La pubblicazione delle graduatorie delle selezioni 2016 ha evidenziato un fenomeno che fino a quel momento ci era sfuggito: il problema della fuga di cervelli riguarda anche l’INPS. Negli anni i soggetti più capaci, le menti più sagaci hanno lasciato l’Istituto e hanno messo al servizio di altre amministrazioni le loro capacità. Non parliamo dei colleghi in comando presso altri enti ai quali è riconosciuto un Quoziente d’Intelligenza pari a 100, che sta nella media, ci riferiamo a quanti tra quelli possono vantare un QI pari a 113 o addirittura 120.
A certificarlo adesso c’è finalmente la graduatoria delle selezioni 2016, dove alcuni dipendenti in comando da anni presso altri enti pubblici si sono visti riconoscere dall’INPS un coefficiente di merito pari a 1,13 o 1,20, scavalcando tutti nelle graduatorie grazie a quei geni di CGIL-CISL-UIL, che avevano previsto la moltiplicazione per il coefficiente di merito individuale del punteggio ottenuto negli altri criteri previsti dalla selezione. Così, mentre all’INPS è stato giustamente impedito a qualche direttore di assegnare un coefficiente di merito elevato in modo retroattivo, nelle altre amministrazioni evidentemente la frittata era già fatta, anche se su questo abbiamo chiesto un’informativa ufficiale all’amministrazione.
Ora sappiamo tutti chi dobbiamo ringraziare per questo ennesimo schiaffo alla tanto sbandierata meritocrazia. Quella vera si ferma sempre davanti all’uscio di casa dei raccomandati, evitando di piombargli in casa a guastargli la festa.
Ma è probabile che a voi stia bene così, visto che in maggioranza continuate ad essere iscritti a quelle organizzazioni sindacali che noi da tempo definiamo complici. Ed è questo il lato più amaro di tutta la vicenda.
Noi possiamo continuare a camminare a testa alta, sforzandoci di farvi intravedere la possibilità di una vera alternativa a quel tipo di sindacato. Sta a voi scegliere.