Ignazio La Russa, con l’aiuto di faccendieri di turno, è riuscito a privatizzare il suo Ministero creando una Spa al 100% nelle sue mani che gestirà, con criteri di diritto privato, un patrimonio immenso fatto di forniture, di acquisti e di aree del demanio militare.
Diritto privato vuol dire niente gare, niente Corte dei Conti e, se qualcuno è preso con le mani nella marmellata, è appropriazione indebita e la Magistratura può intervenire solo d'ufficio.
Le aree del demanio militare restano protette dal segreto militare, anche nei confronti degli enti locali.
Quindi, se vogliono fare un termovalorizzatore, una centrale nucleare o un grattacielo, così, tanto per far fronte fuori bilancio alle spedizioni estere o a chissà cosa, non devono chiedere il permesso a nessuno, che tanto nessuno è autorizzato a metterci il naso e tanto meno il piede per entrare.
Il momento per l'operazione è ben scelto perchè offre un immediato impiego ai capitali che stanno rientrando grazie allo scudo fiscale: una grandiosa speculazione immobiliare che è sempre stata l'affare più gradito per i nostri "capitani coraggiosi", insieme alla possibilità di contrattare forniture militari con una burocrazia amica, in condizione di quasi monopolio.
Una macchina d’affari, uno strumento trita-diritti che somiglia ad un vero e proprio colpo di stato dove nessuno parla o si espone.
L’opposizione al Governo si è premurata di fare una blanda protesta d'ufficio con due esponenti minori, la vedova Calipari e il sen.Scanu, e qualche interrogazione parlamentare tanto per non perderci la faccia.
Non parliamo poi dei Sindacati.
Negli incontri degli ultimi mesi a Gabinetto Difesa (non molti e alquanto fumosi), l’atteggiamento dei “grandi” è sempre stato di remissivo temporeggiamento nonché di assoluta mancanza di argomentazioni.
Scopriamo oggi, attraverso la diffusione di comunicati e notizie, una ritrovata vena disquisitrice sull’argomento nel sostenere diffidenza e perplessità sulla costituita Difesa Servizi Spa, ma che in vero rappresenta un’immagine di facciata da mostrare ai lavoratori per fini puramente propagandistici ed elettorali.
E’ il caso di ricordare che sono sempre gli stessi soggetti che firmano accordi per lo smantellamento della Pubblica Amministrazione e propongono un sistema di valutazione individuale di brunettiana memoria che trova anche la CGIL firmataria del documento, la stessa che è stata promotrice di uno sciopero generale del Pubblico Impiego e della Scuola contro il decreto Brunetta.