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EL DINDONDERO, UNA RIVOLUZIONE TRASFORMATA IN CAROSELLO

Nazionale,

Comunicato n. 04/17

Quella che era stata annunciata come una rivoluzione, alla prova dei fatti si è rivelata una semplice trovata pubblicitaria. Il presidente dell’INPS aveva annunciato ai quattro venti che avrebbe ridotto gli incarichi dirigenziali generali da 48 a 36. Le testate giornalistiche nazionali avevano dato ampio risalto alla notizia, tessendo le lodi del coraggioso manager planato all’INPS dal mondo accademico della Bocconi, ma Boeri ha tradito le promesse assegnando 41 incarichi dirigenziali generali che, sommati all’incarico di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione (OIV), fanno in tutto 42 su 44 dirigenti in servizio. Restano fuori due dei tre dirigenti reclutati dall’esterno in base all’art. 19, comma 6, del Decreto Legislativo 165/2001. Non avendo ridotto l’organico, il presidente dell’INPS può inoltre assegnare ulteriori incarichi fino ad un massimo di 48.  

All’indomani delle determinazioni con cui Boeri ha affidato gli incarichi dirigenziali di prima fascia, più che ad una rivoluzione bolivariana ci sembra di assistere alla proiezione di el Dindondero, la simpatica pubblicità con la quale negli anni sessanta si reclamizzavano i prodotti di una nota marca dolciaria.

La comunicazione ufficiale con cui l’INPS ha dato notizia dell’avvenuta assegnazione degli incarichi induce a pensare che il numero di incarichi dirigenziali generali è stato drasticamente ridotto mentre non è assolutamente così. Siamo di fronte ad una bufala mediatica. Nel comunicato stampa diramato ieri c’è scritto testualmente – “Le direzioni generali passano da 48 a 36”. Due dati non veri. Le direzioni generali non erano 48 prima e non sono 36 adesso. Non si può tollerare che un ente pubblico che rappresenta lo Stato manipoli in questo modo l’informazione.

Nel precedente Ordinamento delle funzioni centrali e periferiche del 2014  erano previsti 34 incarichi dirigenziali generali tra centrali e regionali, a cui si aggiungevano l’incarico di presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) riservato ad un dirigente generale e 13 progetti a termine di livello dirigenziale generale. Con il nuovo Ordinamento gli incarichi dirigenziali generali salgono a 36 tra centrali e territoriali, quindi due in più del precedente, a cui vanno aggiunti l’incarico di presidente dell’OIV e 5 incarichi a termine di livello dirigenziale generale per consulenza, studi e ricerca. In tutto 42 funzioni di dirigente generale su un totale di 44 dirigenti in servizio. Se per il passato si sommano tutti gli incarichi, per correttezza lo si deve fare anche per il presente, altrimenti si finisce per fare i furbi e per mettere per l’ennesima volta in imbarazzo l’INPS, danneggiandone l’immagine esterna.

Dal punto di vista funzionale, ripetiamo ancora una volta che la soppressione di importanti direzioni centrali determinerà problemi d'indirizzo e di collegamento con il territorio. Certamente, non c'era da scomodare una commissione esterna, non sappiamo se retribuita, per arrivare a questo risultato, che non può essere definito una rivoluzione come invece sostengono alcune testate giornalistiche rilanciando fedelmente il comunicato stampa dell'INPS senza approfondire la questione. E che dire di Boeri che prima critica i progetti a termine assegnati dal precedente management dell'Istituto e poi decide di utilizzare anche lui questo strumento? E come mai sul comunicato stampa dell'INPS non si menzionano gli incarichi di studio o il posto funzione dell'OIV?

Nessuno poi si interroga sui costi immediati di questa riorganizzazione.  In base ad una norma di salvaguardia, il dirigente assegnato ad altro incarico nel corso della valenza contrattuale mantiene il trattamento di maggior favore fino a scadenza del contratto. E’ quello che accadrà all’ex  capo del personale assegnato alla direzione regionale Sicilia, mentre il neo capo del personale, che in precedenza guidava la regione Puglia, vedrà aumentare la propria retribuzione dal 1° febbraio a seguito dell’assunzione del nuovo incarico. Manterranno temporaneamente una retribuzione più alta anche quei dirigenti che dalla sede centrale sono stati destinati al territorio e quelli a cui è stato conferito un incarico di studio e ricerca. Insomma, alla prova dei conti, la riorganizzazione di Boeri fatta in questo momento comporta un probabile aumento dei costi per il bilancio dell’Istituto e quindi per la collettività. Non si poteva aspettare la scadenza dei precedenti contratti per avviare eventualmente la riorganizzazione?

Ma c’è dell’altro. Il presidente dell’INPS non ha voluto tenere conto dei rilievi fatti dagli organi di controllo e vigilanza tra cui il Consiglio d’Indirizzo e Vigilanza, che è addirittura ricorso al TAR opponendosi ad alcuni punti della riforma Boeri. Allo stesso tempo il presidente non ha tenuto conto della richiesta del Ministero del Lavoro di armonizzare Ordinamento e Organico, con specifico riferimento alle posizioni dirigenziali. Cos'altro deve accadere per convincere il ministro Poletti ad interrompere il mandato di Boeri, nominando un Commissario straordinario e mettendo finalmente mano alla governance, come chiediamo da tempo, per farla finita con l’uomo solo al comando? Speriamo che le nostre grida d’allarme, lanciate nell’interesse dell’INPS e dei cittadini utenti, non continuino a rimanere inascoltate.

 

LIBERIAMO L’INPS