In molti, troppi settori produttivi che nulla hanno a che fare con i servizi essenziali legati all’emergenza coronavirus, le aziende stanno riprendendo l’attività lavorativa o si accingono a farlo, approfittando delle maglie larghissime dei DPCM dell’11 e del 22 marzo. Mano libera in sostanza alle associazioni imprenditoriali che fin dal primo momento si sono opposte ai provvedimenti di chiusura, sbandierando il mantra del profitto senza curarsi della salute e della sicurezza di milioni di lavoratori.
Per questo USB proclama lo stato di agitazione in tutto il mondo del lavoro privato, affidando agli organismi aziendali e territoriali la facoltà di promuovere astensioni dal lavoro ove si ravvisassero condizioni di pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori, in base all’articolo 2, comma 7, della legge 146/90 e dell’articolo 18, comma 1, del Decreto legislativo 81/2008.
USB torna a chiedere il blocco di tutte le attività produttive a eccezione di quelle collegate alla lotta alla pandemia e alle esigenze vitali della popolazione, e rinnova con forza la richiesta di un incontro al governo.
Roma 6 aprile 2020
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato
In allegato il testo della comunicazione