A fronte di una crisi economica mai vista e di un impoverimento progressivo dei salari dei lavoratori, il Governo risponde con 8 euro medi lordi, pari alla sola indennità di vacanza contrattuale per il 2008 e a 70 euro medi lordi a decorrere dal 2009!
70 euro (comprensivi degli 8 Euro della vacanza contrattuale) tutti sul tabellare, dove sono confluiti anche i 10 euro che il protocollo d’intesa siglato a Palazzo Chigi il 30 ottobre aveva destinato alla produttività: è stata questa la grande conquista di Cisl, Uil e Confsal per salvaguardare il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici!
La parte normativa (artt.2 e 3), introdotta d’imperio in un contratto biennale che dovrebbe essere esclusivamente economico, riprende, estremizzandoli, come se fosse una circolare ministeriale, i contenuti del memorandum: maggiore produttività, valutazione dei risultati ottenuti, coinvolgimento dell’utenza nella misurazione delle attività e delle prestazioni. Il tutto in assenza completa di un reale e necessario confronto sindacale su materie che avranno pesanti ripercussioni sulle condizioni lavorative ed economiche dei lavoratori del comparto. Del resto tutto perfettamente in linea con i contenuti del testo di riforma del d. lgs. 165/2001 (atto Senato 847), oggi in discussione al Senato, che conferisce maggiori poteri alla dirigenza, sottrae materie alla contrattazione e spinge sull’introduzione di sistemi discrezionali di valutazione ai fini del riconoscimento dei trattamenti accessori!
Sul fronte del recupero delle somme relative al salario accessorio rubate ai lavoratori attraverso i contenuti della legge 133/2008, il contratto rimanda ad una successiva integrazione “sulla base di specifiche disposizioni di legge”. Il generico impegno contenuto nel protocollo d’intesa si tramuta quindi in un altrettanto fumoso e generico rinvio a disposizioni di legge: niente di certo sul piano dei tempi rispetto all’annullamento dell’effetto dell’abrogazione delle leggi speciali né su quello dell’entità delle risorse da recuperare. Ma non è solo questo il punto: il recupero incerto e fumoso di risorse dei lavoratori, può essere spacciato come conquista di un rinnovo contrattuale? E a quale prezzo verranno, forse, reintegrate le risorse?
Maggiore produttività, interventi di modifica sull’orario di lavoro e soprattutto ulteriori tagli attraverso i quali reperire, forse, le risorse, ma che contribuiranno certamente a dare un’ulteriore spallata alla Pubblica Amministrazione. Questo mentre proprio ieri è stato pubblicato il Conto annuale della Ragioneria dello Stato che evidenzia come nel 2007 la spesa per i dipendenti pubblici si riduce di 6,5 miliardi di Euro e il numero dei lavoratori diminuisce di 26.068 unità!
Ma sicuramente il prezzo più caro che dovranno pagare i lavoratori sarà quello della modifica dell’assetto contrattuale a partire dalla triennalizzazione, già inserita in questo contratto attraverso la tabella relativa agli importi della sola vacanza contrattuale per gli anni 2010 e 2011. Un contratto triennale quindi che già si prefigura pagato dai lavoratori!
E’ evidente che la nostra posizione non può che essere quella di non firmare il contratto dei Ministeri, il primo di una serie di contratti a perdere per tutti i dipendenti pubblici e chiamare i lavoratori, che a partire da giugno e fino al grande sciopero generale del 17 ottobre, hanno dato una forte dimostrazione di consapevolezza sulla gravità della situazione, a nuove ed incisive iniziative di lotta.
Le iniziative di lotta e la mobilitazione non si fermano!
Il prossimo appuntamento è, per tutti, a Roma
MARTEDI’ 18 NOVEMBRE
Presidio dalle ore 11.00
MINISTERO DEL TESORO
VIA XX SETTEMBRE
DIFENDIAMO, INSIEME, I NOSTRI SALARI!!!
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13 novembre 2008 - AMI agenzia multimediale italiana
Pubblico impiego. Ennesima spaccatura. Cgil e Rdb non firmano
di giovanni malagisi, valeria morando
guarda il video (dichiarazione RdB PI)
Contratto in dirittura d'arrivo per i quasi 190 mila dipendenti dei ministeri, che farà da apripista a tutti gli altri comparti del pubblico impiego. La trattativa è cominciato nel pomeriggio all'Aran e il negoziato ad oltranza al momento non sembra avere una data di scadenza. L'eventuale intesa dovrebbe essere sottoscritta da Cisl, Uil e Confsal, ma non dalla Cgil e dalle Rdb che non hanno neanche firmato il protocollo quadro raggiunto nei giorni scorsi a palazzo Chigi. Contraria anche la Fls-Cse. L'aumento economico previsto è di 70 euro lorde a regime per il biennio 2008-2009 (60 euro sul tabellare e 10 sul salario accessorio per la produttività). A tale cifra si aggiunge un aumento di 8 euro che rappresenta una coda del precedente contratto. È previsto anche il recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi unici di amministrazione. Si riconferma l'impegno a recuperare anche le risorse dei fondi unici di amministrazione di leggi speciali sempre per premiare la produttività e utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione. Il presidente dell'Aran, Massimo Massella Ducci Teri, ha confermato che si sta «lavorando alacremente» ed ha auspicato «di poter giungere ad una intesa prima possibile». Per il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, ci potrebbero essere le condizioni «per arrivare ad una intesa purchè non ci siano modifiche sostanziali alla parte normativa su ruolo e materie di competenza della contrattazione integrativa. Chiediamo inoltre - ha aggiunto - che l'accordo a Palazzo Chigi faccia parte integrante del contratto e in particolare la garanzia che le somme tagliate dalla manovra economica (circa 700 milioni) sui fondi della produttività siano integralmente restituite alle amministrazioni». La Fp-Cgil con il segretario nazionale Alfredo Garzi ribadisce la valutazione negativa alla proposta dell'Aran perchè «riprende il protocollo di Palazzo Chigi del 30 ottobre: l'incremento resta fermo al 3,2% distanti, quindi, dall'inflazione reale, e non c'è certezza sul recupero del salario accessorio tanto che nel testo si rimanda a successive leggi». Garzi sottolinea anche il fatto che nella proposta «è prevista l'indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2010-2011 e ciò manifesta l'intenzione di non fare il prossimo contratto a scadenza naturale. Ma anche sulla parte normativa non c'è alcuna proposta coraggiosa. Non c'è - ha insistito - nessuna novità annunciata pomposamente dal ministro Brunetta perchè si riconferma di fatto quanto unitariamente previsto nel contratto precedente nè ci sono i possibili miglioramenti del memorandum Prodi». Giudizio negativo anche dal segretario generale della Flp-Csl, Marco Carlomagno, perchè «non è previsto il recupero dei tagli sul salario accessorio e si cancella la contrattazione sull'assegnazione dei fondi negli uffici»
13 novembre 2008 - Il Sole 24 Ore
Rinnovi contrattuali
Ministeriali, ancora un accordo separato
MILANO - L'infiammarsi dei rapporti sindacali produce i suoi primi effetti concreti anche sui tavoli delle trattative per il rinnovo del pubblico impiego. Ieri sera all'Aran è stata siglata l'ipotesi di rinnovo del contratto nazionale per i circa 190mila lavoratori del comparto ministeri. L'intesa, che per il biennio economico 2008/2009 prevede un aumento medio a regime di 70 euro, a cui si aggiungono 8 euro per una precedente coda contrattuale, ha ricevuto il via libera di Cisl, Uil e Confsal. Cgil, Rdb-Cub e FlpCse si sono invece attestati sulla linea del «no», ribadendo le posizioni che già avevano assunto la scorsa settimana a Palazzo Chigi in occasione del protocollo quadro sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego.
Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, commentando la firma dell'accordo, non entra direttamente nel merito delle polemiche sindacali ma parla di «evento importante, che avvia la chiusura definitiva dei contratti per tutti i comparti pubblici». Nell'agenda di Palazzo Vidoni, le intese sul 2008/2009 vanno archiviate entro l'anno, per liberare da gennaio il campo al confronto sul nuovo modello contrattuale, da applicare a partire dal 2010.
Tornando al merito del testo, le risorse certe, 78 euro a regime, sono interamente inglobate dallo stipendio tabellare, ma viene assicurato anche il recupero di risorse sui fondi legati alla produttività. Per il fondo unico di amministrazione l'intesa prevede, entro il giugno dell'anno prossimo, il recupero dei circa 200 milioni tagliati dalla manovra d'estate e, sempre in tema di produttività, viene ribadito l'impegno a recuperare anche i 500 milioni correlati a leggi speciali. In questo ultimo caso, a finanziare l'obiettivo saranno i risparmi ottenuti con il dimagrimento delle strutture e la riduzione dei fondi di finanziamento.
Per la distribuzione dei fondi aggiuntivi, poi, l'intesa (articolo 2) prevede la creazione di un nuovo sistema di valutazione, che non potrà «avere una valenza meramente formale» ma dovrà assicurare «una concreta verifica della gestione delle risorse» e degli standard dei servizi.
«Nei fatti –sottolinea Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil – tutte le risorse che Palazzo Chigi aveva destinato alla produttività sono inglobate nel tabellare, e non c'è alcun aumento reale della quota variabile rispetto alle vecchie intese». A motivare il «no» della Cgil, comunque, è soprattutto l'entità delle risorse messe in campo dall'accordo, «che non sono sufficienti a difendere il potere d'acquisto dei salari».
Le critiche di chi non ha firmato sono ovviamente respinte al mittente dagli altri sindacati. Salvatore Bosco, segretario generale della UilPa, parla di «opposizione strumentale, dettata da finalità che poco hanno a che fare con l'attività di un sindacato libero e autonomo». Dal canto suo la Cisl-Fp, per bocca del suo segretario Giovanni Faverin, rivendica «il nuovo ruolo riconosciuto al sindacato », a cui i criteri per l'erogazione delle risorse integrative danno il compito di «negoziare i risparmi di funzionamento dell'amministrazione per distribuirne una parte al salario dei dipendenti».(G.Tr.)
13 novembre 2008 - Il Tempo
Contratti
Ministeri, accordo fatto sugli aumenti ma solo con Cisl e Uil
Raggiunto l'accordo per il rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare Cisl, Uil, Confsal, ma non la Cgil, le Rdb e la Flp-Cse. L'accordo prevede un aumento di 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una coda del precedente contratto
L'intesa è arrivata in serata dopo un pomeriggio di contrattazione a oltranza all'Aran. È previsto anche il recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi unici di amministrazione. Si riconferma l'impegno a recuperare anche le risorse dei fondi unici di amministrazione di leggi speciali sempre per premiare la produttività e utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione. La Fp-Cgil con il segretario nazionale Alfredo Garzi ribadisce la valutazione negativa alla proposta dell'Aran perchè «riprende il protocollo di Palazzo Chigi del 30 ottobre: l'incremento resta fermo al 3,2% distanti, quindi, dall'inflazione reale, e non c'è certezza sul recupero del salario accessorio tanto che nel testo si rimanda a successive leggi». Garzi sottolinea anche il fatto che nella proposta «è prevista l'indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2010-2011 e ciò manifesta l'intenzione di non fare il prossimo contratto a scadenza naturale».
13 novembre 2008 - Brescia Oggi/Giornale Vicenza/Arena
CONTRATTI. I 190 mila dipendenti del settore avranno 70 euro di aumento. La Cisl: abbiamo recuperato i soldi che Tremonti ci aveva tolto
Ministeriali, firmano Cisl, Uil e Confsal
ROMA - Accordo separato sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. Firmano la Cisl, la Uil, la Confsal; ribadiscono il loro no la Cgil, le RdB-Cub e la Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi. L’intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che incrementerà per intero lo stipendio tabellare, e in più otto euro sul salario accessorio, che rappresenta una coda del precedente contratto. È previsto anche il recupero, entro giugno 2009, dei tagli stabiliti nella manovra ai fondi unici di amministrazione (circa 200 milioni); confermato anche l’impegno a recuperare le risorse per premiare la maggior produttività (circa 500 milioni), utilizzando i risparmi da razionalizzazione.
Secondo il segretario della Fps-Cisl, Giovanni Faverin, il contratto «conferma l’accordo già siglato a Palazzo Chigi e ci sono il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti, il finanziamento contrattuale nel biennio di 78 euro e soprattutto il nuovo ruolo del sindacato, di negoziare risparmi di funzionamento dell’amministrazione per distribuirne una parte al salario dei dipendenti». È soddisfatto anche il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, perché il contratto «recepisce gran parte delle nostre rivendicazioni. Non siamo d’accordo con chi si oppone alle intese in modo strumentale». Ovviamente diversa la valutazione della Fp-Cgil: «Non si possono sommare i soldi che non erano stati erogati dal precedente contratto, pari a otto euro, con l’aumento economico che resta di 70 euro. La verità», dice il segretario nazionale, Alfredo Garzi, «è che i lavoratori riceveranno questi arretrati con due anni di ritardo». Proprio domani si svolgerà il terzo sciopero regionale indetto dalla Cgil a sostegno della vertenza contrattuale, cui seguirà lo sciopero generale. Per Brunetta, «la firma è un evento importante per i dipendenti pubblici perché avvia la chiusura dei contratti nazionali di lavoro per tutti i comparti pubblici». Auspicabile, per lui, «che entro dicembre si chiudano le restanti trattative».
13 novembre 2008 - EPolis nazionale
La spaccatura. Il leader del più grande sindacato italiano escluso dal vertice del premier a Palazzo Grazioli
Epifani infuriato contro il governo la Cgil proclama lo sciopero generale
I confederali si dividono anche sul rinnovo dei contratti dei ministeriali. Mobilitazione fissata per il 12 dicembre. Cisl e Uil negano l'incontro "segreto" con Confindustria e respingono le accuse al mittente. Sorpresa anche l'Ugl
di Serena Martucci
Sindacati sempre più divisi. Proprio quando la situazione di crisi richiederebbe la massima unità. Invece il fronte di chi è chiamato a difendere gli interessi dei lavoratori si spacca e la separazione diventa sempre più netta: Cisl e Uil da una parte, Cgil dall'altra. Inutili perfino gli appelli reciproci al dialogo; gli strappi non sembrano ricucirsi. Ieri i confederali si sono ancora una volta allontanati: l'accordo per il rinnovo del contratto dei quasi 190mila lavoratori dei ministeri è stato siglato da Cisl, Uil, Confsal, ma non dalla Cgil, Rdb e dalla Flp-Cse. Un aumento di 70 euro sullo stipendio, più 8 euro che rappresentano una "coda" del precedente contratto. Insufficienti però rispetto l'inflazione galoppante per la Cgil. E così il sindacato guidato da Guglielmo Epifani rilancia: per far fronte alla crisi economica e sociale proclama lo sciopero generale per il 12 dicembre, insieme ai metalmeccanici della Fiom. Il clima, già rovente, è stato poi peggiorato dall'incontro informale di martedì sera a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, i ministri di Economia, Sviluppo e Welfare, insieme ai leader di Confindustria, Cisl e Uil. Al centro della discussione i rinnovi dei contratti, Alitalia e la crisi delle banche. Escluse la Cgil, il più grande sindacato italiano, e l'Ugl che reagiscono duramente. «Quello che è accaduto l'altra sera è gravissimo,una cosa senza precedenti» ha tuonato il segretario della Cgil, Epifani. «Berlusconi - ha aggiunto - dimostra di non avere alcun rispetto dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sulla crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli riservati li tiene solo con alcuni soggetti». L'incontro "segreto" a Palazzo Grazioli, che la Uil continua a negare, ha suscitato anche l'irritazione dell'Ugl, il sindacato più vicino politicamente alla maggioranza di governo che accusa «pensavamo che la stagione degli incontri riservati fosse terminata con la scorsa legislatura». La Cisl, invece preferisce non commentare e nega il faccia a faccia, mentre si difende il segretario della Uil, Luigi Angeletti: «È colpa della Cgil. Invece di fantasticare di inviti perché non si interroga sul suo comportamento?».
13 novembre 2008 - Avvenire
Contratto dei ministeriali, raggiunto l’accordo Aumento di 70 euro. Ma la Cgil dice ancora no
ROMA - Ormai è spaccatura su tutto nel fronte sindacale. Ieri, dopo l’intesaquadro delle scorse settimane per i dipendenti pubblici, è stato siglato il primo accordo di settore ( quello che fa partire in concreto gli aumenti) sul contratto del personale dei ministeri: ma a firmare sono state soltanto Cisl, Uil e Confsal ( per un aumento medio mensile di 70 euro, più 8 euro di ' coda' del precedente contratto). Resta fuori la Cgil che non ha firmato, mentre la Rdb- Cub ha lasciato il tavolo. Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, annuncia che la firma avvenuta in serata «rappresenta un evento importante perché avvia la chiusura definitiva dei contratti per tutti i comparti pubblici». Brunetta auspica ora che entro dicembre «si chiuda» pure per gli altri comparti, in modo che con il nuovo anno «si possa lavorare per avviare nel 2010 il nuovo modello contrattuale» . A far notizia, però, è soprattutto la divisione, per quanto scontata dopo che la Cgil aveva già detto no al protocollo firmato il 30 ottobre e che, per questo, la Fp- Cgil aveva dato vita da sola a una serie di scioperi regionali. Il contratto prevede anche il recupero delle ' indennità accessorie', così come previsto nel protocollo firmato il 30 ottobre
13 novembre 2008 - La Nuova Sardegna/Corriere delle Alpi/Centro/Alto Adige/Tirreno
Indignato Epifani che anticipa al 12 lo sciopero generale
Contratto, i ministeriali firmano Assente la Cgil «non invitata»
ROMA - Raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare Cisl, Uil, Confsal, ma non la Cgil, le Rdb e la Flp-Cse. 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una «coda» del vecchio contratto. L’incontro «ad eslcudendum» tra governo-Cisl-Uil-Confindustria senza la Cgil ha scatenato un putiferio.
La Cgil ha reagito accorciando i tempi per la proclamazione dello sciopero generale da parte della confederazione diretta da Guglielmo Epifani. Il direttivo dell’organizzazione sindacale ha infatti dato mandato alla segreteria di proclamare la mobilitazione nazionale a sostegno della piattaforma «anti-crisi» indicando già la data: il 12 dicembre, giornata in cui si sarebbe dovuto svolgere lo sciopero dei metalmeccanici della Fiom. Restano invece confermate le altre iniziative di lotta, a partire da quella «unitaria» del 14 novembre per l’università, da cui si è tuttavia sfilata la Cisl, e quella di sabato 15 novembre dei lavoratori del commercio, settore in cui Cisl e Uil sono andati alla firma separata sul contratto. La proclamazione dello sciopero ha messo l’accento sulla spaccatura tra Cgil da un lato e Cisl e Uil dall’altro «Quello che è accaduto l’altra sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti», dice Guglielmo Epifani, convinto che ciò apra «un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria».
13 novembre 2008 - Italia Oggi
Sindacati nello scompiglio, la Cgil non firma sui travet. E sull'università la Uil rompe con la Cisl
Statali, salta l'aumento diversificato
Rinnovato il contratto, i 70 euro in più al mese vanno a tutti
Sono 70 euro di aumento mensile. E sono per tutti. L'aumento di salario del 3,2%, a copertura dell'inflazione 2008/2009, non sconterà il pedaggio a favore della produttività -come invece il governo aveva preventivato nel protocollo d'intesa firmato il 30 ottobre scorso con Cisl, Uil, Confsal e Ugl-che prevedeva 60 euro sul tabellare e 10 euro solo per i più bravi, da valutare in ogni ufficio. Il merito sarà spostato tutto sul salario accessorio, quello che sarà ripristinato nelle singole amministrazioni con la riattivazione dei fondi integrativi. Una riattivazione che costerà alle case dello stato circa 750 milioni di euro, secondo stime ufficiose, quelli che la manovra estiva, targata Giulio Tremonti, aveva tagliato. E che «specifiche disposizione di legge», precisa il contratto, dovranno ridare. A decorrere da gennaio 2009. Sono le novità più importanti del contratto dei dipendenti statali, il primo del pubblico impiego rinnovato dal governo Berlusconi IV. L'intesa ora inizia la trafila dei controlli, a partire da quello della Corte dei conti che dovrà certificarne la copertura finanziaria. «Mi auguro che entro dicembre si chiudano le restanti trattative», ha commentato il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, «e che si possa lavorare proficuamente con le parti sociali per avviare nel 2010 il nuovo modello contrattuale». A firmare Cisl, Uil, Confsal e Ugl. Non ha sottoscritto l'intesa la Cgil e neanche Rdb, che ha abbandonato la trattativa. La Cgil di Gugliemo Epifani dopo aver partecipato in queste settimane ai tavoli dell'Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione guidata da Massimo Ducci Teri, ieri ha annunciato che non ci sono le condizioni per dire sì al contratto: pochi i 70 euro medi di aumento al mese, poco anche la promessa del governo di rimettere sul piatto della bilancia i soldi degli integrativi nelle singole amministrazioni. Ma questa spaccatura del fronte sindacale era tutto sommato nell'aria, visto che la Cgil non aveva firmato neanche il protocollo d'intesa di Palazzo Chigi. E invece ieri, a sorpresa, si è registrata un nuova rottura, che fa saltare gli schemi che in queste settimana, a partire dal caso Alitalia, erano stati costruiti. La Uil di Luigi Angeletti ha interrotto infatti il sodalizio con la Cisl Raffaele Bonanni. E lo ha fatto su un terreno scottante, quello che ha mobilitato le piazze in questi giorni contro la riforma Gelmini. Si tratta del mondo dell'università e la ricerca, che domani incrocerà le braccia, con una manifestazione nazionale a Roma. Uno sciopero inizialmente unitario, che vedeva insieme Cgil, Cisl e Uil. Ma dopo l'incontro di martedì dei segretari di settore con il ministro dell'istruzione università, Mariastella Gelmini, e gli impegni ratificati nel verbale dell'incontro (che la Cgil non aveva sottoscritto), la Cisl ieri si è sfilata, revocando lo sciopero. La Uil, invece, lo ha confermato. A spiegarne le ragioni, Alberto Civica, segretario della Uil università. «Nel verbale la Gelmini si è impegnata a darci una serie di risposte, dal rispristino dei fondi delle università alla garanzia che tutti i 2 mila precari della ricerca, che hanno i requisiti per essere stabilizzati, lo saranno. Servono risposte concrete, altrimenti la protesta resta», dice Civica, che repinge le accuse di portare avanti uno sciopero politico, antigovernativo:«Per motivi analoghi abbiamo scioperato contro il governo presieduto da Romano Prodi».
13 novembre 2008 - Il Messaggero Veneto
Università in piazza, ma senza la Cisl
La Cgil assente al vertice governo-Confidustria: sciopero generale il 12 dicembre IL SINDACATO DIVISO La Gelmini incontra la sigla di Bonanni che si ritira dalla protesta di domani Ministeriali, raggiunto l’accordo sul contratto per 190 mila: il no di Epifani
ROMA - L’incontro "ad eslcudendum" tra governo-Cisl-Uil-Confindustria senza la Cgil scatena un putiferio nel sindacato e accorcia i tempi per la proclamazione dello sciopero generale da parte della confederazione diretta da Guglielmo Epifani. Il direttivo dell’organizzazione sindacale ha infatti dato mandato alla segreteria di proclamare la mobilitazione nazionale a sostegno della piattaforma "anti-crisi" indicando già la data: il 12 dicembre, giornata in cui si sarebbe dovuto svolgere lo sciopero dei metalmeccanici della Fiom. Restano invece confermate le altre iniziative di lotta, a partire da quella «unitaria» di domani per l’università, da cui si è tuttavia sfilata la Cisl - dopo un incontro del sindacato di Bonanni con il ministro Gelmini -, e quella di sabato dei lavoratori del commercio, settore in cui Cisl e Uil sono andati alla firma «separata» sul contratto. Una divisione quella del sindacato che si è vista anche nell’accordo raggiunto per il rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare infatti Cisl, Uil, Confsal, ma non la Cgil, le Rdb e la Flp-Cse. L’accordo prevede un aumento di 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una "coda" del precedente contratto.
La proclamazione dello sciopero generale ha messo, dunque, l’accento sulla spaccatura tra Cgil da un lato e Cisl e Uil dall’altro, aggravata dall’incontro che martedì si è tenuto a palazzo Grazioli tra esponenti del governo, i segretari di Cisl e Uil e Confindustria. «Quello che è accaduto ieri sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti», dice avviando in mattinata i lavori del direttivo Cgil il segretario Guglielmo Epifani, convinto che ciò apra «un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria». Di più, sostiene l’organizzazione nel documento finale del direttivo, «questo fatto, insieme, racchiude l’esistenza di una conseguente relazione tra lo stato del confronto sulla riforma del modello contrattuale e la volontà del governo di dividere le organizzazioni sindacali e premere in direzione di un accordo separato».
Un accordo senza la Cgil che arriverebbe quindi dopo quello sugli statali e dopo quello sul commercio di questa estate, mentre proprio ieri la Cisl e l’Ugl si sono sfilate dallo sciopero indetto per l’università a cui, per il momento, continua ad aderire invece la Uil. L’incontro "segreto" a palazzo Grazioli, che la Uil continua a negare, ha suscitato però anche l’irritazione dell’Ugl, il sindacato più vicino politicamente alla maggioranza di governo. «Pensavamo che la stagione degli incontri riservati fosse terminata con la scorsa legislatura. Nel rapporto tra governo e parti sociali c'è ormai un problema di metodo che, se possibile, viene prima ancora di quello di merito», afferma il segretario, Renata Polverini, che ieri mattina ha convocato d’urgenza la segreteria. Si difende invece il segretario della Uil, Luigi Angeletti: «se c’è, da molti mesi a questa parte, un piano preordinato di divisione del Sindacato, questo è quello posto in essere dalla sola Cgil», dice, definendo «sconsiderata» l’affermazione di Gianni Pagliarini, responsabile lavoro del Pdci, secondo il quale il mancato invito, ieri, della Cgil è «in linea col programma della P2». Il ministro del Lavoro, Sacconi, tenta in un primo momento di smorzare i toni: «Incontri informali ci sono e ci saranno sempre, quel che contano sono i dati politici», dice inizialmente ma poi, a fine giornata, attacca sullo sciopero. «Rispetto le libere decisioni della Cgil, tuttavia le considero mosse da valutazioni più politiche che sindacali». La Gelmini ha, dunque, spuntato una lancia: quella della Cisl che, con Ugl e Snals, ha deciso di revocare lo sciopero proclamato per domani. Ma gli altri - Cgil, Uil e, soprattutto, gli studenti - scenderanno in piazza per protestare contro la legge 133 e anche perchè poco convinti delle novità introdotte con il decreto legge «tecnico» numero 1.180 varato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri e pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale (quello su concorsi e alleggerimento del blocco del "turn over"). Oltre che dalla rappresentanza istituzionale dei rettori, un’apertura di credito al governo è arrivata dunque anche dalla Cisl. «Abbiamo deciso la revoca dello sciopero - ha spiegato Antonio Marsilia, segretario generale Cisl Università - perchè il ministro con il documento sottoscritto ieri si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra governativa sull’università e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma per lo sciopero del 14 novembre».
Infine, accordo separato sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare la Cisl, la Uil, la Confsal, mentre hanno ribadito il loro «no» la Cgil di Guglielmo Epifani, le RdB-Cub e la Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi. L’intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che andrà ad incrementare per intero lo stipendio tabellare, e in più otto euro sul salario accessorio, che rappresenta una coda del precedente contratto. È previsto anche il recupero, entro giugno 2009, dei tagli che erano stati stabiliti nella manovra economica ai fondi unici di amministrazione (circa 200 milioni).
13 novembre 2008 - La Provincia di Cremona
Ministeriali, accordo separato Il contratto firmato da Uil e Cisl
ROMA — Accordo separato sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare la Cisl, la Uil, la Confsal, mentre hanno ribadito il loro no la Cgil, le RdB-Cub e la Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi. L'intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro e in più otto euro sul salario accessorio, che rappresenta una coda del precedente contratto. È previsto anche il recupero, entro giugno 2009, dei tagli che erano stati stabiliti nella manovra economica ai fondi unici di amministrazione (circa 200 milioni). Secondo il segretario della Fps-Cisl, Giovanni Faverin, nel contratto «ci sono il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti, il finanziamento contrattuale nel biennio di 78 euro e soprattutto il nuovo ruolo del sindacato, di negoziare risparmi di funzionamento dell'amministrazione per distribuirne una parte al salario dei dipendenti». Ma secondo il segretario nazionale Fp-Cgil, Alfredo Garzi, «per riavere il salario accessorio tagliato con la legge 133 del 2008 sarà, comunque necessario, reperire le risorse e uno specifico intervento legislativo». «Inoltre, «nell'accordo è confermato l'incremento del 3,2% per il biennio, a fronte di un'inflazione reale pari al doppio. Poco più di 40 euro netti non garantiranno il potere d'acquisto delle retribuzioni». Soddisfatto il ministro Brunetta secondo il quale «la firma del contratto avvia la chiusura definitiva dei contratti nazionali di lavoro per tutti i comparti pubblici».
13 novembre 2008 - Libertà
Ministeri, accordo sul contratto
Aumento di 70 euro, ma la Cgil è rimasta fuori. Soddisfatto Brunetta
ROMA - Accordo separato sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare la Cisl, la Uil, la Confsal, mentre hanno ribadito il loro "no" la Cgil, le RdB-Cub e la Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi.
L'intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che andrà ad incrementare per intero lo stipendio tabellare, e in più otto euro sul salario accessorio, che rappresenta una coda del precedente contratto.
È previsto anche il recupero, entro giugno 2009, dei tagli che erano stati stabiliti nella manovra economica ai fondi unici di amministrazione (circa 200 milioni); confermato anche l'impegno a recuperare le risorse dei fondi stabiliti da leggi speciali, sempre per premiare la maggior produttività (circa 500 milioni), utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione.
Secondo il segretario della Fps-Cisl, Giovanni Faverin, il contratto «conferma l'accordo già siglato a Palazzo Chigi e ci sono il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti, il finanziamento contrattuale nel biennio di 78 euro e soprattutto il nuovo ruolo del sindacato, di negoziare risparmi di funzionamento dell'amministrazione per distribuirne una parte al salario dei dipendenti».
È soddisfatto anche il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, perchè il contratto «recepisce gran parte delle nostre rivendicazioni». «Si chiude una vertenza - ha aggiunto Bosco - che si è trascinata da quasi un anno, sono stati ottenuti, pur in presenza di una grave crisi economica, risultati importanti». Polemico il sindacalista nei confronti di chi non ha firmato: «Non siamo d'accordo con chi si oppone alle intese in modo strumentale e per finalità che poco hanno a che fare con l'attività di un sindacato autonomo e libero da condizionamenti politici ed ideologici» ha concluso Bosco.
Ovviamente diversa la valutazione della Fp-Cgil, che torna a bocciare l'intesa e sottolinea che «non si possono sommare i soldi che non erano stati erogati dal precedente contratto, pari a otto euro, con l'aumento economico che resta di 70 euro». «La verità - afferma il segretario nazionale, Alfredo Garzi - è che i lavoratori riceveranno questi arretrati con due anni di ritardo». Proprio domani si svolgerà il terzo sciopero regionale indetto dalla Cgil a sostegno della vertenza contrattuale, cui seguirà lo sciopero generale.
Soddisfatto il ministro Brunetta secondo il quale «la firma del contratto rappresenta un evento importante per i dipendenti pubblici perchè avvia la chiusura definitiva dei contratti nazionali di lavoro per tutti i comparti pubblici». E ora il titolare della Funzione Pubblica si augura «che entro dicembre si chiudano le restanti trattative relative al biennio economico 2008-2009 e che con il nuovo anno si possa lavorare proficuamente con le parti sociali per avviare nel 2010 il nuovo modello contrattuale».
13 novembre 2008 - La Sicilia
INTESA SUL RINNOVO DEL CONTRATTO. LA CGIL NON HA FIRMATO
Ministeriali, aumenti da 70 euro
Roma - Raggiunto l'accordo per il rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare Cisl, Uil, Confsal, ma non la Cgil, le Rdb e la Flp-Cse. L'accordo prevede un aumento di 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una «coda» del precedente contratto. L'accordo prevede anche il recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi unici di amministrazione per la produttività (circa 200 milioni). C'è anche l'impegno a recuperare le risorse dei fondi previsti da leggi speciali sempre per la maggiore produttività, utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione.
Secondo il segretario della Fps-Cisl, Giovanni Faverin, «il contratto conferma l'accordo già siglato a Palazzo Chigi e c'è il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti». Il sindacalista sottolinea il «finanziamento contrattuale nel biennio di 78 euro e soprattutto l'apertura del ruolo nuovo del sindacato di negoziare risparmi di funzionamento delle amministrazioni per distribuirne una parte al salario dei dipendenti dei settori interessati».
Secondo il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, sono state recepite gran parte delle rivendicazioni sindacali.
«Si conferma - ha affermato - l'impegno sul recupero integrale delle somme tagliate dai fondi per la produttività. Si garantisce un incremento retributivo dal 2009 di 78 euro medi pro capite e il pagamento della vacanza contrattuale per il 2008». «La firma del contratto del personale dei ministeri rappresenta un evento importante per i dipendenti pubblici perchè avvia la chiusura definitiva dei contratti nazionali di lavoro per tutti i comparti pubblici», commenta il ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta. "Mi auguro che entro dicembre si chiudano le restanti trattative relative al biennio economico 2008-2009».
13 novembre 2008 - Corriere Adriatico
Ministeri, accordo da 70 euro
ROMA - Accordo separato sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare la Cisl, la Uil, la Confsal, mentre hanno ribadito il loro 'nò la Cgil, le RdB-Cub e la Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi. L’intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che andrà ad incrementare lo stipendio tabellare, e in più otto euro sul salario accessorio, che rappresenta una coda del precedente contratto. E’ previsto anche il recupero, entro giugno, dei tagli che erano stati stabiliti nella manovra economica ai fondi unici di amministrazione (circa 200 milioni); confermato anche l'impegno a recuperare le risorse dei fondi stabiliti da leggi speciali, sempre per premiare la maggior produttività, utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento. Secondo il segretario della Fps-Cisl, Giovanni Faverin, il contratto "conferma l’accordo già siglato a Palazzo Chigi e ci sono il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti, il finanziamento contrattuale nel biennio di 78 euro e soprattutto il nuovo ruolo del sindacato, di negoziare risparmi per distribuirne una parte al salario dei dipendenti".
13 novembre 2008 - Il Mattino
Epifani non ci sta. Anzi, questa volta è davvero infuriato...
di MARCO TORIELLO
Epifani non ci sta. Anzi, questa volta è davvero infuriato e annuncia per il 12 dicembre uno sciopero generale che era nell’aria da tempo, ma che arriva proprio nel giorno della rottura totale con il governo e con Cisl e Uil, con la Cgil che dice no anche al rinnovo del contratto dei 190mila lavoratori dei ministeri, sottoscritto invece dalle altre due sigle confederali. Al leader della Cgil non va giù l’esclusione del suo sindacato dall’incontro di martedì sera a Palazzo Grazioli tra il premier Silvio Berlusconi, alcuni ministri, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Un vertice che, «se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti», attacca Epifani, parlando ieri mattina al direttivo dell’organizzazione. Il segretario della Cgil chiede «un immediato incontro» con il governo e annuncia l’invio di una lettera alla Marcegaglia, a Bonanni e ad Angeletti per chiedere conferma dell’incontro di martedì, che «apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria». Con la mancata convocazione della Cgil alla riunione di Palazzo Grazioli, continua Epifani, il governo «esprime la volontà di non aprire un confronto con noi». Un comportamento «particolarmente grave, perché abbiamo inviato al governo e alle altre parti sociali un documento le nostre proposte per affrontare la crisi». Ed è proprio per protestare contro la manovra finanziaria e l’assenza di interventi a sostegno delle fasce più deboli della popolazione, messe in ginocchio dalla crisi, che il direttivo della Cgil ha proclamato lo sciopero generale del 12 dicembre. Uno stop di almeno 4 ore, le cui modalità saranno stabilite dalla segreteria confederale che si riunirà lunedì prossimo. L’obiettivo è comunque quello di organizzare la mobilitazione a livello provinciale, coinvolgendo capillarmente le strutture territoriali. Sarebbe quindi esclusa la possibilità che ci sia una manifestazione nazionale a Roma. La data dello sciopero generale coincide con quello proclamato dai metalmeccanici della Fiom, che dovrebbero quindi confluire nello stop di tutte le categorie. Stesso discorso per lo sciopero generale del pubblico impiego, anch’esso previsto a dicembre, ma di cui non era stata ancora precisata la data. Confermati invece gli scioperi dell’università (14 novembre, da cui ieri si è sfilata la Cisl) e dei lavoratori del commercio (15 novembre). «Di fronte ai problemi del Paese, il governo ha il dovere di aprire un confronto serio e trasparente con le grandi forze di rappresentanza sociale - si legge nel documento finale del direttivo Cgil, che ritorna sulla riunione di Palazzo Grazioli -. La scelta di non aprire questi tavoli, di sostituirli con incontri, più o meno riservati, che tendono a escludere i più, a partire dalla Cgil, e dalle altre associazioni di impresa, rappresenta un fatto di eccezionale gravità». Secondo la Cgil, l’esecutivo ha «la volontà di dividere» il sindacato e di «premere in direzione di un accordo separato» sulla riforma del modello contrattuale. Accordo separato, intanto, che ieri c’è stato sul rinnovo del contratto dei lavoratori dei ministeri, firmato da Csil, Uil e Confsal, ma non da Cgil, Rdb-Cub e Flp-Cse, che nei giorni scorsi non avevano sottoscritto neanche il protocollo quadro a Palazzo Chigi. L’intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che andrà ad incrementare per intero lo stipendio tabellare, e in più 8 euro sul salario accessorio. «Se c’è, da molti mesi a questa parte, un piano preordinato di divisione del sindacato, questo è quello posto in essere dalla sola Cgil», contrattacca Angeletti. Per Bonanni non c’è alcuna trattativa con il governo: «Epifani lo dice per coprire un suo errore - spiega il numero della Cisl - cioè uno sciopero generale velleitario che farà da solo». Prende invece le distanze dall’esecutivo Renata Polverini, leader dell’Ugl, che non è stata convocata al vertice di Palazzo Grazioli, ma, precisa, nella serata di martedì è stata contattata telefonicamente da Berlusconi: «Pensavamo che la stagione degli incontri riservati fosse terminata con la scorsa legislatura - sottolinea -. Nel rapporto tra governo e parti sociali c’è ormai un problema di metodo, che, se possibile, viene prima ancora di quello di merito». La polemica sull’incontro segreto tra governo, Confindustria, Cisl e Uil infuria anche nei palazzi della politica. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi prova prima a gettare acqua sul fuoco, sostenendo che «incontri informali ci sono e ci saranno sempre, quel che contano sono i dati politici». Ma nel pomeriggio, dopo la proclamazione dello sciopero da parte della confederazione di Epifani, attacca: «Rispetto le libere decisioni della Cgil, tuttavia le considero mosse da valutazioni più politiche che sindacali». In difesa della Cgil scende invece in campo il Pd, attraverso il capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, che giudica «gravissima» l’esclusione del sindacato dalla riunione di martedì. Secondo la Finocchiaro, in questa fase di crisi «ci sarebbe bisogno di un confronto con tutte le realtà sindacali, mentre il governo Berlusconi gioca sulle divisioni e le alimenta». Esprime «totale e piena solidarietà» alla Cgil il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, che accusa governo e Confindustria di voler spaccare il sindacato.
13 novembre 2008 - L'Eco di Bergamo
Divisi anche sul contratto dei ministeriali
Divisi anche sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare Cisl, Uil, Confsal, mentre hanno ribadito il loro «no» Cgil, RdB-Cub e Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi. L'intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che andrà ad incrementare per intero lo stipendio tabellare, e in più otto euro sul salario accessorio, una coda del precedente contratto. Confermato anche l'impegno a recuperare le risorse dei fondi stabiliti da leggi speciali, per premiare la maggior produttività (circa 500 milioni), utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione.
Soddisfatte Cisl e Uil soprattutto per «il nuovo ruolo del sindacato, di negoziare risparmi di funzionamento dell'amministrazione per distribuirne una parte al salario dei dipendenti». Ovviamente diversa la valutazione della Fp-Cgil: «Non si possono sommare i soldi che non erano stati erogati dal precedente contratto, pari a otto euro, con l'aumento economico che resta di 70 euro». Proprio dopodomani si svolgerà il terzo sciopero regionale indetto dalla Cgil. Soddisfatto il ministro Brunetta: «La firma rappresenta un evento importante per i dipendenti pubblici perché avvia la chiusura definitiva dei contratti nazionali di lavoro per tutti i comparti pubblici».
12 novembre 2008 - Apcom
Ricerca/ Usi-RdB conferma sciopero del 5 dicembre
Ieri incontro con Gelmini dagli "esiti insoddisfacenti"
Roma, 12 nov. (Apcom) - L'Usi-RdB Ricerca conferma lo sciopero del settore indetto per il prossimo 5 dicembre. Ieri il sindacato ha incontrato con RdB/CUB P.I. Università il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, ma la riunione ha avuto "esiti insoddisfacenti" e sono state ritenute "insufficienti le proposte ricevute in sede di conciliazione, che riguardano solo le stabilizzazione già previste dalle due scorse leggi finanziarie e non il fenomeno precariato nella sua globalità". "Il ministro - spiega una nota del sindacato - ha aperto l`incontro con l`invito ad un confronto costruttivo, che la delegazione ha accolto evidenziando tuttavia che la legge 133 rappresenta un macigno sulla strada del dialogo: in merito al decreto legge 180 recentemente emanato dal governo, RdB ha sottolineato che appaiono assolutamente insufficienti le timide aperture del governo in materia di Università. In particolare viene ritenuto inaccettabile il meccanismo della 'premialità' degli atenei virtuosi, che rischia di penalizzare studenti e lavoratori e non i veri responsabili della cattiva conduzione degli Atenei, aprendo così la strada alla trasformazione delle università pubbliche in fondazioni". "Il confronto è proseguito sulla soluzione di situazioni patologiche presenti sia negli Enti di Ricerca che negli Atenei, prima tra tutte la questione precariato, per la quale ci sono circa 15.000 i precari di cui due terzi con contratti atipici che mascherano lavoro subordinato. La delegazione ha inoltre chiesto di avviare urgentemente la chiusura del Contratto del comparto Ricerca biennio 2006/2007, scaduto da 35 mesi. USI/RdB e RdB hanno inoltre sottolineato - conclude la nota - la necessità di riforme che consentano un vero rilancio della Ricerca e dell`Università pubblica". Lo sciopero verrà preceduto da un presidio dei lavoratori della Ricerca, che si svolgerà giovedì 13 ottobre alle ore 16 davanti al Ministero della Funzione Pubblica, in occasione della riunione fra presidenti degli Enti e il ministro Brunetta.
12 novembre 2008 - Ansa
MINISTERI:RDB-CUB ABBANDONA TAVOLO; CONFSAL, POSSIBILE INTESA
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - La Federazione delle rappresentanze di base del pubblico impiego Rdb-Cub ha deciso di abbandonare il tavolo sul quale si discute il rinnovo del contratto dei ministeriali. L'iniziativa è stata assunta per protestare contro la proposta dell'Aran che prevede un aumento di 70 euro a regime. «Stiamo ragionando su iniziative di lotta che interessino tutto il pubblico impiego», ha detto lasciando la riunione uno dei rappresentanti delle Rdb, Giuliano Greggi. Possibilista, invece, rispetto ad un'intesa è la Confsal. «La trattativa è su un binario - ha rilevato il vice segretario della confederazione Renato Plaja - se le proposte di modifica che abbiamo avanzato insieme a Cisl e Uil saranno accolte si potrà arrivare alla definizione della trattativa nel corso della serata».
MINISTERI: ACCORDO VICINO SENZA FIRMA CGIL
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - Contratto in dirittura d'arrivo per i quasi 190 mila dipendenti dei ministeri, che farà da apripista a tutti gli altri comparti del pubblico impiego. È cominciato nel pomeriggio all'Aran il negoziato ad oltranza che potrebbe portare ad un accordo anche in serata. L'eventuale intesa dovrebbe essere sottoscritta da Cisl, Uil e Confsal, ma non dalla Cgil e dalle Rdb che non hanno neanche firmato il protocollo quadro raggiunto nei giorni scorsi a palazzo Chigi. Contraria anche la Fls-Cse. L'aumento economico previsto è di 70 euro lorde a regime per il biennio 2008-2009 (60 euro sul tabellare e 10 sul salario accessorio per la produttività). A tale cifra si aggiunge un aumento di 8 euro che rappresenta una 'codà del precedente contratto. È previsto anche il recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi unici di amministrazione. Si riconferma l'impegno a recuperare anche le risorse dei fondi unici di amministrazione di leggi speciali sempre per premiare la produttività e utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione. Il presidente dell'Aran, Massimo Massella Ducci Teri, ha confermato che si sta «lavorando alacremente» ed ha auspicato «di poter giungere ad una intesa prima possibile». Per il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, ci potrebbero essere le condizioni «per arrivare ad una intesa purchè non ci siano modifiche sostanziali alla parte normativa su ruolo e materie di competenza della contrattazione integrativa. Chiediamo inoltre - ha aggiunto - che l'accordo a Palazzo Chigi faccia parte integrante del contratto e in particolare la garanzia che le somme tagliate dalla manovra economica (circa 700 milioni) sui fondi della produttività siano integralmente restituite alle amministrazioni». La Fp-Cgil con il segretario nazionale Alfredo Garzi ribadisce la valutazione negativa alla proposta dell'Aran perchè «riprende il protocollo di Palazzo Chigi del 30 ottobre: l'incremento resta fermo al 3,2% distanti, quindi, dall'inflazione reale, e non c'è certezza sul recupero del salario accessorio tanto che nel testo si rimanda a successive leggi». Garzi sottolinea anche il fatto che nella proposta «è prevista l'indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2010-2011 e ciò manifesta l'intenzione di non fare il prossimo contratto a scadenza naturale. Ma anche sulla parte normativa non c'è alcuna proposta coraggiosa. Non c'è - ha insistito - nessuna novità annunciata pomposamente dal ministro Brunetta perchè si riconferma di fatto quanto unitariamente previsto nel contratto precedente nè ci sono i possibili miglioramenti del memorandum Prodi». Giudizio negativo anche dal segretario generale della Flp-Csl, Marco Carlomagno, perchè «non è previsto il recupero dei tagli sul salario accessorio e si cancella la contrattazione sull'assegnazione dei fondi negli uffici».
MINISTERI:INTESA;AUMENTO 70 EURO,8 ARRETRATI; NO CGIL
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - Raggiunto l'accordo per il rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare Cisl, Uil, Confsal, ma non la Cgil, le Rdb e la Flp-Cse. L'accordo prevede un aumento di 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una 'codà del precedente contratto.
12 novembre 2008 - Reuters
Ministeri: raggiunto accordo rinnovo contratto, Cgil non firma
MILANO (Reuters) - Cisl, Uil e Confsal hanno raggiunto in serata l'accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori dei ministeri relativo al biennio economico 2008-2009. Lo ha detto a Reuters Giovanni Faverin, segretario Fp Cisl nazionale che ha preso parte alla trattativa. L'accordo è stato firmato da Cisl, Uil e Confsal ma non da Cgil, Rdb e Flp-Cse. "L'accordo raggiunto questa sera è positivo e lo è anche l'aumento raggiunto di 70 euro ai quali si aggiungono altri 8 euro che sono il recupero di una 'coda' contrattuale precedente", ha commentato Faverin. "L'accordo è positivo perché recupera anche nel contratto i soldi sulla produttività che (il ministro dell'Economia Giulio) Tremonti aveva tagliato a luglio con la manovra triennale", ha aggiunto Faverin. Per Faverin, "per la prima volta in un contratto di settore la controparte accetta che i risparmi del funzionamento della macchina della amministrazioni interessate possano essere utilizzati per finanziare la contrattazione integrativa". "Questo dà al sindacato la possibilità di rinegoziare servizi ai cittadini e alle imprese e sui risparmi che nel pubblico diventano dividendi premiare i lavoratori", ha detto il sindacalista.