DESPAR – INTERSPAR – EUROSPAR
IMPEDIREMO IL FALLIMENTO
I lavoratori passano all'azione di lotta e dichiarano lo stato di agitazione in tutto l'impero Della Monica rappresentato da 31 società di cui le principali occupano circa 1200 dipendenti nella regione Campania: CAVAMARKET Spa, GDS srl, HDC Spa, LC srl e TO srl.
Oggi pomeriggio, in un'assemblea spontanea, stanchi e delusi dalle notizie apprese dai giornali, i lavoratori hanno convocato tutti i dipendenti del gruppo in una assemblea generale permanente alla zona industriale di Salerno presso la sede centrale della holding Della Monica dove sono concentrate tutte le strutture strategiche e di direzione. L'assemblea inizia domani mattina alle 8,30: tra i primi punti in discussione c'è la partecipazione diretta dei lavoratori alla trattativa, le azioni di lotta da intraprendere e il piano industriale di rilancio che solo i lavoratori possono presentare per la competenza, la professionalità e i sacrifici che loro hanno dimostrato in anni e anni di completa dedizione all'azienda.
I lavoratori invitano i media e la stampa alla partecipazione affinchè portino l'opinione pubblica alla conoscenza di questo ennesimo dramma occupazionale e sociale che si sta prospettando per migliaia di famiglie, soprattutto perchè appoggino la lotta per evitare un'altro disastroso fallimento quale è stato quello dell'impero Villani nella provincia di Salerno solo qualche mese fa.
10 aprile 2010 - comunicato
Vertenza DESPAR Campania
Finalmente i lavoratori sono entrati nella trattativa da cui dipende il futuro di circa 1200 dipendenti dell'Impero Della Monica che distribuisce e commercializza prodotti alimentari in tutta la Campania. Tra Eurospar, Interspar e Despar, i punti vendita sono 23 nella provincia di Salerno, 9 in quella di Napoli, 9 in quella di Caserta, 5 ad Avellino e 1 a Benevento. Impedire il fallimento ma allo stesso tempo difendere lo stipendio che manca da tre mesi: questo è l’imperativo dell’assemblea permanente indetta dai lavoratori e riconvocata per lunedì mattina presso la sede centrale di CAVAMARKET sita nella zona industriale di Salerno. Dopo l’assemblea e il confronto diretto con Della Monica in mattinata, dopo oltre 3 ore in Confindustria a Salerno nel pomeriggio e altre 2 ore in serata a confronto con uno dei manager della holding , troppi sono ancora gli interrogativi che attanagliano i lavoratori e tanta l'incertezza che li tiene legati ad un’azienda cui hanno dedicato una vita.
Due sono ora i tavoli dove i lavoratori possono far sentire la loro voce: quello con le parti sociali che andranno a ratificare la burocrazia necessaria per la mobilità e la cassa integrazione e quello aziendale dove c’è da rivendicare una rappresentanza dei lavoratori che sappia ridare dignità e rispetto a chi continua a fare enormi sacrifici aspettando uno stipendio che non arriva da tre mesi. Un terzo tavolo, forse quello più importante va aperto con le istituzioni e i governi degli enti locali, Comune, Provincia e Regione affinché la politica sappia evitare l’ennesima crisi sociale dovuta alla mancanza di reddito per quasi 1200 famiglie. Questa crisi sta già aggravando la crisi economica del territorio in termini di calo dei consumi e di richiesta di servizi sociali. Capire che salario e occupazione non possono essere solo un problema “aziendale” non è difficile ma rivendicare i propri diritti e quello di non pagare le crisi “aziendali” attiene alla capacità dei lavoratori di organizzarsi e lottare con i denti per contare e non essere contati, per non cadere nella trappola di una roulette russa come quella della mobilità forzata che diventa l’ennesimo, inevitabile, agnello sacrificato al dio profitto.
Lunedì 12 aprile 2010 - comunicato
Vertenza DESPAR Campania
presidio di protesta dei lavoratori
Lunedì 12 aprile 2010 – ore 12
presso la Prefettura di Salerno
Riuscito il presidio di protesta dei lavoratori del gruppo Despar Campania che stamattina sono riusciti a farsi ricevere dal Prefetto di Salerno. I lavoratori iniziano a portare fuori dall’azienda la lotta per salvare il loro posto di lavoro: dopo aver dichiarato lo stato di agitazione in tutto l'impero Della Monica, hanno indetto un presidio di protesta a Salerno presso la Prefettura sede del rappresentante territoriale del Governo nazionale.
Il presidio è stato deciso dall’assemblea permanente che dopo l’incontro in prefettura continua il suo lavoro di coinvolgimento in tutte i lavoratori delle società del gruppo. Unificare la lotta per non pagare la crisi. I lavoratori di Despar Campania chiedono di aprire un tavolo istituzionale anticrisi presso la prefettura di Salerno e la Regione Campania. Questa che stiamo subendo con angoscia condivisa con le nostre famiglie non è solo una crisi aziendale: questa vertenza deve risolvere una crisi sociale che già si sta manifestando con gli stipendi che non arrivano da tre mesi. E’ ora di smetterla con la superficialità e la non curanza: è ora di cominciare a trattare con rispetto i lavoratori che hanno dimostrato con il loro impegno e i loro sacrifici di saper fare la fortuna di una delle più grandi imprese della regione Campania. Mercoledì prossimo una rappresentanza di base dei lavoratori seguirà il confronto sul piano di mobilità che finalmente è stato messo nero su bianco e che al momento sembra l’unica azione concreta messa in moto dalla proprietà di Despar Campania: un crudele piano di licenziamento collettivo altro che ristrutturazione aziendale.
12 maggio 2010 - Il Mattino
Salerno. Si comincia a pensare anche alle comunicazioni ufficiali per i sindacati...
di Piera Carlomagno
Salerno - Si comincia a pensare anche alle comunicazioni ufficiali per i sindacati. È un buon segno. Indica che i tempi si stringono e la trattativa va in porto. Ieri una serie di incontri in un hotel in cui alloggiano sette consulenti dello studio di Cinisello Balsamo che sono a Salerno da venerdì per esaminare carte e luoghi della Holding D’Andrea Company, proprietaria di Cavamarket e Despar. Coop Italia ha mandato uno dei suoi amministratori delegati e, presente la Gam Despar Calabria, ieri pomeriggio si è svolto un altro summit nel centro direzionale del gruppo a via Stefano Brun. L’assetto societario sarà complesso, il punto di incontro è la centrale acquisti-marketing Centrale Italiana, il cui vicepresidente è Antonino Gatto, presidente della Gam Despar Calabria e tra i primi ad avvicinarsi alla trattativa. La novità è che comincia ad apparire chiaro che entreranno nel nuovo soggetto anche i più grossi creditori del gruppo. Questo è forse il motivo per cui davanti al giudice fallimentare in questo momento ci sono ancora solo due richieste. L’altra possibilità è che facciano da deterrente le notizie lasciate trapelare sempre solo ufficiosamente. Per l’Alvi successe tutto in quarantott’ore: dopo la prima, arrivò una valanga di istanze. Qui sono ferme anche le banche che vantano crediti da capogiro. La prossima riunione è fissata per domani. I soggetti restano quelli di cui si parla da qualche giorno. Centrale Italiana dovrebbe essere il punto di contatto tra Gatto e le Coop e quindi D’Andrea e Antonio Della Monica. La centrale acquisti-marketing, presidente Vincenzo Tassinari, nacque nel 2005 dalle Coop (con Sait e le coop operaie di Trieste), da Despar Servizi (il gruppo d’acquisto di Despar), ma anche da Conitcoop, Sigma (in forma di consorzi e cooperative) e Il Gigante. Divenne la maggiore centrale d’acquisto italiana, raggiungendo una quota di mercato del 18%. Ad attrarre gli acquirenti è il grosso patrimonio del gruppo, ma anche le imprese controllate dall’Hdc spa, attive nel settore immobiliare: la Trade Real Estate spa, la Cl Costruzioni srl, la Gestioni Immobiliari Srl, la Valsuo Srl, la Building Srl e la New Co srl. C’è in ballo il Cavamarket Headquarters project, la trasformazione dell’area ex cartiera Emilio Di Mauro Spa, affare valutato in 180 milioni di euro, per la nascita di una sorta di Vulcano buono di Cava. Nel frattempo è chiusa la partita sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori, tutti messi al sicuro dagli accordi sindacali ratificati davanti alla giunta regionale della Campania e in parte già trasmessi al ministero del Lavoro. Sono accordi che impegnano Antonio Della Monica nella ricerca di tutte le strade possibili per salvare l’azienda: «Nel corso dell’intervento di Cigs l’azienda si attiverà al fine di individuare nuovi soggetti imprenditoriali che possano coadiuvare gli sforzi aziendali tesi al rilancio ed al superamento dell’attuale situazione di crisi aziendale. A tale scopo, saranno poste in atto tutte le azioni praticabili volte a consentire la ripresa dell’attività anche attraverso accordi di partnership». In prima fila nella battaglia per la salvaguardia dei lavoratori, dopo un primo grido di allarme lanciato dalla Rdb di Pietro Di Gennaro, sono stati la Cgil con Franco Tavella e Maria Rosaria Nappa, la Cisl con Antonio De Michelo, la Uil con Nicola Salsano e Raffaella Nomade. «La negativa situazionedi crisi finanziaria del periodo ha provocato una brusca riduzionedel credito bancario nei confronti della società, determinando a catena, l’impossibilità di rifornirsi sul mercato di approvvigionamento con conseguente tracollo delle vendite». È questa la motivazione scritta sui due verbali per la cassa integrazione straordinaria firmati presso la Giunta regionale della Campania, settore Osservatorio Mercato del Lavoro e Occupazione, servizio Politiche del Lavoro. Circa 20 le firme apposte su ognuno dei quattro fogli dell’«Esame congiunto» con quelle di Silvana Miele per la Regione e Annunziata Elia, funzionaria della Direzione provinciale del lavoro di Salerno.
14 aprile 2010 - Il Mattino
Salerno. Arriverà Antonino Gatto dalla Calabria, il socio-acquirente...
di Piera Carlomagno
Salerno - Arriverà Antonino Gatto dalla Calabria, il socio-acquirente del patron Antonio Della Monica, in occasione del tavolo che si riunisce per la terza volta in Confindustria per discutere la situazione della Holding D’Andrea Company, 1200 lavoratori, 24 punti vendita tra Campania, Lazio e Lombardia, centro direzionale nella zona industriale di Salerno alla via Stefano Brun, 9. L’incontro, alla presenza della delegata degli industriali Laura Lanzara, è stato spostato da oggi a domani alle 15. Il motivo è probabilmente proprio nella volontà di far intervenire tutti gli interessati, compresi i livelli regionali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che siedono al tavolo delle trattative. Vicini ai lavoratori del gruppo fin dal primo giorno di protesta, sono state l’Rdb e Sdl. Il segretario delle rappresentanze sindacali di base Pietro Di Gennaro ha, per primo, parlato chiaramente di "piano di licenziamento collettivo". Franco Tavella, segretario provinciale della Cgil, di fronte ad un piano di messa in mobilità per 473 persone, quelle del Gds (il Gruppo Despar Salerno che, tra le 24 aziende, ha il capitale più alto che ammonta quasi a 15 milioni di euro) ha dichiarato: «Non esamineremo la vicenda per pezzi. Io sono per capire il complesso della proposta, l’illustrazione del piano generale per tutti i 1.200 dipendenti. Qualsiasi altro tipo di proposta sarebbe dannosa e sbagliata». Tavella si chiede come mai l’amministratore Antonio Della Monica voglia aprire la mobilità proprio per i punti vendita, che sono quelli che potrebbero servire al nuovo imprenditore che, riflette Tavella: «Se subentra, lo fa per aprire i supermercati». Ma la proposta di Della Monica non sembra affatto andare in questa direzione. Attraverso cifre su ricavi e spese catastrofiche, l’amministratore unico di Gds, dichiara: «Si rende necessario intervenire immediatamente e drasticamente con la chiusura dell’intero complesso aziendale per cessazione attività ormai giudicata dagli organi sociali in situazione di irreversibile perdita, per evitare che la prosecuzione, anche transitoria e temporanea dell’attività possa generare ulteriori ed insanabili squilibri economici e finanziari tali da non consentire la soddisfazione anche parziale dei creditori». Cifre e situazione negativa che per nulla corrispondono ai grafici che ancora campeggiano sui muri del centro direzionale del gruppo in via Brun. I dirigenti hanno tracciato linee rosse e verdi che parlano tutt’altra lingua: il gruppo Despar, a dicembre del 2009, ha incrementato le vendite di + 17,30 secondo gli autorevoli dati Nielsen che, nello stesso periodo, calcolano un -0,20 per i Super della Campania. E poi: 25,38% è la quota di mercato di Despar per dicembre 2009. Il Sisa si attesta sul 22,18%; l’Alvi sull’8,96%. Ieri mattina in prefettura a Salerno c’è stato un altro incontro tra il Prefetto, i sindacati e Della Monica a proposito degli stabilimenti della ex Di Mauro, acquistati dal gruppo negli ultimi tempi. Nessuna possibilità di chiedere la cassa integrazione anche su quel fronte. A questo proposito il piano di dismissione del Gds dice: «Non appare in alcun modo praticabile la strada del ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, del tutto incompatibile con la decisione aziendale di cessare definitivamente l’attività e della messa in liquidazione della società». Intanto i lavoratori di Cavamarket spa, la prima società della holding, stanno sul chi vive perchè gira voce che sarà questa la prossima azienda cui l’amministrazione farà riferimento nel piano di ristrutturazione. Lo stato di agitazione è stato allargato ieri a tutte le società del gruppo.
13 aprile 2010 - Corriere del Mezzogiorno
Crac Despar, avviati 473 licenziamenti
Va deserta l'asta per rilevare l'Alvi Spa
Per i lavoratori del gruppo di Della Monica previsto un anno di mobilità. Nessun paracadute per gli altri
di Umberto Adinolfi
SALERNO - Vertenza Despar, è ufficiale: licenziamento per 473 lavoratori della società Gds srl che fa capo al gruppo Cavamarket di Antonio Della Monica. Ieri mattina, a margine dell'incontro informale svoltosi in prefettura tra il patron di Despar Campania e il prefetto Sabatino Marchione, è stato ufficializzato il cronoprogramma dell'attivazione delle procedure di mobilità per tutti i lavoratori delle dieci filiali Despar site a Salerno, Avellino, Benevento e Caserta. La decisione sarà sancita domani pomeriggio alle 15, presso la sede di Confindustria Salerno, dove si terrà una riunione tra Della Monica, il futuro acquirente dei punti vendita Despar Campania, il titolare di Despar Calabria Antonino Gatto, e i rappresentanti sindacali (Rdb, Cgil, Cisl e Uil), oltre a una delegazione dei lavoratori. Per i licenziati ci sarà almeno il paracadute sociale dell'indennità di mobilità che per un anno dovrebbe consentire alle famiglie di poter godere di un minimo reddito. Il problema si pone per gli altri dipendenti del gruppo Cavamrket, assunti per le altre società satellite dell'impero di Della Monica. «Se l'imprenditore metelliano - conferma Pietro Di Gennaro della Rdb - non porterà un piano di ristrutturazione aziendale dettagliato, non ci sarà la possibilità di concedere ammortizzatori sociali ai restanti 750 lavoratori».
12 aprile 2010 - Julie news
Protesta dei lavoratori del gruppo Despar Campania
Salerno - Riuscito il presidio di protesta dei lavoratori del gruppo Despar Campania che stamattina sono riusciti a farsi ricevere dal Prefetto di Salerno. I lavoratori iniziano a portare fuori dall’azienda la lotta per salvare il loro posto di lavoro: dopo aver dichiarato lo stato di agitazione in tutto l'impero Della Monica, hanno indetto un presidio di protesta a Salerno presso la Prefettura sede del rappresentante territoriale del Governo nazionale.
Il presidio è stato deciso dall’assemblea permanente che dopo l’incontro in prefettura continua il suo lavoro di coinvolgimento in tutte i lavoratori delle società del gruppo. Unificare la lotta per non pagare la crisi. I lavoratori di Despar Campania chiedono di aprire un tavolo istituzionale anticrisi presso la prefettura di Salerno e la Regione Campania. Questa che stiamo subendo con angoscia condivisa con le nostre famiglie non è solo una crisi aziendale: questa vertenza deve risolvere una crisi sociale che già si sta manifestando con gli stipendi che non arrivano da tre mesi. E’ ora di smetterla con la superficialità e la non curanza:
è ora di cominciare a trattare con rispetto i lavoratori che hanno dimostrato con il loro impegno e i loro sacrifici di saper fare la fortuna di una delle più grandi imprese della regione Campania. Mercoledì prossimo una rappresentanza di base dei lavoratori seguirà il confronto sul piano di mobilità che finalmente è stato messo nero su bianco e che al momento sembra l’unica azione concreta messa in moto dalla proprietà di Despar
Campania: un crudele piano di licenziamento collettivo altro che ristrutturazione aziendale!
Corriere del Mezzogiorno - 11 Aprile 2010
Lavoro: l'assessore Ferrazzano domani in Prefettura per un incontro
informale con la proprietà
Vertenza Despar, la Provincia in campo
SALERNO — «La Provincia di Salemo è pronta ad accompagnare i dipendenti della Despar lungo qualsiasi percorso o progetto di ristrutturazione aziendale che possa salvare quanti più posti di lavoro sia possibile». Anche Palazzo Sant'Agostino, nelle parole dell'assessore provinciale al lavoro Anna Ferrazzano, si dimostra favorevole rispetto all'ipotesi lanciata da un gruppo di lavoratori di Cavamarket di realizzare un piano di nuova industrializzazione per l'azienda del pairon Della Monica, entrando direttamente nella gestione della stessa. «Come Provincia — ha continuato l'assessore Anna Perrazzano — sarò domani mattina in Prefettura per un incontro informale con il proprietario di Cavamarket e in quella sede il prefetto Marchione investirà ufficialmente l'ente della vertenza Despar. Anche in questa caso il mio assessorato, come nelle precedenti vertenze, sarà in prima linea nel tentativo di mantenere in vita una realtà economica importante quale appunto la Despar, evitando di intaccare i livelli occupazionali. Purtroppo anche questo caso è la riprova che il modello Salemo non esiste affatto». Intanto ieri i sindacati di base, che stanno seguendo fin dal primo momento la vertenza dei mille e duecento lavoratori Despar, hanno cosi commentato gli ultimi sviluppi della vicenda.«Finalmente i lavoratori — si legge in un comunicato a firma di Pietro Di Gennaro della segreteria provinciale RdB — sono entrati nella trattativa. Tra Eurospar, Interspar e Despar, i punti vendita sono ventitré nella provincia di Salemo, nove in quella di Napoli, nove in quella di Caserta, cinque ad Avelline e uno a Benevento. Impedire il fallimento ma allo stesso tempo difendere lo stipendio che manca da tre mesi: questo è l'imperativo dell'assemblea permanente indetta dai lavoratori e riconvocata per lunedì mattina (domani per chi legge, ndr) presso la sede centrale di Cavamarket sita nella zona industriale di Salemo». Umberto Adinolfi
Corriere del Mezzogiorno - 10 Aprile 2010
Dramma occupazione: Il crac del gruppo Cavamarket e le trattative per vendere. Scaffali sempre più vuoti
Sette giorni per salvare 44 market Despar
Assemblea dei lavoratori con Della Monica: pronti i licenziamenti
SALERNO - Sette giorni ancora e i 44 punti vendita Despar di Salerno chiuderanno definitivamente. È iniziato ieri pomeriggio il countdown che sta portando inesorabilmente al crac del groppo Cavamarket dell'imprenditore metelliano Antonio Della Monica, con milleduecento posti di lavoro che rischiano di scomparire. I supermercati col marchio Despar sono al collasso: scaffali vuoti, la gran parte delle casse chiuse per assenza di clienti. Ieri i dipendenti del groppo si sono dati appuntamento presso la sede degli uffici amministrativi di Despar Campania, ubicata nella zona industriale di Salerno. Alla presenza di Pietro Di Gennaro (RdB) e Maria Rosaria Nappa (Cgil), un centinaio di lavoratori si è riunito in assemblea permanente per capire cosa sta accadendo nella delicata trattativa tra il patron Della Monica ed i possibili acquirenti, il duo Mastrolia-Gatto. Intorno alle dieci, nella sala mensa della struttura amministrativa di via Bruno, sindacati e lavoratori si sono confrontati. <<Rispetto all'Alvi - ha detto Nappa - dove c'era truffa e bancarotta, qui in Despar la situazione è diversa anche se ugualmente drammatica il vero problema secondo noi resta quello della posizione di Della Monica che nell'ultimo incontro che abbiamo avuto a Confindustria Salerno, ci ha comunicato che erano già pronte le lettere di licenziamento per tutti i lavoratori, cosa a cui ci siamo opposti fermamente ed abbiamo ottenuto il congelamento delle comunicazioni fino a lunedì», «Abbiamo davanti un bubbone molto più grande di Alvi - ha sottolineato Di Gennaro - e la sensazione è che nessun acquirente voglia addossarsi il costo dei lavoratori attualmente assunti. L'assemblea permanente andrà avanti ad oltranza e noi saremo accanto ai lavoratori in questo difficile percorso». C'è tensione tra i dipendenti, nessuno riesce a capire bene cosa davvero sia successo ad uno dei colossi commerciali della Campania Secondo i dipendenti, il solo buco finanziario rispetto ai fornitori del groppo ammonterebbe a oltre 130 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero i costi del lavoro (stipendi arretrati, TIr, ecc.). «Oggi non sono qui con noi i dipendenti dei punti vendita - afferma un lavoratore - forse qualcuno ha detto loro di non venire in assemblea». Tra assenze pesanti e malumori si giunge alle dodici quando la riunione si sposta in sala del consiglio, dove i lavoratori vengono raggiunti dal patron Della Monica: «La trattativa è in atto ma è complessa Di sicuro - ha ribadito l'imprenditore - posso dirvi che se non troviamo una soluzione in poco tempo siamo costretti a chiudere. il mio personale impegno resta quello di garantire la continuità di questa azienda e di salvare quanti più lavoratori è possibile». Dopo oltre un'ora di faccia a faccia, la riunione alle 15 si sposta nella sede di Confindustria, dove al tavolo si siedono anche i sindacati, oltre ai consulenti del duo Mastrolia-Gatto. Cinque ore di trattative estenuanti e poi la richiesta dei compratori: acquisizione della società Gds (che detiene i quarantaquattro punti vendita) da parte di Antonino Gatto ma mobilità (ossia licenziamento) per tutti e quattrocentoquarantasei lavoratori. Per gli altri ottocento via alle procedure di cassa integrazione. Una proposta «inaccettabile» per i sindacati e i lavoratori che hanno lasciato il tavolo con la promessa di una durissima forma di lotta a partire dai prossimi giorni. Umberto Adinolfi
La proposta alternativa
I dipendenti: siamo pronti a gestirli noi
SALERNO - ,Una Despar dei lavoratori e non più dei «padroni». E la proposta di un gruppo di dipendenti di Cavamarket, formalizzata ieri mattina durante l'assemblea permanente alla zona industriale. «Possiamo scegliere tre strade per questa vertenza - ha affermato Francesco Marigliano (RdB SdL) - una leggera che prevede il tentativo di mediazione ad oltranza, una dura che ci potrebbe portare anche a delle forme di lotta estreme ed un'altra propositiva Perché un gruppo di noi, con tutte le professionalità che abbiamo, non può riunirsi e stendere un vero e proprio piano di ristrutturazione industriale dell'azienda, magari chiedendo l'appoggio ed il sostegno dei grossi marchi nazionali, aziende leader che potrebbero accompagnare questo percorso di gestione della Despar operata direttamente dai lavoratori? E' una strada difficile ma non impossibile». Nelle prossime ore il progetto potrebbe anche finire sugli schermi televisivi nazionali per tentare di catalizzare ancor di più l'attenzione degli enti e della politica.
La Città di Salerno - 10 aprile 2010
LA CRISI DELLA DESPAR
«Pronte 1200 lettere di mobilità»
Trattative avanti con Antonino Gatto, ma aleggia lo spettro del crac
Era lungo e stretto il corridoio che conduceva nella sala mensa del quartier generale del gruppo guidato dal patron Antonio della Monica dove, ieri mattina, si sono riuniti circa un centinaio di lavoratori della holding provenienti per lo più da Cava, ma anche da Napoli e Capua - che hanno proclamato lo stato di agitazione permanente. L'incontro - organizzato da Ignazio De Rosa e Pietro Di Gennaro delle segreterie dei sindacati di base Rdb e Sdl ha avuto lo scopo di coinvolgere i dipendenti nella crisi finanziaria che ha colpito, negli ultimi mesi, le attività produttive del gruppo dislocate su tutto il territorio regionale. In particolare è stata Maria Rosaria Nappa, delegata della Filcams - Cgil di Salerno ad esporre i risultati conseguiti nei vari incontri che la proprietà ha tenuto con le tre sigle sindacali e di cui i lavoratori erano all'oscuro. In particolare, come sottolineato dalla sindacalista, la vicenda ha avuto un crescendo fino a sfociare in una nota della proprietà - trasmessa nella tarda mattinata dello scorso giovedì - in cui si comunicava che stavano partendo 1200 lettera di mobilità per i dipendenti del gruppo. Una disposizione questa che, secondo Nappa, i sindacati sono riusciti «a congelare invitando la proprietà ad un tavolo informale» che si è tenuto nella tarda serata di ieri. La vicenda, dunque, si complica anche perché le trattative tra della Monica e Antonino Gatto, titolare della Despar Calabria, che è interessato a rilevare le attività produttive del gruppo vanno per le lunghe. Su tutto aleggia il recente spettro del crac Alvi. «Data la delicatezza della trattativa - ha sottolineato la sindacalista - sarebbe opportuno spostare la discussione sul tavolo del prefetto: alle riunioni, inoltre, è necessario che partecipi anche una delegazione della Rsuaziendale che deve essere subito costituita», Un'azione, questa, considerata prioritaria anche da De Rosa e Di Gennaro a cui ha fatto eco la voce di uno dei manager del gruppo Raffaele Merola. Alfonsina Caputano
Una galassia di 25 società 5 per la grande distribuzione
In gruppo guidato da Antonio della Monica opera nella grande distribuzione organizzata e, in misura marginale, nel settore immobiliare. E' controllato da cinque società a responsabilità limitata, ognuna con una percentuale del 20% che è espressione della famiglia D'Andrea - Della Monica.
La capogruppo è costituita dalla Holding D'Andrea Company Spa (Hdc) che, a sua volta, partecipa totalmente o parzialmente in altre 24 società. Tra queste quindici sono afferenti al settore della grande distribuzione organizzata; due sono collegate al settore commerciale e sette sono attive nel settore immobilìare, La galassia di queste società contano, in tutto, 1200 dipendenti. In particolare sono a rischio i posti di lavoro i 1150 dipendenti che fanno capo alla Cavamarket spa (di proprietà delÌa famiglia D'Andrea-Della Monica); i 150 della Hdc Spa e della Gds Spa (composta per. il 20% dal!'imprenditore calabrese Antonino Gatto, per il 20% dall'imprenditore siciliano Salvatore "Scuto e per il 60% da Cavamarket) ed i 55 dipendenti della Le che si occupa di logistica e di trasporti. In pericolo, inoltre, anche le piccole aziende dell'indotto che ruotano intorno ai supermercati di Della Monica. Hanno accumulato crediti e ora rischiano il collasso se la trattativa di questi giorni non dovesse andare a buon fine. (a.c.)