Il DDL a firma Granato del M5S, atto del Senato n. 763, in cui si affronta il tema dell’abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, recita all’articolo 73-ter: “Il personale docente già titolare su cattedra alla data di entrata in vigore della presente disposizione non può essere assegnato, salvo esplicita richiesta, ai posti di potenziamento”. L'USB manifesta grande preoccupazione rispetto agli esiti che deriverebbero da tale disposizione. Siamo contrari a qualunque forma di trasformazione istituzionalizzata del docente in tappabuchi o potenziatore tout court, abbiamo preteso in passato e ancora rivendicheremo in piazza a Roma nella giornata di sciopero del prossimo 30 novembre, l’abolizione del potenziamento e il ripristino delle compresenze.
In questi anni USB Scuola si è opposta con forza a qualunque progetto di riforma o ridimensionamento della legge 107 perché sappiamo che è inemendabile e ogni sua eventuale modifica andrebbe a confliggere o limitare i diritti dei lavoratori. In ogni scuola in cui siamo presenti abbiamo opposto strenua resistenza all’utilizzo esclusivo di alcuni docenti sul potenziamento, auspicando la formazione di cattedre miste (ore in classe e ore di potenziamento) secondo un principio di equità che riguarda tutti i lavoratori all’interno della scuola, che siano di recente immissione e trasferimento o che abbiano maturato anzianità di servizio e continuità nella stessa scuola, perché il principio di equilibrio per l'assegnazione alle cattedre e per l'orario di servizio dei docenti non può essere derogato da una sorta di "nonnismo".
Ci sorprende l'articolo 73-ter del DDL Granato perché ci saremmo aspettati dal sedicente governo del cambiamento l'avvio di un percorso legislativo di abolizione della “Buonascuola”, che era stato il fulcro dell'ultima campagna elettorale, e di trasformazione dei posti di potenziamento presenti nell'organico dell'autonomia in posti di cattedra, da utilizzare nelle compresenze e in classe, riducendo così il numero di alunni per classe.
Non è ammissibile una differenza tra docenti potenziatori e docenti in cattedra, non è pensabile che venga creata una nuova figura giuridica non prevista dal CCNL le cui mansioni non sono contenute esplicitamente nel contratto, ma sarebbero sempre in capo alla discrezionalità del dirigente scolastico, con o senza chiamata diretta. Tale provvedimento lascerebbe gli ultimi immessi in ruolo e gli ultimi docenti trasferiti totalmente alla mercé dei dirigenti scolastici che in questi anni, in totale deregulation, hanno praticato sulle ore di potenziamento le più fantasiose modalità di utilizzo.
Insieme alla proposta della senatrice Granato sono state depositate altre due proposte: la 753 a firma del senatore Pittoni (Lega) e la 880 a firma della senatrice Loredana De Petris (Liberi e Uguali). Nelle prossime settimane verrà avviata la procedura per trasformare i tre progetti in una unica legge.
Noi continueremo a opporci ai beceri tentativi di ledere i diritti dei lavoratori utili che hanno come unica finalità solo l'illusione dell'opinione pubblica rispetto alla risoluzione di problemi che anche questo esecutivo vorrebbe risolvere senza alcun investimento e continuando a tagliare la spesa pubblica.
- l’abolizione totale dell’alternanza scuola-lavoro e la chiusura del carrozzone INVALSI, strumenti funzionali esclusivamente all’asservimento degli studenti e all’acquisizione di competenze utili al lavoro precario;
- una vera quota 100 e l’immissione in ruolo su tutti i posti liberatisi in virtù del turnover;
- la trasformazione di tutto l’organico di fatto in organico di diritto;
- un piano mobilità che, sulla base dell'allargamento degli organici, permetta il rientro dei lavoratori esiliati della 107;
- l’immissione in ruolo immediata, senza alcun concorso, per tutti i docenti con 36 mesi di servizio;
- un piano straordinario di assunzioni del personale ATA per la copertura del reale fabbisogno delle scuole;
- l'internalizzazione dei servizi attualmente dati in appalto ai privati, stabilizzando tutto il personale ex-lsu Ata attraverso una procedura riservata;
- un vero rinnovo contrattuale e un reale adeguamento salariale che nulla abbia a che fare con la miseria del contratto 2016-2018;
- il ritiro di ogni progetto di regionalizzazione del sistema di istruzione che lederebbe il principio solidaristico della redistribuzione della ricchezza sul territorio nazionale e determinerebbe differenze sostanziali tra bambini e giovani del Nord e del Sud Italia;
- l'eliminazione della delega sul sostegno che riduce le ore di sostegno agli alunni disabili e incide negativamente sugli organici dei docenti;
- un vero investimento sull’integrazione degli alunni non italofoni e l’inserimento dell’Italiano L2 all’interno di tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado;
e per dire:
- No alla proposta Granato;
- No alla proposta del MIUR di limitare i trasferimenti provinciali da sostegno a posto comune al 50% dei posti disponibili, al posto dell’attuale 100% perché mancano insegnanti di sostegno;
- No a qualunque progetto di regionalizzazione;
- No alla proposta di abolizione del valore legale del titolo di studio.
Per la scuola vogliamo un cambiamento nei fatti, non a parole!