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Comunicati USB INPS Coordinamento Nazionale

Appello per la costruzione di una grande assemblea e manifestazione nazionale unitaria

Nazionale,

Comunicato n. 27/10

 

 

L’assemblea regionale dei lavoratori Inps della Campania, convocata dalla RdB il 19 maggio, raccogliendo l’appello unitario della sede di Pordenone, ha invitato tutti i soggetti sindacali, a partire dalle RSU, a dare vita ad un’assemblea nazionale a Roma, presso la direzione generale, su una piattaforma composta dai seguenti punti:         

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  • RESPINGERE il progetto di riorganizzazione delle sedi INPS, perché non migliora i servizi, favorisce le esternalizzazioni, svilisce il ruolo dell’ente e non dà prospettive di crescita economica e professionale ai lavoratori;       
  • OPPORSI alla manovra economica del governo, della quale si conoscevano già ufficiosamente i contenuti gravemente negativi nei confronti dei lavoratori pubblici;       
  •  RIVENDICARE la certificazione del contratto integrativo di ente 2009 ed il pagamento del saldo dell’incentivo.

 

Rilanciamo con forza a livello nazionale l’appello per la costruzione di una grande assemblea e manifestazione nazionale unitaria presso la direzione generale a Roma, che veda il coinvolgimento attivo delle RSU e delle organizzazioni sindacali realmente contrarie alla riorganizzazione dell’Istituto. L’unica condizione che poniamo è il ritiro della firma da qualunque accordo legato al progetto di nuovo assetto organizzativo, compresi quelli relativi alle aree metropolitane (9/11/2009) ed alle agenzie complesse (9/6/2009), altrimenti ci troveremmo di fronte ad un’opposizione alla riorganizzazione unicamente opportunista e di facciata.

 

Nel frattempo invitiamo i lavoratori e le RSU a portare i contenuti di questa vertenza anche dentro lo SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO indetto dalla RdB-USB per il 14 giugno 2010. Al più presto saranno comunicati gli appuntamenti di piazza. 

 

Costruiamo una vera alternativa dal basso ad una politica di saccheggio della pubblica amministrazione.

 

IL PUBBLICO IMPIEGO NON DEVE ESSERE IL BANCOMAT DEL GOVERNO.