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Trasporto ferroviario

Salvini e il chiodo che blocca l'Italia: il Ministro scarica ogni responsabilità di guasti e ritardi

Roma,

Dopo un’estate di grande sofferenza per i passeggeri dei treni italiani, vittime di costanti ritardi, l'inizio dell'autunno non si è certo presentato meglio. Altre giornate di disservizi che colpiscono democraticamente sia i soliti poveri pendolari sia chi viaggia sulle frecce, peraltro pagando biglietti piuttosto cari; non ultimo quanto accaduto ieri nel nodo ferroviario romano, tra le stazioni di Termini e Tiburtina, dove sono scomparsi dai binari non meno di 100 treni e quelli rimasti hanno raggiunto pure i 200 minuti di ritardo.

Il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha scaricato tutta la colpa dei disservizi del 2 ottobre su un chiodo, che uno sventurato operaio di una ditta privata avrebbe maldestramente piantato su un cavo, sgravandosi delle responsabilità che il committente di RFI dovrebbe invece ricoprire e giustificandosi che, a lui, competono le risorse e non certo di stare a controllare cosa accade di notte nelle cabine elettriche lungo i binari del nostro Paese.

L'unico chiodo pericoloso che vediamo in giro è quello per le grandi opere con il quale Salvini sta martellando l'opinione pubblica italiana, sulle quali è pronto a investire risorse che evidentemente dovrebbero essere indirizzate verso i reali bisogni dei viaggiatori italiani e dei lavoratori delle ferrovie, sfiancati questi ultimi da una crisi organizzativa di cui il management di RFI e dello stesso gruppo FSI dovrebbe essere chiamato a rispondere

Salvini e il dicastero che presiede non hanno dato e continuano a non dare riscontri alle denunce che vengono inoltrate dalla nostra organizzazione sullo stato delle ferrovie e sugli appalti ai privati, ormai da anni, anzi ha chiuso le porte alle proteste dei lavoratori e lavoratrici, incluse quelle verso accordi sindacali folli fatti con RSU scadute da anni. Si è anche assunto la responsabilità di lasciare fuori le delegazioni dei lavoratori, mentre gli scioperi si succedono nelle ferrovie con adesioni sempre più alte da parte del personale viaggiante e dei manutentori dell'infrastruttura.

Il ministro è il responsabile dei trasporti di questo Paese, nonché il committente unico della rete ferroviaria di cui dovrebbe rispondere rispetto sicurezza ed efficienza, evitando di cercare il capro espiatorio in un chiodo.

In un Paese serio un ministro dei trasporti rispetto quanto accaduto si sarebbe messo in discussione, non azzardiamo neanche a pensare a lasciare la cadrega, ma è un Paese che ha Salvini ministro rischia di non poter essere preso sul serio.

Unione Sindacale di Base – Trasporti