L'oro di Cappellacci e il grano di Cappelli: l'industria che uccide e l'agricoltura che rinasce.
A Furtei, 45 chilometri a nord di Cagliari, c'è una gigantesca bomba ecologica che dovrebbe preoccupare Ugo Cappellacci più degli scandali giudiziari.
Poco prima di lanciarsi in politica l'attuale governatore è stato presidente, dal novembre 2001 al luglio 2003, della Sardinia Gold Mining. Finanziata dalla Regione con il 10 per cento del capitale, la società controllata da azionisti australiani aveva ottenuto negli anni '90 il permesso di estrarre l'oro bucando queste colline. La miniera di Santu Miali era in piena attività mentre Cappellacci guidava il cda: l'oro si ricavava triturando le rocce e scomponendole con bagni di aggressivi chimici. La corsa all'oro però è finita malissimo. Il 5 marzo 2009, dopo anni di crisi, la società è fallita. E la bonifica dei terreni è rimasta inattuata.
Nel bacino si è creato un lago di scorie velenose: cianuro, arsenico, mercurio, piombo. A sorvegliarle è un gruppo di ex operai che ogni giorno mettono in moto le pompe per sollevare l'acqua inquinata fino alla vasca di raccolta. In caso di alluvione o incidente (allarmi già scattati più volte), i veleni si rovescerebbero dai torrenti per centinaia di ettari di campagne. L'agenzia regionale per l'ambiente ha confermato il disastro, ma non pubblica i dati. E a pagare la bonifica sarà proprio la Regione di Cappellacci, che ha già anticipato 250 mila euro solo per tamponare l'emergenza.
Ora sulle stesse colline è in corso un miracolo agricolo: il grano duro intitolato a un politico d'altri tempi, il senatore Cappelli, sta arricchendo (40 euro al quintale) centinaia di contadini. Abbandonato dall'agro-industria perché cresceva fino a due metri, è saporitissimo, non ha bisogni di pesticidi, non provoca allergie ed è ricco di vitamine. Un tesoro naturale più prezioso dell'oro.
v Guarda il video - Il cianuro abbandonato nell'ex miniera d'oro - Link
di Paolo Biondani, ha collaborato Carlo Porcedda - L’Espresso -