Ancora una volta dobbiamo piangere e urlare la nostra rabbia per un altro omicidio sul lavoro nel nostro territorio. Yafa Yaya, di soli 22 anni lavorava da pochi giorni all’interporto, per un misero salario e in condizioni di precarietà e insicurezza.
Ancora una volta si sacrificano vite sull’altare delle logiche del profitto, dei ritmi, della produttività: diritti sul lavoro, diritto alla vita e alla salute sono eccezioni e non la norma anche nel “democratico e progressivo” territorio bolognese.
Dove c’è sfruttamento e precarietà non può stupirci la mancanza di misure di sicurezza e procedure minime di salvaguardia per le lavoratrici e lavoratori.
Ad aggravare la situazione e la nostra rabbia è che tutto questo non accade in qualche oscuro anfratto dell’economia sommersa ma accade nei centri nevralgici del nostro territorio come l’interporto, tutto questo accade nonostante le segnalazioni e le denunce, tutto questo accade in settori e insediamenti produttivi che vedono la partecipazione di soci pubblici e di capitale pubblico. È di pochi giorni fa la scoperta per l’ennesima volta di lavoro irregolare e in nero nella stessa BolognaFiere tra i lavoratori addetti agli allestimenti.
Morire, ammalarsi, rimanere mutilati per lavorare non è stato mai accettabile e non lo è a maggior ragione ora dopo quello che hanno subito i lavoratori e lavoratrici durante questa emergenza pandemica. Mentre è in atto una “distrazione di massa” sulla questione del green pass che divide la classe e nega diritti contrattuali in nome della salute collettiva, nulla viene fatto per garantire vere misure a salvaguardia di tutti e tutte.
Al contrario vengono peggiorate le condizioni sotto il ricatto dei licenziamenti sbloccati dal Governo Draghi, con l’intesa della stessa Confindustria e CGIL CISL UIL, vengono varate norme peggiorative sugli appalti e subappalti, si propongono modifiche ininfluenti alla normativa sulla sicurezza del lavoro, si reprimono le lotte e le mobilitazioni contro i provvedimenti del governo e del padronato.
Anche a livello locale assistiamo alle solite lacrime di coccodrillo da parte dei sindacati istituzionali, CGIL CISL UIL, gli stessi che sottoscrivono protocolli in deroga alle norme di legge sulla sicurezza, assistiamo da parte del nuovo sindaco Lepore alla riproposizione di tavoli di emergenza convocati, ovviamente, senza interpellare altri che CGIL CISL UIL ed escludendo le voci dissonanti dei sindacati conflittuali.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai parenti e compagni di Yaya, ribadiamo il nostro impegno nelle lotte e nella nostra opposizione a questo sistema di morte e sfruttamento.
USB Bologna