Le indicazioni diffuse dal governo e dal presidente della Regione Michele Emiliano, mirate a contenere il coronavirus, non sono del tutto rispettate all’interno dell’ex Ilva. Appaiono insufficienti gli accorgimenti che ArcelorMittal ha messo in campo.
In fase di montaggio/smontaggio ci sono moltissimi lavoratori alla stessa ora nei pullman. Negli spogliatoi, gli armadietti sono un accanto all’altro, quindi inevitabilmente non vengono osservate le distanze di sicurezza e si creano assembramenti; centinaia e centinaia di lavoratori, diretti e dell’appalto, si ritrovano spesso molto vicini.
Ci risulta inoltre che scarseggino le mascherine, disinfettanti e igienizzanti. Inoltre, per quel che riguarda il rifornimento delle merci in magazzino, entrano autotrasportatori provenienti da diversi luoghi.
Opportuno che ci si attivi, così come è stato appena fatto per le mense, anche nelle altre zone in cui è facile che i lavoratori si trovino a stretto contatto. Chiediamo l’intervento della Prefettura e della Questura perché vengano rispettate le disposizioni. Vorremmo vedere rigorosamente assicurato il controllo anche nello stabilimento siderurgico, così come accade da qualche giorno in città, dove polizia e carabinieri monitorano che negli esercizi commerciali locali tutto si svolga senza rischio di contagio per nessuno.
Siamo purtroppo in una situazione molto particolare, che ci costringe ad agire di conseguenza, adottando tutte le precauzioni del caso. Quando non si fa altro che ripetere le basilari norme per evitare il dilagare del Covid -19, nella ex Ilva si prosegue come se nulla fosse, esponendo i lavoratori al rischio. Come sempre due pesi e due misure, lo vediamo anche raffrontando la fabbrica jonica a quella genovese. Lì si osservano le disposizioni, questa invece appare terra franca.
Ci rifacciamo alle parole del presidente del Consiglio, richiamando al buonsenso per limitare al massimo la diffusione del virus.
Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto