Dopo la rapida escalation dell’emergenza coronavirus, abbiamo purtroppo assistito, nelle zone di contagio, ad una generale assenza dei dirigenti. Ci aspettavamo che in una situazione del genere si facessero vedere negli uffici, si rendessero conto delle reali condizioni di lavoro, si adoperassero da subito per aggiornare i documenti di valutazione dei rischi, per estendere i contratti con le ditte di pulizia, adottassero misure pratiche per garantire che le attività lavorative si svolgessero il più possibile secondo i dettami del ministero della salute.
Invece, nella maggior parte dei casi sono rimasti chiusi nei loro uffici, in alcuni casi hanno delegato alle Poer le misure da impartire, in attesa di istruzioni dai piani alti....
Dopo pochi giorni arrivano le prime indicazioni e tutte le OO.SS. sono state convocate dalla Direzione Centrale per un’informativa sulla direttiva da emanare. Al di là della direttiva, l’incontro doveva essere l’occasione per discutere delle misure più urgenti da prendere per fronteggiare il disagio dei colleghi che, ad esempio, stanno spendendo le loro ferie perché non sanno a chi lasciare i figli dopo la chiusura delle scuole, o stanno lavorando in aree con centinaia di contatti, come gli aeroporti, senza dispositivi di protezione individuali (come sia potuto succedere che aeroporti come Linate si siano trovati in dotazione solo mascherine antipolvere senza filtro, peraltro pochissime, sarà una di quelle questioni che, passata l’emergenza, dovremmo approfondire).
Cgil, Cisl, Uil e Confsal, non hanno invece avuto altro di meglio da dire che chiedere lo spostamento del confronto con le sole sigle firmatarie del CCNL. Impedire un confronto ampio su questo argomento per questioni formali è già vergognoso in sé, ma riportare le misure straordinarie nell’ambito contrattuale è da folli.
Nessuna norma contrattuale sarebbe capace di dare risposte a questa emergenza. È evidente che le misure da prendere troverebbero il loro fondamento dal Decreto sull’emergenza coronavirus, non dal CCNL. Ad una emergenza si risponde con misure emergenziali ed urgenti.
Le avessero almeno date queste risposte … macché, i sindacati firmatari si aggiornano al 6 marzo!!!!! per discutere di telelavoro (fra le forme di lavoro domiciliare quella meno adatta a dare risposte immediate perché prevede postazioni fisse che hanno bisogno di tempo per essere allestite) e udite, udite … del sistema di valutazione! (vedi loro comunicato)
Naturalmente questo è stato possibile perché la stessa Agenzia ha accettato le loro richieste. È questa quindi la prima preoccupazione della Direzione del Personale e dei sindacati, Cgil, Cisl, Uil, e Confsal su tutti, dare la possibilità ai dirigenti, dal chiuso delle loro stanze, di dare i voti ai Lavoratori che stanno garantendo i servizi essenziali nelle dogane in zone di contagio … VERGOGNATEVI!