La notizia è ancora ufficiosa ma sembra ormai certo che a settembre sarà messa in pagamento una parte del restante incentivo 2016. La cifra media lorda dovrebbe essere di 500 euro. Nell’incontro di questa mattina il presidente Boeri potrebbe ufficializzare la decisione dell’amministrazione.
Se quanto abbiamo appreso dovesse trovare conferma, sarebbe un risultato, anche se parziale, dell’iniziativa messa in campo a fine agosto dalla USB e proseguita nei giorni scorsi, anche con le formali richieste di altre organizzazioni sindacali dell’Istituto.
Probabilmente Boeri stamattina parlerà di un’amministrazione compatta, che ha una sola voce, ma così non è. Ricordiamo che nell’incontro che ha avuto con noi, nel corso della protesta di fine agosto, escluse la possibilità di ottenere a settembre almeno un ulteriore acconto dell’incentivo 2016, affermando che “la gestione è allineata con il presidente”, suggerendo, in modo beffardo, di pretendere il saldo e di non accontentarsi di un altro acconto, ben sapendo che il saldo è bloccato a causa delle beghe sulla nomina dell’OIV (Organismo Indipendente di Valutazione) e sulla conseguente approvazione del Piano della Performance, che lo vedono protagonista. I fatti, oggi, gli darebbero torto e restituirebbero al direttore generale e all’intera gestione il ruolo che gli è proprio e che va difeso. Siamo sicuri che nell’ufficialità i fatti saranno raccontati in modo diverso, ma tant’è.
Lottare non è mai inutile e questo piccolo, ma significativo risultato, ne è ancora una volta la riprova. Ma è necessario lottare tutti insieme per obiettivi ben più grandi: innanzitutto per la nostra dignità, per il diritto a lavorare in un ambiente sicuro per la nostra salute e in cui non si rischi di subire aggressioni da parte di cittadini risentiti verso le istituzioni. Dobbiamo lottare per liberarci del ricatto dell’incentivo e rivendicare che nei contratti sia prevista la stabilizzazione di tutto il salario accessorio. Dobbiamo lottare per un piano straordinario di 6.000 nuove assunzioni nei prossimi cinque anni, per assicurare un futuro all’INPS e alla previdenza sociale pubblica e per uscire dall’angoscia di carichi di lavoro sempre più pesanti e ingestibili. Facciamolo insieme, ritrovando l’unità di tutti noi lavoratori, accomunati dai medesimi fini.