Da martedì 12 cinque tassisti, tra i quali Riccardo Cacchione di USB Taxi, sono incatenati di fronte a Palazzo Chigi. Hanno passato la notte davanti al palazzo del governo che, al momento, resta sordo alle richieste della categoria. Questa mattina sono stati raggiunti da centinaia di colleghi provenienti da tutta Italia, che presidiano via del Corso, e sono iniziate interlocuzioni con le varie forze politiche in vista del voto di domani sul DDL Concorrenza, principale obiettivo della mobilitazione.
I tassisti chiedono a gran voce lo stralcio dell’articolo 10, che liberalizza ulteriormente il comparto aprendo la strada a multinazionali come Uber che accumulano profitti grazie a concorrenza sleale e competizione sfrenata. Le rivelazioni che circolano da ieri sulle porte spalancate a Uber dai governi di tutte le nazioni europee hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco. Tutto il settore italiano è sceso in piazza con assemblee spontanee a Torino, Genova, Napoli, Milano e in decine di altri centri, dopo aver scioperato per ben 48 ore la scorsa settimana.
Nel difendere il servizio dei taxi come servizio pubblico i lavoratori stanno salvaguardando un principio fondamentale scritto nella nostra Costituzione ma calpestato dai partiti oggi al governo: i diritti dei cittadini e dei lavoratori vengono prima del mercato e della concorrenza, e sottoporre i servizi pubblici alle leggi della concorrenza significa smantellare un intero sistema di tutele per far prevalere gli appetiti speculativi delle grandi imprese multinazionali.
La lotta dei tassisti non è solo la loro lotta. È la lotta in difesa del servizio pubblico. Per vincerla occorre mandare a casa il più presto possibile Draghi e il suo governo.
Unione Sindacale di Base