La Corte di Appello di Torino conferma la sentenza di primo grado: gli 8 riders che avevano proposto ricorso contro Glovo devono essere considerati lavoratori subordinati a tutti gli effetti. Confermata anche la condanna al pagamento delle differenze salariali.
La sentenza di oggi si aggiunge alle ormai molte altre che negli anni hanno riconosciuto i rider come lavoratori subordinati. Questo accumularsi di pronunciamenti dei tribunali conferma il fatto che Uber Eats non può impunemente lasciare a casa 8500 rider con una mail, e rafforza le nostre rivendicazioni perché sia aperto un procedimento di licenziamento collettivo e venga corrisposto a tutti i rider la parte di salario non percepita perché non inquadrati come lavoratori subordinati.
Riteniamo che le istituzioni debbano assumersi subito la responsabilità di tutelare i rider, non solo quelli di Uber Eats, oggi sotto licenziamento, ma tutti i rider di tutte le piattaforme, alle quali deve essere imposta l’assunzione dei rider con il CCNL Logistica, senza accordi peggiorativi di secondo livello come Scoober. Quanto sta accadendo con Uber Eats non deve potersi ripetere.
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