NON SONO SOLTANTO VALUTAZIONI DELL’U.S.B. - MA i redditi delle famiglie italiane non bastano più per vivere, ora lo ammette anche LA BANCA D’ITALIA CHE CONFERMA CHE: ♣ il 10% delle famiglie italiane detiene circa il 50% della ricchezza totale del Paese, mentre il restante 90% delle famiglie detiene il rimanente 50% della ricchezza; ♣ il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni si è più che dimezzato mentre non hanno subito alcuna flessione i compensi dei top manager che continuano a guadagnare 163 volte di più di un lavoratore medio. L’ISFOL HA CONFERMATO CHE: un lavoratore con contratto a tempo determinato guadagna circa il 50% in meno di uno che ha il contratto indeterminato. LE NAZIONI UNITE CONFERMANO CHE: in Italia oltre il 30% dei lavoratori ha un contratto di lavoro precario. L’ISTAT HA CONFERMATO CHE: nel 2012 l’inflazione è aumentata del doppio; ♣ gli stipendi sono ritornati indietro di 30 anni, ai livelli del 1983, 17.000 € medi a testa; ♣ il costo della vita è raddoppiato negli ultimi 10 anni; ♣ è calato il potere d’acquisto delle famiglie italiane, quasi il 5% in meno nel solo 2012 e la crescita dei prezzi è stata doppia rispetto a quella dei salari; ♣ 6 famiglie su 10 fanno fatica ad arrivare a fine mese; ♣ i poveri in Italia sono 8 milioni; ♣ quasi 5 milioni di lavoratori sono in attesa del rinnovo di 32 contratti nazionali, tra cui quello degli autoferrotranvieri.
Sono anche questi gli effetti della politica sindacale di “moderazione salariale” che da decenni Cgil Cisl e Uil stanno promuovendo e “vendendo” come necessaria al rilancio dell’economia del Paese. Purtroppo per loro, anche importanti Istituti di ricerca nazionali e internazionali hanno smentito con i numeri la validità di tale politica, che ha portato solo sacrifici e privazioni per le famiglie e per i lavoratori.
Ciononostante questi sindacati - complici del Governo e degli imprenditori - continuano a firmare senza alcun mandato degli accordi, senza considerare che anche la categoria degli autoferrotranvieri non ha mai richiesto e non vuole certo che sul tavolo di trattativa si discuta di:
aumentare dell’orario di lavoro obbligare lo straordinario ridurre le ferie peggiorare il trattamento economico in malattia utilizzare di più i contratti precari e il lavoro “flessibile” eliminare gli scatti di anzianità cancellare degli accordi che tutelano il personale inidoneo.
I lavoratori del trasporto pubblico vogliono invece un rinnovo del contratto nazionale che porti:
AUMENTI SALARIALI DIGNITOSI IN LINEA CON QUELLI EUROPEI E CON IL COSTO DELLA VITA
MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO SENZA PRECARIETÀ
GARANZIE PER LA SICUREZZA E LA TUTELA DELLA SALUTE
RISPETTO DELLA DIGNITÀ DEI LAVORATORI
RIDISCUSSIONE DELLA NORMATIVA DISCIPLINARE RISALENTE AL 1931
RICONOSCIMENTO DI PARI DIGNITÀ E DIRITTI A TUTTE LE OO.SS.
PER QUESTO SI SCIOPERA VENERDÌ 14 GIUGNO PER L’INTERA GIORNATA
Aderente
alla FSM