Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Industria

Tavolo Automotive, USB: "Dopo la kermesse serve entrare nel merito e tutelare lavoro e competenze. No a qualsiasi ipotesi di riconversione nell'industria della guerra"

Roma,

Il tavolo automotive convocato dal Ministro Urso il 14 marzo, non ha fornito particolari sorprese rivelandosi una kermesse dove i problemi reali e drammatici dei lavoratori di questa filiera strategica per l'Italia sono ancora rimasti sullo sfondo.

Abbiamo apprezzato lo sforzo del ministro che rivendica i primi successi di modifica dei regolamenti europei sul "Green Deal", così come l'illustrazione di un piano di incentivi 2025-2027 di circa 2,5 mld, di cui più di 1 mld entro il primo anno e l'aggiornamento dei contenuti dell'accordo con Stellantis con il piano di reinvestimento in Italia.

Molti sono stati gli spunti forniti dalle tante associazioni datoriali rispetto le necessità di un settore che si trova nel mezzo al guado, considerato anche il contesto geopolitico che lascia presagire scenari di dazi e di guerra in un Europa in preda ai furori di riarmo.

Noi prendiamo invece spunto da quanto affermato dalla principale controparte datoriale, federmeccanica, che lancia il grido di allarme rispetto cicli di ammortizzatori sociali in esaurimento per i loro associati, o istituzionali come l'assessore della regione Molise che ricorda che il piano Stellantis per Termoli, in attesa -forse vana- della gigafactory (che ieri lo stesso ministro Urso non ha esitato a definire non alle porte) del cambio per le auto ibride impiegherà 300 dei 2200 lavoratori e lavoratrici tuttora impiegati nello stabilimento.

 

Se si parla di transizione o "diversificazione" e di vera e propria "riconversione" verso settori on espansione , incluso la difesa, inevitabile per un settore che sembra essere destinato a vendere meno auto in futuro, sappiamo che questo rischia di divorare un enorme mole di posti di lavoro e di reddito che sarà pagato sempre e solo i lavoratori..

E' necessario un fondo europeo pe rla transizione ecologica e digitale, che sia utile a garantire i lavoratori e non solo, serve che gli incentivi non vadano a chi non garantisce l'occupazione, serve garantire il salario a chi già soffre di reddito insufficiente divorato dall'economia di guerra.

Serve uno strumento di ricambio generazionale e di riconversione delle competenze dei lavoratori dentro la transizione.

Serve che qualsiasi riconversione non vada verso l'industria di guerra e di morte, contro la quale USB si è già schierato con nettezza e determinazione.

Come abbiamo sempre detto senza i lavoratori non ci potrà essere nessuna transizione.

Dopo la kermesse, al prossimo tavolo annunciato dallo stesso Ministro, servirà cominciare a parlare di tutto questo.