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Pubblico impiego

Buste arancioni: spreco di soldi pubblici e....

Trento,

Mi chiedo come può fare un giovane – pagato con i voucher, (nel 2015 hanno avuto un incremento del 367%), costretto a stage gratuiti per anni, lavoro “volontario” come all’expo, e quando va bene assunto con apprendistato o a chiamata – a farsi una pensione con il sistema contributivo?

In questi giorni, accompagnate da una gran cassa mediatica arrivano le famose “Buste arancioni” volute dal presidente dell’INPS Tito Boeri come segno di trasparenza dell’istituto.
Questa iniziativa la ritengo solo uno spreco di denaro pubblico oltre che un assist ai fondi pensione private ed alle assicurazioni.
Ma andiamo con ordine: le previsioni contenute nelle busta arancione sono quanto mai azzardate, in quanto non si tiene conto di due variabili non programmabili che sono l’andamento dell’aspettativa di vita, in diminuzione rispetto alle ultime indagini, e l’andamento del prodotto interno lordo (Pil).
Tito Boeri sarà anche un bravo economista ma non penso sia in grado di prevedere la crescita del Pil e dell’aspettativa di vita per i prossimi 20/30 anni. Non riesce nemmeno a prevedere la crescita del 2016 immaginiamoci quella del 2046.
Ma in compenso questa busta ti manda un messaggio chiaro: la tua pensiona sarà una pensione povera e quindi procedi per farti una pensione integrativa privata.
Si hai capito bene.
Una pensione privata perchè l’Inps non vuole gestire fondi di pensioni integrative.
Siamo ad un plateale conflitto di interessi dove l’ente erogatore della pensione pubblica suggerisce ai cittadini di farsi una pensione privata.
Questo è il vero scopo dell’iniziativa della busta arancione. Usare la credibilità di un istituto importante come l’INPS (secondo solo allo Stato per fatturato) per portare acqua al mulino dei fondi pensioni, che languono, e alle compagnie assicurative.
In sostanza Boeri ci invita ad usare il nostro misero salario per finanziare la speculazione finanziaria che si nasconde dietro i fondi pensione.
Mi chiedo come può fare un giovane – pagato con i voucher, (nel 2015 hanno avuto un incremento del 367%), costretto a stage gratuiti per anni, lavoro “volontario” come all’expo, e quando va bene assunto con apprendistato o a chiamata – a farsi una pensione con il sistema contributivo?
Non prendiamoci in giro. Questo giovane non avrà una pensione previdenziale ma, eventualmente, solo una pensione sociale. Naturalmente se il governo oltre alla reversibilità non cancella anche la pensione sociale.
Per questo Usb ha lanciato una campagna nazionale per la difesa della previdenza pubblica in solidarietà delle giovani generazioni e dei precari per cancellare la controriforma della Fornero, il sistema di calcolo contributivo e le norme che collegano la pensione all’aspettativa di vita.
Per questo ribadiamo che per i giovani non servono buste arancio ma politica di sviluppo, più investimenti pubblici e privati, più ricerca e innovazione ma anche una politica sociale diversa e alternativa a quella delle privatizzazioni messa in campo dal governo.

P USB Regionale
Ezio Casagranda