Sempre più si prende a pretesto la situazione finanziaria del nostro paese per ingenerare pregiudizi e prendere misure peggiorative nei confronti dei dipendenti pubblici. Oramai è da più di due anni che l’intera categoria viene diffamata utilizzando lo spregiativo dei “fannulloni e assenteisti”. Continuamente siamo nel mirino dei media e della politica neoliberale. Con questa crisi gli interessi capitalistici hanno individuato noi come capro espiatorio ed è verso di noi che indirizzano la rabbia dei cittadini, i quali si sentono sempre più minacciati dallo smantellamento dello stato sociale e dalla crescente insicurezza. In questo modo è possibile ignorare le ragioni della crisi, che vanno trovate invece nella logica insita del funzionamento del capitalismo. Contro tutto questo ci siamo ribellati ed abbiamo scioperato. Siamo pronti a proseguire in questa direzione!
Ci rendiamo conto della difficile situazione nella quale si trova il nostro paese. L’indebitamento è molto alto. Lo stesso vale per altri paesi come ad esempio la Grecia, il Regno Unito, il Portogallo, l’Irlanda e la Spagna. Per il Giappone e gli Stati Uniti nel 2009 la percentuale dell’indebitamento era a doppia cifra. Dappertutto i bilanci pubblici sono in sofferenza a causa dei giganteschi programmi congiunturali adottati e delle regalie monetarie elargite nei confronti delle banche dai vari governi. Anche le sempre minori entrate fiscali conseguenti alla crisi economica hanno avuto come effetto la creazione di vistosi buchi nei bilanci degli Stati. E’ perfido ed allo stesso tempo rappresenta una sconfitta della politica il fatto che proprio quelle banche e quei speculatori che hanno approfittato degli aiuti di stato per scongiurare il proprio fallimento ora si accaniscono in modo speculativo contro gli Stati mettendoli sotto pressione ed alimentando così una corsa verso l’alto dei tassi d’interesse da quest’ultimi dovuti per il pagamento del proprio debito. La solidarietà etica e sociale impone di porre fine agli atti criminali e alle ruberie dei corrotti che si sono arricchiti con la crisi.
Osserviamo con grande preoccupazione che i mercati finanziari, la Commissione europea ed i governi neoliberisti di vari paesi europei stanno sfruttando l’occasione rappresentata dalla difficile congiuntura nella quale si trovano l’Italia ed altri paesi europei per imporre la logica della riduzione della spesa sociale. Si mira ad un ulteriore e decisivo indebolimento del potere di mobilitazione del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, di modo da imporre congelamento dei salari, tagli retributivi, aumento dell’età pensionabile e peggioramento delle clausole contrattuali. Vogliono così imporci le cosiddette “riforme”, che ad’oggi sono state in parte scongiurate, appellandosi in modo strumentale al buon senso ed alla comprensione da far prevalere a seguito dell’attuale difficile situazione finanziaria.
Contemporaneamente assistiamo all’accrescimento di sempre maggiori disuguaglianze fra capitalisti e lavoratori, il tutto accompagnato da un silenzio assordante sulle ragioni e la realtà di questo fenomeno. Non si può prescindere, invece, dall’adozione di una politica economica e sociale calibrata sulle esigenze di tutta la cittadinanza. In caso contrario, il nostro paese rischia di spezzarsi o frammentarsi a seguito delle incombenti e crescenti tensioni sociali.
Rappresenta un nostro dovere, sul solco della tradizione solidaristico-socialista, quello di combattere ed impegnarci per creare condizioni di vita dignitose e sostenibili. Una fondamentale correzione di rotta verso uno stato sociale diverso, che metta al centro delle sue preoccupazioni la giustizia sociale, può essere perseguita a condizione che i lavoratori dipendenti del settore pubblico da una parte e del settore privato dall’altra non si lascino imbrigliare ed ingannare da questa retorica di artificiosa contrapposizione fra i propri interessi.
LOTTIAMO INSIEME
PER CONDIZIONI DI VITA DIGNITOSE E SOSTENIBILI!
RdB-USB PI - INPS Bolzano