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"…A BOERI CI PENSO IO…" E ALLE PENSIONI CHI CI PENSA? IL DIRETTORE CENTRALE IN FERIE PER 4 MESI

Nazionale,

Comunicato n. 36/16

Negli ultimi due giorni da un’inchiesta avviata nel 2013 è spuntato un sistema di corruzione e di intreccio tra politica e pubblica amministrazione che coinvolge anche l’INPS, a partire dall’ex direttore generale, Vittorio Crecco, che è finito tra gli indagati per l’appalto del servizio di call center integrato INPS-INAIL.

 

Dalle intercettazioni pubblicate dalla stampa nazionale si è appreso che Crecco, quando era ancora a capo dell’informatica INPS, andò ad Arcore ad incontrare Berlusconi e gli suggerì l’idea di aumentare le pensioni minime ad 1 milione. Non è chiaro se fu proprio lui ad indicargli la strada per fare fessi gli italiani, infatti quell’operazione si rivelò una grande trovata mediatica con un effetto pratico piuttosto contenuto, considerati gli stretti vincoli che limitarono di molto il numero dei beneficiari del provvedimento.

 

Per il mantenimento dell’appalto del call center, nel 2015, spunta il nome di Boeri e chi è intercettato si vanta di poterne condizionare le scelte – “…A Boeri ci penso io quand’è il momento…”. 

 

Dall’inchiesta emerge un sistema di manipolazione degli appalti più volte denunciato negli anni dalla USB con puntualità, rigore e coraggio. Dov’erano e dove sono le altre organizzazioni sindacali, che hanno fatto del silenzio lo strumento per esprimere se non la loro diretta connivenza con tale sistema almeno la volontà, non meno deprecabile, di far finta di non vedere?

 

Tuttavia, mentre si dà la giusta importanza ad un’ulteriore inchiesta che fa emergere il malaffare tra politica e manager pubblici, si ignora completamente una notizia che rischia di minare la funzionalità del settore pensioni dell’INPS, tra quelli da considerare vitali per il ruolo dell’Istituto e tra i più esposti oggi ai marosi della politica.

 

Il direttore centrale delle pensioni si è messo in ferie per 120 giorni, proprio mentre il governo sta ipotizzando d’intervenire sulla materia e il presidente Boeri continua a proporre in modo assillante le sue ricette, con un Istituto piombato nel caos organizzativo anche a causa della contrapposizione tra presidente e direttore generale, che ormai sembra un epilogo scontato da quando il governo Monti modificò le regole e mise un uomo solo al comando di un ente con il secondo bilancio dopo quello dello Stato.

 

E’ normale che il capo delle pensioni si assenti per così lungo tempo? Una cosa del genere non si era mai vista, ma sotto la guida di Boeri l’INPS è diventata come una macchina impazzita: il direttore generale si auto sospende per un mese; c’è un accanimento disciplinare contro il direttore centrale della vigilanza probabilmente responsabile di aver scoperchiato qualcosa che andava tenuto nascosto; ora addirittura le ferie prolungate del direttore centrale delle pensioni, dimessosi da vicario del direttore generale.

 

Si dice anche che la procura di Roma abbia avocato a sé l’inchiesta avviata sulla vigilanza a Nocera Inferiore. Che sia intervenuto qualcuno? Stessa sorte toccherà all’inchiesta sull’Enel? La dirigenza dell’INPS ormai è balcanizzata, divisa per fazioni, gruppi, o muovendosi a livello individuale, comunque pronti a sbranarsi gli uni con gli altri invece di allearsi e ritrovare l’unità in nome della difesa delle funzioni dell’Istituto. La nuova inchiesta rischia di indebolire ulteriormente la dirigenza interna, permettendo a Boeri di proseguire nel piano di occupazione dell’INPS, affidando gli incarichi agli amici bocconiani.

 

All’INPS, che nonostante tutto continua a funzionare grazie ai lavoratori che con tale scempio non hanno nulla a che spartire se non nelle ricadute negative, serve immediatamente un Commissario e la contemporanea revisione della governance, per restituire all’ente previdenziale un governo collegiale, possibilmente formato da esperti del settore non strettamente vincolati alla politica. Occorre poi mettere mano al sistema previdenziale pubblico, non per affossarlo definitivamente, come sta accadendo, ma per restituirgli forza e valore soprattutto nell’interesse delle future generazioni di pensionati.

 

Non siamo sull’orlo del baratro, siamo ormai nel precipizio. I tempi di liquidazione delle pensioni pubbliche nell’ultimo anno e mezzo sono praticamente raddoppiati, così come stanno aumentando i tempi per le pensioni della gestione lavoro privato e delle altre prestazioni. La mancanza del turn over non garantisce il mantenimento dell’efficienza e mette un’ipoteca negativa sul futuro. Bisogna intervenire subito con misure straordinarie, come le 6.000 assunzioni proposte dalla USB.

 

LIBERIAMO L’INPS

PREPARIAMOCI ALLO SCIOPERO D’AUTUNNO