Non era difficile prevederlo. L’ennesima sperimentazione nella sperimentazione ha portato con sé nuovi sconvolgimenti ovviamente ricaduti sulla pelle di utenti e lavoratori, che di questa riorganizzazione fallimentare hanno ormai le scatole piene. E lo si sapeva.
Che un serio processo di formazione non potesse poi decollare in piena estate, per giunta nei mesi di luglio e agosto (sic!), era cosa ampiamente risaputa. Ma si è voluto ugualmente forzare la mano e “saggiare” la pazienza dei dipendenti. La cosiddetta riorganizzazione dell’attività di informazione e di consulenza non è stata tuttavia avviata dovunque, deragliando in realtà prima della partenza.
Nonostante le palesi forzature escogitate a Pomezia dal 2 luglio e all’EUR dal 9 luglio, giusto per far vedere che “qualcuno ha iniziato” e che tutti gli altri prima o poi dovranno adeguarsi, nelle altre sedi della stessa Filiale di Roma sud ovest (Ostia e Monteverde) il personale ha espresso compatto il proprio dissenso e ci si è comprensibilmente astenuti dall’intraprendere avventurosi cambiamenti in corso d’opera. L’avvio non condiviso ma addirittura anticipato è stato respinto.
Ci aspettiamo naturalmente nuovi artificiosi aggiornamenti da parte della Fata Nocciola sul minore afflusso di pubblico agli sportelli nel periodo di Ferragosto, tesi unicamente a dimostrare la bontà di questa incredibile operazione virtuale.
Nel frattempo i documenti frettolosamente liquidati dalla direzione regionale, in quanto superati, sono diventati 15 (vedi allegati) con buona pace di CISL e UIL che a questo punto non sanno proprio più che pesci prendere per giustificare il fatto che ormai da tempo il personale diminuisce, gli adempimenti aumentano e gli stipendi calano. L’arte di arrampicarsi sugli specchi è sempre più difficile, specie se si contrabbandano questi evidenti passi indietro come “opportunità”.
Velo pietoso sul comportamento assunto dal comitato provinciale area romana, che sugli effetti nefasti della circolare n. 66 imposta ancora una volta dall’alto e su tutto quello che ha poi scatenato evita di assumere una qualsiasi posizione. Ribadiamo a questo punto le proposte avanzate dalla USB sul tavolo regionale frettolosamente convocato lo scorso 17 luglio per aggiornamenti sul front line:
· avvio di un serio percorso di formazione a partire dal mese di settembre;
· verifica trimestrale con una prima scadenza fissata a metà dicembre;
· procrastinare l’avvio di ogni eventuale sperimentazione al prossimo anno.
Le contraddizioni in merito all’applicazione del dettato della stessa circolare 66 sono infatti palesi. E precisamente: nel Lazio si intende privilegiare un rapporto diretto con i cittadini utenti o semplicemente allargare l’accesso agli sportelli di patronati e consulenti? Il termine del 1° settembre va considerato perentorio? O va piuttosto adeguato (com’è già stato ribadito in occasione della video conferenza nazionale svoltasi in DG), a seconda delle difficoltà riscontrate nelle singole realtà territoriali? Considerate poi le sfumate modalità operative, come ci si organizza nella regione?
Sono questi gli interrogativi che attendono oggi una risposta chiara e adeguata da parte della direzione regionale e che noi, tre mesi dopo l’inaugurazione della Sala dei Diritti il 24 maggio in DG, riproporremo all’attenzione di tutti i colleghi.