Come volevasi dimostrare. La seconda e decisiva fase dei bandi per l’attribuzione della responsabilità delle posizioni organizzative relative ai nuovi organigrammi del Lazio si è esaurita senza il benché minimo cambiamento, insomma nessuna novità nonostante il serrato calendario di colloqui, senza respiro e senza senso.
Per la verità, i complimenti per la preparazione e la professionalità dimostrate da molti candidati durante i colloqui si sono anche sprecati ma, nella sostanza, nulla è cambiato. E non poteva essere altrimenti, se si considera l’inestricabile sistema di clientele messo su dai soliti noti, che ha portato un anno e mezzo fa ad una vera e propria lottizzazione nella regione. Encomi, poi fumo negli occhi.
Legittimo chiedersi a questo punto che senso ha dare vita ad un simile “tour de force” giornaliero se poi non si sposta paglia, che il gatto o la volpe non voglia. A conti fatti, la preoccupazione della direzione regionale è stata soltanto quella di salvare la faccia, offrendo una parvenza di oggettività ai bandi di selezione e dando per ciò stesso la stura ad una finta selezione, con la scusa di “riascoltare tutti”, mentre la regia era già fissata a tavolino. Una vera beffa per i candidati.
A ciò aggiungasi che i colloqui, nonostante le reiterate richieste USB purtroppo ancora solitarie data la completa insipienza, a livello regionale, di CGIL e CISAL (a proposito, ma che fine hanno fatto?), si sono ancora una volta tenuti a porte chiuse, a dispetto di quanto avviene ormai da tempo in altre regioni (come la Lombardia) ed in totale dissonanza con le iniziative assunte in regioni limitrofe.
E’ della scorsa settimana infatti la convocazione urgente da parte del direttore regionale della Toscana rivolta a tutte le OO.SS. per definire insieme i criteri e le modalità “da adottare per l’attribuzione delle nuove posizioni organizzative e la titolarità delle agenzie” (vedi comunicazione del 13.03.2012 per il 20.03.2012): una convocazione nei modi e nel tempo distante purtroppo anni luce dal Lazio.
Quanto è costata in tempo e denaro all’Istituto una giornata di finte selezioni? E lo stress al quale sono stati sottoposti in queste settimane i colleghi dove lo mettiamo? E perché a quelli provenienti dalle province è stato negato anche un doveroso rimborso per le spese di viaggio comunque documentate? E il ticket? Quesiti insoluti, perché evidentemente non proprio in cima ai pensieri di questa direzione regionale la quale si è limitata a rispondere in maniera sommaria alla nostra pressante richiesta di una maggiore trasparenza, trincerandosi dietro gli “atti di natura privatistica” ai quali farebbero riferimento i rapporti di lavoro del pubblico impiego, dimenticando completamente i contratti collettivi nazionali di lavoro e confondendo la gestione degli strumenti con la gestione delle persone, con buona pace per l’imparzialità e la trasparenza di cui all’art. 2 del DL 80/98.
Ciò premesso, alla luce (si fa per dire) della crescente espansione del mercato delle posizioni organizzative nel Lazio e della totale disomogeneità riscontrata in ambito nazionale, tenuto conto anche del messaggio n. 4955 del 21.03.2012 (contenente talune “precisazioni” da parte del Direttore Generale che, in realtà, sanciscono un cambio delle regole unilaterale e non condiviso), appare quanto mai necessario e non più rinviabile procedere alla definizione urgente dei nuovi criteri di attribuzione delle posizioni organizzative, onde evitare selezioni farsa.