La pandemia COVID ha travolto, nel nostro Paese, tutti i settori produttivi, ma ha selettivamente evidenziato la precarietà dei diritti dei lavoratori esternalizzatidel comparto scuola che lavorano per le cooperative socialie nel Terzo Settore.
La chiusura dei servizi educativi e scolastici avvenuta in molte regioni del nostro paese già a partire dal 24 febbraio, ha reso evidenti le condizioni di assoluta precarietà in cui le educatrici e gli educatori delle cooperative sociali operano quotidianamente, pur svolgendo un SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE RIVOLTO AGLI ALUNNI CON DISABILITA’.
Con la mancata applicazione dell’art.48 del Decreto Cura Italia che prevede il pagamento vuoto per pieno con la rimodulazione del servizio, i lavoratori sono stati privati del loro salario che, già vicino alla soglia di povertà, con l’applicazione degli ammortizzatori sociali si è praticamente azzerato.
Solo pochissimi assistenti educativi/educatori sul territorio nazionale hanno potuto continuare il proprio servizio in sostegno alla DAD, poiché i comuni non sono stati in grado o non hanno voluto rimodulare un servizio essenziale regolamentato dalla legge 104/92.
Dopo Marzo, neppure il MIUR ha pensato di ripristinare un servizio essenziale
andando a ledere così dei diritti costituzionali riportati nell’articolo 34 della Costituzione: “La Scuola è aperta a tutti”.
I servizi scolastici vanno reinternalizzati per fermare il precariato a vita, garantendo gli stessi diritti e la continuità retributiva dei lavoratori del settore scolastico, sottraendoli così ai ricatti delle Imprese sociali!
Leesternalizzazioni, consegnando i servizi scolastici essenziali alle cooperative, hanno appaltato anche il rispetto dei diritti dei lavoratori e di chi viene assistito. Non è pensabile garantire i diritti degli alunni con disabilità se non si garantiscono diritti e dignità ai lavoratori del terzo settore del comparto scuola.