Il piano di riorganizzazione dell’area metropolitana di Milano, partorito dal “tavolo tecnico”, è figlio di un confronto regionale viziato dalla esclusione di USB.
La Direzione regionale continua testardamente a parlare di tavolo tecnico, quando è del tutto evidente che di tecnico quel tavolo ha avuto ben poco.
Segnaliamo in estrema sintesi le decisioni adottate in quella sede: chiusura, accorpamento e riduzioni a punto cliente delle agenzie territoriali; soppressione di 29 posizioni organizzative; redistribuzione dei carichi di lavoro tra le strutture per effetto del riazzonamento dei CAP; spostamenti di vari uffici tra le strutture con conseguente mobilità (anche d’ufficio) del personale.
Vi sembrano decisioni tecniche queste?
USB viene accusata di non aver condiviso le linee guida proposte nei primi due incontri, senza ricordare che avevamo chiesto a più riprese un piano dettagliato della riorganizzazione, ritenendo riduttivo e generico il contenuto delle linee guida. Per questa nostra posizione, del tutto legittima e motivata, Quattrone ha ritenuto di escluderci dal confronto tecnico. Una volta esclusa USB, guarda caso ecco apparire come per miracolo il piano di riorganizzazione con tutti gli allegati. Finalmente la discussione poteva andare avanti senza quei “rompicoglioni” di USB.
Se fossimo stati convocati al tavolo “finto-tecnico” avremmo potuto dire la nostra: qualche idea in merito alla riorganizzazione ce l’abbiamo anche noi!
Come già proponemmo nel negoziato risalente al 2009, purtroppo senza essere ascoltati, la vastità e complessità del territorio metropolitano richiederebbero la istituzione di due Filiali di Coordinamento, come è stato deciso per altre aree metropolitane (Roma e Napoli, per esempio). Avremmo manifestato la nostra contrarietà al pagamento delle indennità per le posizioni organizzative da sopprimere, considerato che le risorse vengono prelevate dal fondo di tutti i lavoratori, quando invece si è arrivati anche a mettere in forse il pagamento dello straordinario già autorizzato: una disparità di trattamento che grida vendetta!
Avremmo detto che la riunificazione dell’Agenzia Interna di via Pola con la Direzione metropolitana ci trova d’accordo, se non altro perché avevamo fortemente osteggiato la “frattura” decisa sempre con l’accordo del 2009, tuttavia abbiamo forti riserve sull’adeguatezza dello stabile di via Pola; a nostro avviso l’Amministrazione dovrebbe trovare un altro stabile in zona, che dia maggiori garanzie di sicurezza per i lavoratori che ospita e per gli utenti.
Questo e altro avremmo potuto dire, se solo ce ne fosse stata data la possibilità.
Oggi apprendiamo che il piano è stato inviato alla Direzione generale per l’approvazione definitiva. A questo punto i giochi sembrano fatti. Il confronto sindacale ormai ha perso ogni importanza per la Direzione regionale: dubitiamo che ci sarà un futuro passaggio sul “tavolo politico” per una firma definitiva delle OO.SS., che risulta del tutto superflua; una volta acquisiti i pareri favorevoli del Comitato Provinciale e Regionale, e trasmesso ufficialmente il piano e gli allegati alla Direzione Generale, il piano non sarà più emendabile.
Per quanto ci riguarda, il discorso ovviamente non è affatto chiuso. Il coordinamento nazionale USB Inps ha già inviato venerdì scorso una diffida agli organi centrali (vedi allegato), perché non approvino il piano della Direzione regionale e si adoperino per il ripristino di corrette relazioni sindacali in Lombardia.
Un mancato riscontro alla nostra legittima richiesta comporterà inevitabilmente una denuncia per comportamento antisindacale.
USB INPS MILANO
Aderente
alla FSM