Le condizioni di lavoro dei UEPE sono drammatiche sempre di più e anche gli altri lavoratori della giustizia minorile non se la passano bene!
Nonostante ciò il Ministro della Giustizia, nelle nota programmatica di inizio 2019, ha dedicato al Settore dell’Esecuzione Penale Esterna ben “10 righe” (SIC!).
Nel rileggerle non si sa se ci si trovi di fronte a incompetenza, superficialità o disinteresse!
Il Ministro dimostra di non conoscere che gli operatori, il personale di servizio sociale e amministrativo sono stremati e in stato di progressiva deriva.
Con la costituzione del DGCM, da Cenerentola dell’Amministrazione Penitenziaria siamo passati, per rimanere in tema di fiabe, a impersonare, Minori e Adulti, Hansel e Gretel con poche briciole in tasca e carenze in termini di personale, mezzi e risorse, assolute.
Tutto questo mentre si sbandiera una riforma epocale, utile ad allineare l’Italia ai migliori modelli di “probation europea”.
Gli UEPE possono contare su circa 800 unità su tutto il territorio nazionale che dovrebbero seguire 54.933 casi tra misure alternative, detenzioni domiciliari messe alla prova ecc. ( dato al 31.12.2018). Una sproporzione che, vista l’eterna emergenza e il disastro organizzativo, è utile ad abbassare paurosamente i livelli operativi di qualità : altro che allinearsi agli standard europei!!!
Il sistema di giustizia di comunità anziché essere sostenuto nelle sue potenzialità cozza contro, ogni giorno, una realtà fatta di UEPE al collasso nonostante i lavoratori, grazie alla loro professionalità ed abnegazione, cerchino di garantire livelli minimi di qualità, con elevatissimi costi sul piano personale . Le Circolari Dipartimentali dipingono un mondo suggestivo che ritrae Servizi ideali proiettati in una serie di azioni di pregio volte a costruire la Giustizia di Comunità . La situazione disgraziatamente fotografa invece una cruda realtà: uno sparuto drappello di operatori giunti ormai allo stremo, non messi in condizione di garantire il rispetto del loro mandato professionale e istituzionale. Gravissime carenze di personale amministrativo, non ci sono le auto di servizio o, se ci sono, mancano gli autisti; assoluta insufficienza dei fondi per il servizio esterno sul territorio; aree Inter-distrettuali assolutamente insufficienti per configurare quella cabina di regia necessaria al coordinamento organizzativo. Molte Sedi di servizio, rischiano la chiusura e vedono delle piante organiche, in prospettiva, assolutamente risicate.
Per fortuna, sempre parole del Ministro, a “restituire credibilità al sistema”, ci penserà il controllo della Polizia Penitenziaria, soluzione che per USB e gli operatori crea non poche riserve.
Da sempre come USB rivendichiamo il potenziamento dei Servizi dell’esecuzione penale esterna cui con un piano di massicce assunzioni volte a un ricambio generazionale e a una necessità di trasferimento del sapere maturato in ben 40 anni di operatività.
Sono passati “appena!” diciannove anni dalle ultime immissioni : da più di un anno si parla di 250 assunzioni con il nuovo concorso, assunzioni che, riusciranno a malapena a coprire il turn over dei pensionamenti previsti, a cui si dovrebbe aggiungersi la quota 100. Le nuove immissioni, ripartite tra giustizia adulti e minori (ancora una volta assisteremo alla solita tristissima “guerra tra poveri”) risultano assolutamente insufficienti e con piante organiche che vedono in particolare per le sedi di servizio, un numero insufficiente di assistenti sociali. Per non parlare del personale amministrativo.
Di contro nel Comparto Sicurezza si assume senza soluzione di continuità.
A fronte di una situazione al collasso il Dipartimento è ricorso all’utilizzo massiccio degli esperti di servizio sociale con contratto libero professionale. La Usb ha più volte stigmatizzato con l’amministrazione i ritardati pagamenti e il mancato rinnovo, in alcuni Interdistretti, del contratto per questi lavoratori, oltre ad avere rimarcato che il tipo di contratto configura un vero e proprio precariato nel settore, le cui ricadute negative si riflettono sulle condizioni di lavoro di questi professionisti e sul servizio all’utenza. Utenza che subisce la “passata di mano” più e più volte stante la discontinuità di questo tipo di contratto, con buona pace della tanto reclamata, necessaria, continuità.
Diciamo basta a queste condizioni di lavoro avvilenti e vergognose per noi e per l’utenza, basta riforme a costo zero sulla nostra pelle:
il 10 maggio mi alzo e sciopero PER
La riqualificazione del servizio;
la ridefinizione delle piante organiche assolutamente insufficienti, anche per gli amministrativi;
l’assunzione di almeno 1000 unità;
la stabilizzazione degli esperti di servizio sociale;
l’aumento delle risorse necessarie ( macchine, autisti, copertura spese di trasporto) ad espletare il servizio sul territorio.
CONTRO
Lo stato di abbandono dell’ Esecuzione Penale Esterna;
Il precariato nel settore;
Le riforme a costo zero sulla pelle dei lavoratori.