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Comunicati USB INPS Coordinamento Nazionale

USB PI INPS: L'AREA UNICA SI PUO' FARE, BASTA VOLERLO

Nazionale,

Comunicato n. 36/17

Da anni sosteniamo che per risolvere alla radice il problema del mansionismo occorra modificare l’attuale ordinamento professionale, che prevede la ripartizione del personale su tre aree, per costituire un’unica area nella quale collocare i lavoratori oggi divisi in A-B-C.

La nostra proposta originaria prevedeva non solo “l’Area Unica”, ma anche l’accorpamento delle retribuzioni su pochissimi livelli retributivi, nella consapevolezza che all’INPS non c’è un fondamentale divario di competenze e tutti sono bene o male chiamati ad assicurare il medesimo apporto lavorativo, ad eccezione delle figure professionali titolari di posizione organizzativa.

Bene. Quello che ci è stato contestato in passato dalle altre organizzazioni sindacali era il costo della nostra proposta, perché soprattutto il personale delle aree A e B avrebbe avuto un notevole incremento economico, ma anche i livelli economici C1 e C2 con la nostra proposta avrebbero percepito la retribuzione dell’attuale C3. Le osservazioni delle altre organizzazioni sindacali avevano sicuramente un fondamento: la nostra proposta avrebbe avuto un costo contrattuale considerevole, a nostro parere giustificato dall’esigenza di sanare un’ingiustizia che ha visto penalizzati per anni i cosiddetti mansionisti.

Nessuno dei nostri detrattori ha tuttavia mai sostenuto che “l’Area Unica” non si potesse fare in base a questo o quell’articolo del Testo Unico del pubblico impiego, modificato dal ministro Brunetta con la sua riforma. Brunetta ha tante responsabilità e altrettante, se non di più, ne ha l’attuale ministro Madia, ma nessuno può affermare che “l’Area Unica” non si possa realizzare per cavilli legislativi. Lo afferma invece in un suo comunicato il “Movimento Nazionale dei Lavoratori delle Aree A e B Inps”, rispondendo ad un comunicato della struttura USB di Vicenza, e, in quanto “Movimento”, non deve rendere conto a nessuno delle proprie affermazioni. E’ lo stesso “Movimento” che nel 2015 ha sostenuto la UIL alle elezioni RSU ed ha candidato uno dei suoi “fondatori” nella lista UIL della Direzione generale. Insomma, proprio indipendente non è mai stato questo sedicente “Movimento”.

Secondo questi insigni studiosi del diritto del lavoro, “l’Area Unica” non si potrebbe realizzare perché in occasione dei passaggi di area:

  • c’è l’obbligo del concorso pubblico;     
  • occorre lasciare almeno il 50% dei posti vacanti per l’accesso dall’esterno;     
  • è necessario il possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno.

Queste sono le norme che regolamentano i passaggi da un’area all’altra. Quello che sfugge agli estensori del comunicato del “Movimento” è che il sistema di classificazione è deciso in sede di rinnovo del contratto. Ci spieghiamo in modo ancora più chiaro: sono i sindacati rappresentativi che partecipano all’Aran al rinnovo del contratto a stabilire, insieme alla controparte, se di aree ce ne devono essere tre, due o una sola. In presenza di più aree, la legge è intervenuta per mettere alcuni paletti normativi come ha fatto Brunetta, ma se l’area fosse una sola quelle norme cadrebbero come birilli. Ed è quello che vogliamo ottenere con la nostra proposta.

Tra l’altro è lo stesso “Movimento” a darci ragione in modo inconsapevole. Nel precedente comunicato del 15 maggio, infatti, riprendendo una proposta maturata all’interno dei tre sindacati confederali CGIL-CISL-UIL e fatta propria dal “Movimento”, si riportava la previsione di abolire l’Area A e di ampliare le posizioni economiche delle Aree B e C portandole a sette per ciascuna area (B1-B7) (C1-C7), giustificando la scelta con l’impossibilità di abolire l’Area B per i citati vincoli di legge. Ma se non è possibile fare a meno dell’Area B, in base a quali norme di legge il “Movimento” pensa sia possibile l’abolizione della sola Area A? Forse perché i due leaders del ”Movimento” sono entrambi dell’Area A in carico all’Ufficio del Magistrato della Corte dei conti presso la Direzione generale?

Se si può abolire l’Area A lo stesso si può fare con l’Area B e questa è la nostra proposta. Quando saremo convocati per il rinnovo del contratto ci presenteremo all’Aran con la proposta di “Area Unica” a costo zero. Proporremo, infatti, di costituire un’unica area professionale lasciando per il momento invariate le attuali posizioni economiche. In questo modo sarà più facile, attraverso le selezioni interne, far progredire tutti, compresi gli attuali A3 e B3, che sono stati sacrificati in questi anni di blocco delle selezioni e che oggi, a normativa invariata, potrebbero avere la possibilità di un passaggio di area solo con concorso pubblico e nella misura del 20% (vedi decreto Madia) della scopertura in organico. Questa volta CGIL-CISL-UIL non potranno dire che la nostra proposta ha un costo insostenibile per il contratto. A tale proposito, vorremmo chiedere al “Movimento” e ai sindacati confederali: chi paga l’onere contrattuale dell’abolizione della sola Area A con il passaggio del personale in Area B?

Il mansionismo non è un problema solo dell’Area A ma anche dell’Area B e di questo il “Movimento” sembra non tenerne conto. L’Area Unica resta la risposta contrattuale possibile e necessaria. Basta volerlo. Basta non uniformarsi al sistema di classificazione dei Ministeri che già prevede 6 livelli retributivi in Area B (lì si chiama Seconda area) e 7 in Area C (che sarebbe la Terza area). Capito colleghi del “Movimento”? Il problema di CGIL-CISL-UIL è rendere omogenei i diversi sistemi di classificazione, non risolvere il mansionismo. L’abolizione della Prima area o Area A serve a tutelare in primo luogo i dirigenti, che oggi sono del tutto scoperti di fronte ai ricorsi dei lavoratori di quell’area per il riconoscimento delle mansioni superiori.

Considerando il fatto che vi riteniamo in malafede, cari leaders del “Movimento” fate a meno di sostenere l’Area Unica e continuate a fare il tifo per le proposte di CGIL-CISL-UIL, ma non avventuratevi in disquisizioni legislative e contrattuali. Anche se lavorate presso l’Ufficio del Magistrato della Corte dei conti non è detto che ne capiate alcunché…