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Dai Luoghi di Lavoro PI

Funzioni Locali firmato con 4 anni di ritardo un contratto con aumenti insufficienti e una normativa che divide i lavoratori

Roma,

È stato definitivamente firmato oggi, 16 novembre 2022, il CCNL Funzioni locali 2019-2021. Non possiamo che confermare quanto già scritto all'indomani della pre-intesa siglata ad inizio agosto: si tratta di un contratto già scaduto con aumenti miseri che non recuperano quanto si è perso dal blocco contrattuale imposto da Brunetta nel 2009 e che non recuperano lontanamente l'inflazione che, come certifica l'ISTAT, è ormai all’11,8% .

Un contratto quindi ancora una volta in perdita che non riesce a garantire nemmeno il mantenimento del potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori delle funzioni locali.

I numeri, guardando le tabelle, sono chiari: si va da +56,10 euro lordi per un A1 a +104,28 euro lordi per un D7, per avere il netto a tali cifre bisogna sottrarre il 25% di tassazione per un imponibile di 28,000 €.

Ovviamente adesso partirà la propaganda governativa e dei sindacati firmatari con l'obiettivo di buttare fumo negli occhi e magnificare i grandi risultati che avrebbero portato a casa, a partire dal fatto che avremo con la busta paga di dicembre gli agognati “arretrati”. Anche in questo caso vale la pena ricordare che sono soldi che avremmo dovuto avere in busta paga già al primo gennaio 2019 e che riassorbono la vacanza contrattuale già erogata.

Si parla comunque di lordo, quindi per avere l'importo netto occorre sottrarre la tassazione del 25% (per un imponibile fino a 28,000 €).

Quindi, gli arretrati realisticamente ammonteranno a meno di 1000 € per la fascia più bassa per arrivare a meno di 1800 € per la fascia più alta.

La battaglia per il salario deve continuare ad essere il punto che unisce tutto il mondo del lavoro. Dobbiamo tenere ben presente quanto abbiamo perso e continuiamo a perdere ormai da decenni in termini di prospettive individuali e collettive, in termini di diritti e servizi.

Tutto questo non può essere accettato con rassegnazione, dobbiamo rimettere al centro la necessità di veri rinnovi contrattuali che tengano conto del recupero dell'inflazione e il diritto dei lavoratori ad avere i rinnovi alla scadenza e non con tre anni di ritardo. Le risorse vanno recuperate a partire dal tagli alle spese militari, dalla lotta seria all'elevazione fiscale e dalla tassazione degli extra profitti.

Lo SCIOPERO GENERALE indetto da USB e dai sindacati di base per il 2 DICEMBRE e la MANIFESTAZIONE NAZIONALE del 3 DICEMBRE rimettono al centro la questione salariale e la necessità di investire nella PA a partire da un piano massiccio di assunzioni a pieni diritti e pieno salario al fine di restituire alla PA la sua funzione: erogare i servizi alla cittadinanza e potenziare quel welfare mortificato da decenni di politiche orientate alla logica dei tagli.

RIVENDICHIAMO:

  • RINNOVO DEI CCNL ORMAI GIÀ SCADUTI, CON AUMENTI SALARIALI ADEGUATI ALL'INFLAZIONE REALE E NON ALL’ IPCA
  • VALORE DEI BUONI PASTO ADEGUATI AL COSTO DELLA VITA
  • BUONI PASTO E COPERTURA DELLE SPESE PER LE UTENZE DI CHI LAVORA IN SW
  • INSERIMENTO DELLA 14ESIMA MENSILITÀ
  • MASSICCIO PIANO DI ASSUNZIONI A PARTIRE DALLA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI E DALLO SCORRIMENTO DELLE GRADUATORIE.

 

USB P.I. Funzioni Locali                  

entilocali@usb.it                    

Roma 16-11-2022