A fronte di oggettive e consolidate condizioni di lavoro da quarto mondo e mentre proseguono nel paese, a macchia di leopardo, blocco delle assunzioni, esternalizzazioni di servizi, precarizzazione del lavoro e mancati pagamenti degli stipendi, il Governo dimissionario, con un documento integrativo dell’atto di indirizzo dello scorso 14 febbraio, accelera e chiude il contratto sanità.
“Dopo 26 mesi di attesa e 103 Euro medi a regime, non possiamo certo dire che si è recuperato il potere di acquisto perso negli anni - dichiara Sabino Venezia del Coordinamento Nazionale RdB Pubblico Impiego - purtroppo il memorandum di CGIL-CISL-UIL dello scorso anno ha dato i suoi frutti, e le tasche dei lavoratori ne subiscono le conseguenze”.
Neanche il piano normativo corrisponde alle aspettative dei lavoratori: vincoli ai passaggi tra le fasce, deroga temporanea al riposo di undici ore tra due turni e nulla sulla tanto decantata sicurezza sui luoghi di lavoro né sugli OSS, fanno il pari con un puntuale rinnovellamento delle norme disciplinari che favoriscono il ricorso al licenziamento.
“ Ambigua la posizione degli stessi sindacati di categoria - prosegue Venezia – per legittimare l’obbligo del master universitario per le funzioni di coordinamento si rimanda (non si rifiuta) la discussione sul taglio dell’indennità infermieristica e si elude il confronto sul sistema di valorizzazione delle autonomie professionali”.
La RdB sta predisponendo assemblee regionali per contestare lo scempio sottoscritto questa notte e rilanciare la lotta a difesa del salario ed a garanzia dei diritti e della dignità degli operatori/ici del settore, a partire dal 4 marzo alle 09.00 presso A.O. Careggi con la prima assemblea regionale della Toscana.