nazionale a Roma.
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RICERCA: INCONTRO AL MINISTERO PER IMPEDIRE I LICENZIAMENTI E RILANCIARE LE STABILIZZAZIONI
Questa mattina, nell’ambito del presidio che ha visto oltre 1000 precari manifestare con RdB e Usi-RdB davanti al Ministero della Funzione Pubblica, una delegazione sindacale ha incontrato alcuni rappresentanti del Ministero.
“Abbiamo chiesto con determinazione il mantenimento dei posti di lavoro dei precari attraverso l'applicazione dell'articolo 5 del Contratto Nazionale (conversione per co.co.co. ed assegni di ricerca), insieme al rilancio del piano di stabilizzazione ed un aumento delle piante organiche e dei fondi strutturali. Questo è quello che si deve fare se si vuole investire nella Ricerca Pubblica, il resto sono chiacchiere”, ha dichiarato dopo l’incontro Claudio Argentini, vice segretario nazionale di USI/RdB Ricerca.
“Dall’incontro - continua Argentini - è emerso inoltre che molte problematiche scaturiscono anche da quanto previsto dal protocollo sul welfare che, vale la pena ricordarlo, è stato firmato da quei sindacati che oggi tentano di mascherarsi da paladini dei precari.”
I rappresentanti del Ministero hanno confermato che il Ministro Brunetta inizierà un percorso di ricognizione del precariato nel settore Ricerca allo scopo di valutare meglio la situazione, sottolineando che le norme che hanno disposto la stabilizzazione restano al momento vigenti così come l'articolo 5 del contratto, che prevede per i contratti durata quinquennale.
Conclude Argentini: “In attesa del monitoraggio predisposto dal Ministro, l’atteggiamento riscontrato oggi va valutato positivamente ma con molta cautela. Certo è che non intendiamo interrompere le mobilitazioni fino a quando non avremo la certezza che i precari della ricerca manterranno il posto di lavoro e che si costruirà per loro una prospettiva di stabilizzazione. Il prossimo appuntamento è quello dello sciopero generale del prossimo 17 ottobre, appuntamento che vedrà i precari della ricerca partecipare massicciamente, contro le politiche di questo Governo tese a smantellare tutto ciò che è pubblico, Ricerca compresa”.
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7 ottobre 2008 - AMI agenzia multimediale italiana
Precari. AAA vendesi cervello
Rdb-Cub contro la norma 'ammazzaprecari'
di sara sartori
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Roma - Si sono riuniti questa mattina nei pressi di palazzo Vidoni i precari delle amministrazioni pubbliche e in particolari i ricercatori di diversi centri queali INEA, CRA, ISFOL, INRAN, ENEA, ISS e INGV. Lo slogan della manifestazione è stato 'AAA vendesi cervello' a sottolineare la crisi che l'emendamento 'ammazzaprecari' presentato dal ministro Brunetta, porterà nel mondo della ricerca con l'uscita dai centri di migliaia di giovani e meno giovani ricercatori.
Sono scesi in protesta i precari delle pubbliche amministrazioni Rdb-Cub, contro i provvedimenti messi in atto dal ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Questa mattina, a Piazza Vidoni, accanto all'omonimo palazzo, sede del dicastero di riferimento, si sono riuniti precari degli istituti di ricerca per chiedere l'annullamento dell'emendamento all’articolo 37 del 1441- quater, che di fatto vieta alle pubbliche amministrazioni la riassunzione dei dipendenti dopo la scadenza dei contratti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa e i così detti contratti di lavoro subordinato.
«Noi chiediamo il ritiro totale dell'emendamento, cioè il completamento di tutti i processi di stabilizzazione del pubblico impiego – spiega Carmela Bonvino, rappresentante sindacale Rdb - e addirittura chiediamo che vengano stabilizzati quei contratti come co co co, contrattisti, ricercatori ecc, che sono stati esclusi dai provvedimenti dei precedenti governi».
Lo slogan scelto da tutti i precari presenti, provenienti da INEA, CRA, ISFOL, INRAN, ENEA, ISS e INGV, è "AAA vendesi cervello". Durante la protesta i precari di Usi-RdB hanno dato vita al "mercatino dei cervelli", con la conseguente spedizione dei pacchi nei centri di ricerca internazionali. Intanto si moltiplicano le attestazioni di solidarietà ai precari che provocatoriamente si sono messi all’asta su E-bay per denunciare la svendita delle professionalità determinata dai provvedimenti 'ammazzaprecari' del governo.
7 ottobre 2008 - Omniroma
RICERCA, PRESIDIO PRECARI RDB-CUB DAVANTI MINISTERO FUNZIONE PUBBLICA
(OMNIROMA) Roma, 07 ott - «Precari sfruttati, dipendenti umiliati», «Per una ricerca meno precaria» questi gli slogan dei lavoratori precari delle Rdb-Cub davanti a Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica. Continua con il presidio di oggi, organizzato da parte dei sindacati e ricercatori di Ispra, Isfol, Cnr, Ingv e Inaf, Istat, Inran ed Enea, l'agitazione a seguito della conversione del decreto Brunetta in legge n.133 del 2008. A spiegare i motivi della protesta a piazza Vidoni Marco Possenti, 37 anni, ricercatore a tempo determinato per Inran: «Il senso di questa assemblea è lo stesso della manifestazione indetta dalla Cgil la scorsa settimana, ovvero chiedere al Governo il ritiro dell'emendamento (art. 37-bis ddl 1441) che blocca il processo di stabilizzazione anche nei nostri settori, licenziando migliaia di ricercatori, tecnologi, tecnici ed amministrativi e contro il quale i lavoratori stanno manifestando in tutte le sedi di lavoro già da tempo. In Inran, Istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, non si ha un concorso pubblico dal 1993 e, tengo a precisare, che noi ricercatori non siamo pagati dallo Stato ma la nostra retribuzione avviene sulla base di fondi di ricerca, fondi comunitari o dal Ministero delle Politiche agricole e forestali da cui dipendiamo come istituto». Il sit-in, iniziato alle 9.30 si protrarrà per l'intera giornata, dovrebbe concludersi con un incontro tra le parti come chiarisce Possenti: «Dovremmo riuscire a incontrare un Sottosegretario alla Funzione Pubblica per spiegare le nostre ragioni, anche se il condizionale è d'obbligo».
8 ottobre 2008 - L'Unità
Vulcanologi «a tempo»: cosa faremo a contratto scaduto?
A rischio il futuro di 400 precari dell’Ingv. Con meno personale anche meno sorveglianza sui sismi
di Livia Ermini
Roma - A DISTANZA di una settimana sono tornati a manifestare sotto il Dicastero della Funzione pubblica. I lavoratori della Amministrazione Statale continuano la battaglia contro l’emendamento ammazza-precari del Ministro Brunetta. Ieri a Palazzo Vidoni erano un migliaio, aderenti al sindacato Rdb, con bandiere e cartelli di indignazione. Tra loro un nutrito gruppo di ricercatori, i più colpiti dal provvedimento, che hanno allestito un "mercato dei cervelli". Armati di scatoloni hanno simbolicamente impacchettato la loro materia grigia inviandola agli istituti di ricerca all’estero. Qualche giorno fa si erano messi in vendita su E-bay al miglior offerente. Un’ironia amara che la dice lunga sulla prostrazione di giovani e meno giovani che vedono anni di studio e di lavoro. «Il mio contratto scade ad agosto – racconta Simone Atzori ricercatore all’Istituto di geofisica e vulcanologia - dopo quella data non so cosa accadrà». Nella sua voce non c’è rassegnazione ma voglia di battersi per quel posto a cui ha diritto. 35 anni, gran parte dei quali spesi nella formazione, Simone dopo la laurea in ingegneria ambientale ha lavorato per 2 anni per la protezione civile e nel 2003 è approdato all’Ingv. Oggi si occupa di telerilevamento e analisi di immagini con sistemi satellitari. Se l’emendamento non verrà ritirato la sua esperienza potrebbe chiudersi presto. Come lui altri 400 precari dell’Istituto (quasi la metà dei dipendenti) potrebbero andare a casa dopo il 1° luglio 2009 termine oltre il quale scatta l’impossibilità di rinnovare i contratti a tempo. Perdendo personale qualificato l’ente potrebbe addirittura chiudere non assicurando più servizi di sorveglianza dell’attività sismica e vulcanica nazionale e compromettendo tempestivi interventi in caso di terremoti.
Verso le 12 una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dai funzionari del Ministero che hanno confermato la decisione di Brunetta di svolgere un percorso di ricognizione del precariato negli enti di Ricerca per valutare meglio la situazione. Gli oltre 5000 ricercatori di Isfol, Cnr, Ispesl, Ispra comunque torneranno in piazza il 17 ottobre prossimo in occasione dello sciopero generale contro le politiche del governo.