Licenziamenti illegittimi operati da una società (peraltro con sede legale “fantasma”) che con la sua condotta fraudolenta lede i diritti patrimoniali dei lavoratori. Si può condensare così l’ordinanza datata 28 maggio 2018 del Tribunale di Roma - sezione 3^ lavoro, giudice Dario Conte – che ha dato ragione ai primi 32 lavoratori sul totale dei 140 degli appalti Atac licenziati il 9 marzo da Corpa srl, ordinando il sequestro conservativo sui beni mobili e immobili nonché sui crediti di Corpa srl per l’importo di 898.404,17 euro.
La sentenza è stata illustrata questa mattina in una conferenza organizzata dall’Unione Sindacale di Base nella sede dei gruppi consiliari capitolini in via del Tritone 142, presenti l’avvocato Bartolo Mancuso, che con i colleghi Pier Luigi Panici e Carlo Guglielmi difende alcune decine di lavoratori; l’onorevole Stefano Fassina; Guido Lutrario e Fabiola Bravi per la Federazione di Roma dell’Unione Sindacale di Base, da anni al fianco dei lavoratori di Corpa.
L’ordinanza del Tribunale di Roma assume maggior valore in un momento in cui Atac ha dato vita a un’offensiva giudiziario-mediatica contro i lavoratori accusandoli di sabotare il parco vetture aziendale. I 140 dipendenti Corpa si occupavano infatti proprio dell’assistenza e del recupero degli autobus su strada, garantendo migliaia di interventi al mese su mezzi continuamente in panne a causa della loro vetustà.
L’avvocato Mancuso ha illustrato il motivo principale che ha portato il giudice a dare ragione ai lavoratori: la vendita da parte di Corpa srl di attività e appalti (compreso uno per Acea) ad altre società del gruppo soltanto due giorni prima dei licenziamenti, in modo da ledere le garanzie patrimoniali dei lavoratori attraverso una condotta “che legittima sospetti di fraudolenza”.
USB ha puntato il dito contro le responsabilità gravi della politica in una vicenda di rimpalli tra l’appaltante Atac e l’appaltatore Corpa, che nel tempo hanno prodotto in continuazione mancati pagamenti degli stipendi e alla fine il licenziamento di chi provvedeva a un servizio rimasto scoperto.
Soltanto di recente Atac ha provveduto all’affidamento diretto dell’assistenza su strada a due altre società, che hanno assunto 17 lavoratori ex Corpa con contratti a tempo determinato e orari infernali: 9 ore per 6 giorni a settimana.
Un palliativo, nella drammatica situazione della rete Atac, che ricade peraltro tutto sulle spalle di pochi lavoratori.
USB è tornata quindi con forza a chiedere l’internalizzazione sia del servizio che di tutti i lavoratori licenziati.
Stefano Fassina per parte sua ha garantito che presenterà in consiglio comunale una mozione per chiedere l’impegno del sindaco Raggi e dell’assessore Meleo affinché trovi attuazione immediata la decisione del tribunale e si avvii un progetto di internalizzazione dell’assistenza alle vetture. Fassina ha criticato l’inafferrabilità della giunta Raggi sulla vicenda Atac, al punto che il consiglio comunale non ha ancora potuto prendere visione delle correzioni presentate ieri in tribunale sull’ipotesi di concordato per l’azienda romana dei trasporti.
Unione Sindacale di Base – Federazione di Roma